La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

venerdì 28 settembre 2012

Riflessione dl Giacinto Butindaro, Evangelico. Dal web.



Fratelli nel Signore, mi sono trovato costretto a scrivervi sui calunniatori e le loro calunnie perché in questi ultimi tempi si stanno moltiplicando contro di noi.
E per spiegarvi la ragione per cui molti ricorrono alla calunnia o alla diffamazione contro di noi, voglio ricordarvi queste parole scritte negli Atti degli Apostoli:
“Or Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva gran prodigi e segni fra il popolo. Ma alcuni della sinagoga detta dei Liberti, e de’ Cirenei, e degli Alessandrini, e di quei di Cilicia e d’Asia, si levarono a disputare con Stefano; e non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. Allora subornarono degli uomini che dissero: Noi l’abbiamo udito dir parole di bestemmia contro Mosè e contro Dio. E commossero il popolo e gli anziani e gli scribi; e venutigli addosso, lo afferrarono e lo menarono al Sinedrio; e presentarono dei falsi testimoni, che dicevano: quest’uomo non cessa di proferir parole contro il luogo santo e contro la legge. Infatti gli abbiamo udito dire che quel Nazareno, Gesù, distruggerà questo luogo e muterà gli usi che Mosè ci ha tramandati” (Atti 6:8-14).
Dunque, come potete vedere, quei Giudei ribelli nel momento che si accorsero di non poter resistere alle parole di Stefano che erano parole sagge inconfutabili, istigarono degli uomini che accusarono Stefano di qualche cosa che egli non aveva fatto e detto. Subornare infatti significa ‘istigare qualcuno a violare un proprio dovere’ o ‘corrompere un testimone o un perito attraverso promesse e offerte di denaro’.
Lo scopo era quello di portare Stefano davanti al Sinedrio e farlo condannare a morte, perché per la bestemmia contro Dio c’era la pena di morte secondo la legge di Mosè (Numeri 24:10-16). E riuscirono nel loro intento, infatti poi alla fine Stefano fu lapidato.
E non sta forse accadendo ancora oggi la stessa cosa? Non è forse vero che ci sono di quelli che essendosi visti confutati pubblicamente, e quindi non avendo nulla di biblicamente convincente da ribattere, hanno ricorso alla calunnia o diffamazione contro chi li ha confutati, ed hanno messo in giro accuse inventate – perché le calunnie non sono altro che accuse inventate per diffamare o screditare qualcuno – che quindi non si basano su delle prove? D’altronde, la calunnia o la diffamazione è un’arma che i ribelli e i seduttori di menti hanno sempre usato nei confronti di coloro che gli hanno turato la bocca e questo per tenere lontane le persone dalla verità che essi invece nascondono o contrastano.
Non è forse vero che i Giudei ribelli, in particolare gli scribi e i Farisei, calunniarono anche Gesù dicendo che cacciava i demoni per l’aiuto di Beelzebub (Matteo 12:24), che era un mangione e un beone e un amico dei pubblicani e dei peccatori (Matteo 11:19), che era lui stesso un peccatore (Giovanni 9:24), uno che traviava la moltitudine (Giovanni 7:12), e finanche uno che vietava di pagare i tributi a Cesare (Luca 23:2)?


E non è forse vero che anche l’apostolo Paolo e i suoi collaboratori furono calunniati da taluni che gli attribuirono la massima «facciamo il male affinché ne venga il bene» (Romani 3:8)?
Quindi, la cosa non ci meraviglia affatto.
Ribadiamo quindi che i calunniatori si riconoscono da questo, e cioè che a sostegno delle loro accuse non portano nessuna prova, o magari portano prove false come per esempio testimoni falsi, e questo perché le cose di cui loro accusano le loro vittime, non sono vere e perciò non possono essere provate.
E quindi costoro sono degli stolti, secondo che è scritto: “Chi spande la calunnia è uno stolto” (Proverbi 10:18).


Anzi, diciamo anche questo: costoro sono quelli che fanno l’opera del diavolo che è il calunniatore, difatti la parola greca ‘diabolos’ tradotta in italiano con diavolo significa ‘calunniatore’ o ‘colui che divide’.
Ecco dunque chi sono coloro che fanno l’opera dell’accusatore dei fratelli, quelli che lanciano accuse inventate, non provate, che hanno come obbiettivo premeditato quello di distruggere la reputazione del calunniato e di allontanare le persone da lui.
A riguardo di queste persone, vi ricordo che secondo la legge di Mosè, che è santa, giusta e buona, coloro che calunniavano il loro prossimo, una volta appurata la loro calunnia o diffamazione, dovevano essere puniti dai giudici.

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I calunniatori quindi devono sapere che arriva il giorno in cui Dio renderà loro secondo le loro opere, il che significa che il male fatto dalle loro lingue ricadrà sul loro capo.


Dunque, fratelli, nel momento in cui sentite delle specifiche accuse contro qualcuno e l’accusatore non è in grado o si rifiuta di fornire le prove a sostegno delle sue accuse, o fornisce prove false e testimoni falsi, dovete sapere che siete davanti ad un calunniatore o diffamatore. 

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Non abbiate niente a che fare con i calunniatori. (1 Corinzi 5:9-12).