La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

lunedì 22 dicembre 2014

 

Isaia 7:14
Perciò il Signore stesso vi darà un segno:Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio,
e lo chiamerà Emmanuele.



Isaia 9:5

Poiché un bambino ci è nato, 
un figlio ci è stato dato,

e il dominio riposerà sulle 
sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente,Padre eterno, 
Principe della pace,


Isaia 9:6

per dare incremento all'impero

e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno,
per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora e per sempre: questo farà lo zelo del SIGNORE degli eserciti.



Michea 5,1

E tu, Betlemme di Efrata
così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda,da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti.











Il Salmo 94



È una protesta sentita e calorosa contro la corruzione della magistratura, l’umiliazione dei poveri, le perversioni della giustizia e le prevaricazioni del potere. 

Lo svolgimento del salmo è dominato dalla figura potente del Dio che fa giustizia.

"Le idee fondamentali del salmo 94 non sono estranee al cuore e alle labbra di Gesù.

La violazione della giustizia divina nel suo popolo lo sconvolgeva profondamente e spesso egli ha manifestato il dolore che ne provava (Mt 23). 

È per questo che la sua predicazione sulla giustizia era improntata a una straordinaria gravità" (Deissler).

Il salmo 94 ci ricorda che la religione o l’iscrizione a una chiesa, senza giustizia sociale, concreta, politica e giudiziaria è ipocrisia e magìa.
(P. Lino Pedron)





20 Può essere tuo alleato un tribunale iniquo, che fa angherie contro la legge?





domenica 21 dicembre 2014

Signore, benedici chi ci ama!


Geremia - Capitolo 26

III. PROFEZIE DI FELICITA'

1. INTRODUZIONE: GEREMIA E' IL VERO PROFETA

Arresto e giudizio di Geremia

[1] All'inizio del regno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivolta a Geremia questa parola da parte del Signore. [2] Disse il Signore: "Và nell'atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che ti ho comandato di annunziare loro; non tralasciare neppure una parola. [3] Forse ti ascolteranno e ognuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal caso disdirò tutto il male che pensavo di fare loro a causa della malvagità delle loro azioni.

[4] Tu dirai dunque loro: Dice il Signore: Se non mi ascolterete, se non camminerete secondo la legge che ho posto davanti a voi [5] e se non ascolterete le parole dei profeti miei servi che ho inviato a voi con costante premura, ma che voi non avete ascoltato, [6] io ridurrò questo tempio come quello di Silo e farò di questa città un esempio di maledizione per tutti i popoli della terra".

[7] I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremia che diceva queste parole nel tempio del Signore. [8] Ora, quando Geremia finì di riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i sacerdoti e i profeti lo arrestarono dicendo: "Devi morire!

[9] Perché hai predetto nel nome del Signore: Questo tempio diventerà come Silo e questa città sarà devastata, disabitata?".

Tutto il popolo si radunò contro Geremia nel tempio del Signore. [10] I capi di Giuda vennero a sapere queste cose e salirono dalla reggia nel tempio del Signore e sedettero all'ingresso della Porta Nuova del tempio del Signore. 

[11] Allora i sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo: "Una sentenza di morte merita quest'uomo, perché ha profetizzato contro questa città come avete udito con i vostri orecchi!".

[12] Ma Geremia rispose a tutti i capi e a tutto il popolo: "Il Signore mi ha mandato a profetizzare contro questo tempio e contro questa città le cose che avete ascoltate. 

[13] Or dunque migliorate la vostra condotta e le vostre azioni e ascoltate la voce del Signore vostro Dio e il Signore ritratterà il male che ha annunziato contro di voi.

[14] Quanto a me, eccomi in mano vostra, fate di me come vi sembra bene e giusto; [15] ma sappiate bene che, se voi mi ucciderete, attirerete sangue innocente su di voi, su questa città e sui suoi abitanti, perché il Signore mi ha veramente inviato a voi per esporre ai vostri orecchi tutte queste cose".

[16] I capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: "Non ci deve essere sentenza di morte per quest'uomo, perché ci ha parlato nel nome del Signore nostro Dio".

[17] Allora si alzarono alcuni anziani del paese e dissero a tutta l'assemblea del popolo: [18] "Michea il Morastita, che profetizzava al tempo di Ezechia, re di Giuda, affermò a tutto il popolo di Giuda: Dice il Signore degli eserciti: Sion sarà arata come un campo,
Gerusalemme diventerà un cumulo di rovine,
il monte del tempio un'altura boscosa!

[19] Forse Ezechia re di Giuda e tutti quelli di Giuda lo uccisero? Non temettero piuttosto il Signore e non placarono il volto del Signore e così il Signore disdisse il male che aveva loro annunziato? Noi, invece, stiamo per commettere una grave iniquità a nostro danno".

[20] C'era anche un altro uomo che profetizzava nel nome del Signore, Uria figlio di Semaià da Kiriat-Iearìm; egli profetizzò contro questa città e contro questo paese con parole simili a quelle di Geremia. 

[21] Il re Ioiakìm, tutti i suoi prodi e tutti i magistrati udirono le sue parole e il re cercò di ucciderlo, ma Uria lo venne a sapere e per timore fuggì andandosene in Egitto.

[22] Allora il re Ioiakìm inviò in Egitto uomini come Elnatàn figlio di Acbòr, e altri con lui. 

[23] Costoro fecero uscire dall'Egitto Uria e lo condussero al re Ioiakìm che lo fece uccidere di spada e fece gettare il suo cadavere nelle fosse della gente del popolo.

[24] Ma la mano di Achikàm figlio di Safàn fu a favore di Geremia, perché non lo consegnassero in potere del popolo per metterlo a morte.




SIRACIDE 28








Pagina del mio diario
(riflessione dopo l'ascolto dell'omelia del mio padre spirituale)
.....

Anch'io come Lui conservo molti sogni nello scrigno dell’anima, fra questi il desiderio di un trasalimento di una nuova nascita, di un coinvolgimento delle coscienze rilassate dal saputo e dal dedotto.
Il senso della vita si è scolorito. L'effimero domina.
La dottrina cristiana è stata minimizzata perché ritenuta troppo ardua da vivere e da accettare, tutto si è fermato a semplici atti di religiosità che non incidono minimamente nel miglioramento che è un atto da vivere giornalmente.

Le anime sconoscono la vita interiore per la lacunosa testimonianza ...
...

Come la vita fisica per sostenersi ha bisogno del cibo materiale, così la Vita dell’anima per sorreggersi ha bisogno del cibo divino: Gesù.
Per questa verità i cristiani dovrebbero farsi pane.
Il pianto, la disperazione e la miseria dei fratelli che soffrono sono le chiavi di lettura ai richiami del Cielo.
Gli stati d’abbattimento, di dolore, d’inerzia di questi fratelli devono essere curati con fine sensibilità e delicato servizio.

Eleonora Ruffo Giordani
26/10/2002

SIRACIDE 51 






sabato 20 dicembre 2014

La vita presente è come una notte trascorsa in un brutto albergo... e le uniche vere gioie sono quelle che ci provengono dalla fede .
(Santa Teresa d'Avila) 








Alla  sera di questa vita saremo giudicati sull'amore.

(San Giovanni della Croce)


( Sant' Agostino ) 

venerdì 19 dicembre 2014







Il Natale rischia di essere una festa di compleanno in cui ci si è scordati di invitare il festeggiato, e sempre più credenti provano disagio all'avvicinarsi del 25 dicembre. 

La provocazione di Dio fattosi uomo si è trasformata nella festa dei buoni sentimenti: Dio viene, e l'uomo non c'è. 

È l'uomo il grande assente della storia, non Dio. Forse per questa ragione abbiamo riempito di zucchero e melassa una festa nata per far riflettere?

 A Natale, poi, le persone sole, o sofferenti, vivono un dolore indicibile davanti alle rassicuranti immagini televisive in cui famiglie felici si radunano intorno ad un buon pranzo. 

Il messaggio del Natale è che Dio viene per farsi riconoscere dai poveri, e proprio i poveri vivono il Natale come il peggior giorno dell'anno?

L'autore aiuta a rileggere i racconti dei vangeli con lo sguardo della verità e della conversione: il suo è un vero e proprio manuale di sopravvivenza al Natale, per riappropriarsi dello stupore di un Dio neonato.

( Da Dov'è colui che è nato? Alla ricerca del Natale perduto. Editore: San Paolo Edizioni. Paolo Curtaz Autore
Collana: Dimensioni dello spirito. )


mercoledì 17 dicembre 2014




Dipinto dell'esimio Artista Joseph Brickey


La Tua nascita Amore insegna 

La preghiera s’eleva
T’avvolge nascituro Bambino
gli ulivi implorano
nel mistero della terra.

Sangue innocente sparge
mistici fiori sulla Tua culla.

Sei acqua di pianeti
nel mattino della vita
forgi le spade in vomeri
le lanci in falci.

Tuona la voce del creato
suono d’organo s’espande
nella nuova notte
la Tua nascita è Amore
all’umanità smarrita

© Eleonora Ruffo Giordani







Natale

Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?



Salvatore Quasimodo





L'Albero degli amici 


Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici
per il semplice caso di avere incrociato il nostro cammino.

Alcuni percorrono il cammino al nostro fianco,
vedendo molte lune passare,
gli altri li vediamo appena tra un passo e l'altro.

Tutti li chiamiamo amici e ce sono di molti tipi.
Talvolta ciascuna foglia di un albero rappresenta uno
dei nostri amici.
Il primo che nasce è il nostro amico Papà
e la nostra amica Mamma,
che ci mostrano cosa è la vita.

Dopo vengono gli amici Fratelli, con i quali dividiamo il
nostro spazio affinché possano fiorire come noi.
Conosciamo tutta la famiglia delle foglie che
rispettiamo e a cui auguriamo ogni bene.

Ma il destino ci presenta ad altri amici che non
sapevamo avrebbero incrociato il nostro cammino.
Molti di loro li chiamiamo amici dell'anima, del cuore.

Sono sinceri, sono veri. Sanno quando non stiamo bene,
sanno cosa ci fa felici. E alle volte uno di questi amici dell'anima
si infila nel nostro cuore e allora lo chiamiamo innamorato.
Egli dà luce ai nostri occhi, musica alle nostre labbra,
salti ai nostri piedi.

Ma ci sono anche quegli amici di passaggio, talvolta una
vacanza o un giorno o un'ora. Essi collocano un
sorriso nel nostro viso per tutto il tempo che stiamo con loro.

Non possiamo dimenticare gli amici distanti, quelli
che stanno nelle punte dei rami e che quando il vento
soffia appaiono sempre tra una foglia e l'altra.

Il tempo passa, l'estate se ne va, l'autunno si
avvicina e perdiamo alcune delle nostre foglie, alcune nascono
l'estate dopo, e altre permangono per molte stagioni.

Ma quello che ci lascia felici è che le foglie che
sono cadute continuano a vivere con noi,
alimentando le nostre radici con allegria.

Sono ricordi di momenti meravigliosi di quando
incrociarono il nostro cammino.

Ti auguro, foglia del mio albero, pace
amore, fortuna e prosperità.
Oggi e sempre…semplicemente perché ogni persona che
passa nella nostra vita è unica.
Sempre lascia un poco di sé e prende un poco di noi.

Ci saranno quelli che prendono molto,
ma non ci sarà chi non lascia niente.
Questa è la maggior responsabilità della nostra vita e
la prova evidente che due anime
non si incontrano per caso.

Paul Montes

(missionario sud-americano)