La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

domenica 18 novembre 2012

Storia di Natale (dal web)

Dipinto dell'esimio Artista Gherardo Delle Notti

Era la vigilia di Natale nella piccola cittadina di Gevinia. La neve cadeva a fiocchi, il signor Severino stava rientrando a casa carico di pacchetti, quando si scontrò con un bambino e nell’urto gli caddero tutti i regali. «Che fai, piccoletto? Guarda cosa hai combinato!» disse il signor Severino. Il bambino, vestito con abiti poveri, guardava a terra come se stesse cercando qualcosa. Il signor Severino non ricevendo ascolto si arrabbiò e disse: «Non è buona educazione! Come ti chiami? Cosa stai facendo?» Il bambino alzò lo sguardo e rispose: «Mi chiamo Angelo, ho perso lo spirito natalizio e lo sto cercando». Il signor Severino balbettando disse: «Lo spi-spi-spirito na-na-natalizio…cioè?» Angelo lo guardò stupito e rispose: «Non sai cos’è? I grandi sanno sempre tutto…» Severino ancora balbettando disse: «Ma ce-ce-certo che so cosa è! Guarda tutti i regali che ho comprato!» Il bambino non gli diede retta, allora Severino continuò dicendo: «Io a casa ho l’albero più bello di tutta la città, è ricoperto da mille luci e ha degli addobbi preziosi». Angelo lo guardò con una strana espressione negli occhi e disse: «Mi sa che…anche tu lo devi cercare». Severino indispettito da tale affermazione raccolse i suoi pacchi e se ne andò. Quando arrivò in fondo alla via, sentì il bambino tossire, si girò e vide che il vento lo scuoteva tutto e che la neve lo bagnava. Gli fece tenerezza e ritornò indietro. Appoggiò i suoi regali a terra, si tolse il suo costoso cappotto e vi avvolse Angelo che a malapena si reggeva in piedi, lo prese in braccio e disse: «Vieni con me, ti porto al caldo a casa mia». Cercò di raccogliere anche i suoi preziosi pacchetti ma non riusciva a portare tutto, così decise di lasciarli lì. La sua casa era ad un isolato di distanza, proprio di fronte alla chiesa e all’orfanotrofio. I due arrivarono sfiniti. Severino appoggiò il bambino sul divano davanti al caminetto acceso, preparò una cioccolata calda e tanti dolcetti per Angelo ed iniziò a raccontargli di quando era piccolo e aspettava Babbo Natale con la sua famiglia. Si addormentarono così, abbracciati. Il mattino dopo Severino si svegliò al suono delle campane, ma Angelo non era lì. Guardò l’albero e vide appeso un semplice angioletto di legno dipinto a mano con un biglietto che diceva: Grazie Severino, tu mi hai accolto e ascoltato quando nessuno voleva farlo, Hai ritrovato lo spirito natalizio. Non contano i regali se non hai un amico vero con cui condividere una cioccolata calda. Il tuo Angelo Severino andò alla Santa Messa e dopo portò tutti i bambini dell’orfanotrofio nella sua splendida dimora, preparò dolcetti e cioccolata e regalò loro tutti i preziosi addobbi del suo albero. Conservò solo il suo angioletto che ancora oggi porta in tasca ovunque vada. 


 Andrea Giarduz