Imparare ad ascoltare.
Il teologo Urs von Balthsar si rivolge la seguente
riflessione: Se Dio non avesse parlato, se non si fosse rivelato, sarebbe
legittimo qualsiasi cammino verso di Lui. Persino questa faticosa ascesi con
cui a volte si circonda la preghiera, sarebbe legittima.
Però giacché Dio si è rivelato a noi in Cristo, in una
storia fatta di parole e di azioni, potremo conoscerlo soltanto ponendoci in
ascolto di queste parole ed azioni. Per Gesù Cristo passa la rivelazione di Dio
e la risposta dell’uomo. In Cristo Gesù possediamo la certezza dell’amore che
ci viene da Dio e la possibilità di potergli rispondere attraverso Gesù e
attraverso la nostra vita.
La vera preghiera è quella che cerca, non la vana pretesa
che sia Lui a rispondere alle nostre domande, ma quella per cui siamo noi che
accogliamo e rispondiamo all’eterno dialogo di amore che Lui tiene aperto con
noi attraverso Cristo Gesù.
Per questo la preghiera nasce dalla Parola di Dio e dal
nostro ascolto.
Come l’Antica Alleanza, anche noi siamo interpellati da un
Dio che ci dice: “Ascolta Israele!”. Pregare è essere “ascoltatori della
Parola”, e nessuno oserà negare che il silenzio sia il miglior spazio teologale
e psicologico per ascoltarla.
Santa Teresa, commentando il Padre nostro, invita ad
accoglierne le petizioni come se scaturissero or ora dalla bocca di Gesù. Pone
in tal modo l’accento sull’aspetto personalistico e dialogante della
rivelazione. E ci consiglia di porci, silenziosi e attenti, ai piedi di questo
buon Maestro, certi che egli saprà insegnarcelo senza il rumore di parole.
L’antico metodo della “lectio divina”, più che una nuova tecnica
di preghiera, ereditata dall’antica tradizione patristica e monastica, in
realtà è il paradigma di questo ascolto, concepito come dialogo con Dio. Leggi
( porta l’alimento alla bocca), medita (masticalo), prega (gustalo) e contempla
( riempiti sin nel tuo profondo di questa comunicazione divina). Tutto
direttamente: da Dio a te; da te a Dio. E’ sempre la medesima trilogia: parola,
risposta, nel silenzio.
Dovremo molte volte
porci all’ascolto di Dio direttamente attraverso i detti e le azioni di Gesù.
La lettura “pregata” dal suo Vangelo ci permette di sentirci suoi
contemporanei, di assumere e proiettare i suoi sentimenti, essere protagonisti
della sua medesima storia di salvezza.
Però, altre volte, il nostro ascolto della Parola di Dio
dovremo farlo partendo direttamente dalla nostra vita. Saranno moltissime le
occasioni in cui, secondo lo stile di Maria, dobbiamo posare il nostro sguardo
contemplativo – cioè, fatto di amore, di pace e di silenzio – sulle cose e
sugli avvenimenti. E trasportare il tutto nel mondo silenzioso della nostra
interiorità.
Poi, nuovamente in silenzio, meditarlo nel nostro cuore.
Nel silenzio possiamo presentare a Dio una situazione, un
problema personale, con il desiderio d’ottenere un’illuminazione, un’ispirazione, una risposta, la forza per
compiere la volontà di Dio, la sapienza per un discernimento della verità, il
coraggio per una decisione…
Il silenzio ci permette d’essere d’essere ascolto attento
che vuole scoprire il passo di Dio e la manifestazione della sua volontà nella
brezza soave di un’ispirazione interiore.
In questo porre in controluce di Dio un problema personale,
una situazione sociale, ascoltiamo, non parole illusorie, ma quel sottile
schiocco che produce la conversazione del cuore: si realizza quel cambio di
ottica per cui quel medesimo problema è osservarlo in tutti gli aspetti, non
soltanto dal nostro punto di vista.
E nel silenzio della preghiera qualche volta Dio agisce
nella forma più chiara, quando cambia profondamente il nostro atteggiamento
iniziale verso situazioni e persone, ci converte alla sua volontà, infonde
coraggio per intraprendere un’opera, ci rinnova e cambia il nostro piano
meschino per mezzo di un atto di coraggio e di amore nel suo servizio.
“Stare in silenzio” non significa di per sé “ascoltare”.
Ascoltare è un aprirsi volontariamente, è assecondare in noi l’opera di Dio,
che ci cambia e trasforma nel silenzio. Il parlare di Dio è agire nell’intimo.
E Dio, nel silenzio della preghiera, continua ad agire
trasformando le persone.
(Da "Pregare" Ed. OCD Roma )