di
Padre Jacques Philippe
Seconda parte
17. La via regale dell'amore
Perché in definitiva la via migliore è questa maniera di procedere basata sulla pace, la libertà, l'abbandono fiducioso in Dio, l'accettazione tranquilla delle nostre infermità ed anche delle cadute?
Perché la sola vera perfezione è quella dell'amore. In questa via vi è più amore vero per Dio. Suor Faustina diceva: « Quando non so che fare, interrogo l'amore, è lui che mi consiglia per il meglio ».
Il Signore ci chiama alla perfezione: « Siate perfetti come il vostro Padre del cielo è perfetto! ».
Ma secondo il Vangelo è più perfetto colui che ama di più, non colui che si comporta in modo esternamente irreprensibile.
La condotta più perfetta non è quella che corrisponde all'immagine che a volte ci facciamo della perfezione, come potrebbe essere un comportamento impeccabile e senza sbavature. Essa è quella dove si nutre più amore disinteressato per Dio e meno ricerca orgogliosa di se stessi.
Colui che accetta d'essere debole, di cadere spesso, di non essere nulla ai propri occhi né a quelli degli altri - senza però preoccuparsene eccessivamente poiché ha fiducia in Dio e sa che il suo amore è infinitamente più importante delle sue imperfezioni e delle sue colpe - ama molto più di colui che spinge la preoccupazione della propria perfezione fino all'inquietudine. E' meno centrato su se stesso e più su Dio. Beati i poveri di spirito perché a loro appartiene il regno dei cieli: beati coloro i quali, illuminati dallo Spirito santo, hanno imparato ad accettare gioiosamente la loro povertà mettendo tutte le loro speranze non in se stessi ma in Dio. Lui stesso sarà la loro ricchezza, la loro perfezione, la loro santità, la loro virtù. Beati coloro che sanno amare la propria povertà, perché essa è la meravigliosa occasione donata a Dio di manifestare l'immensità del suo amore e della sua misericordia. Diventeremo santi il giorno in cui la nostra incapacità e il nostro nulla non saranno più per noi causa di tristezza e d'inquietudine bensì di pace e gioia.
Questa via di povertà, che è anche la via dell'amore, è la più efficace per farci crescere, per farci acquisire progressivamente tutte le virtù e per purificarci dalle colpe. Solo l'amore è fonte di crescita, solo l'amore è fecondo. Solo l'amore purifica profondamente dal peccato: « II fuoco dell'amore purifica più del fuoco del purgatorio » (Teresa di Gesù Bambino). Questo cammino basato sulla gioiosa accettazione della propria povertà non è affatto una rassegnazione dalla mediocrità, un'abdicazione alla perfezione. E' il percorso più rapido e sicuro verso di essa, poiché ci predispone ad essere docili all'azione della grazia come bimbi che si lasciano condurre dall'amore misericordioso del Padre, laddove con le proprie forze non
arriverebbero mai.
18. Qualche consiglio come conclusione
Cerchiamo dunque di mettere in pratica quanto detto, con pazienza, perseveranza e, soprattutto, senza scoraggiarci se non ci riusciamo perfettamente! Se posso permettermi di usare questa formula un po' paradossale: non bisogna perdere la pace perché non riusciamo sempre a restare nella pace come vorremmo! La nostra rieducazione è lenta. Occorre essere molto pazienti con se stessi.
Dunque, principio fondamentale: « lo non mi scoraggio mai! ». E ancora una frase di Teresa di Gesù Bambino. Essa è il modello forse più bello di quello spirito che abbiamo tentato di descrivere in queste pagine. Ricordiamo anche una parola di santa Teresa d'Avila: « La pazienza ottiene tutto ».
Altro principio pratico, molto utile, è il seguente: se non sono capace di fare grandi cose, non mi
scoraggio, ma ne faccio delle piccole! A volte, perché incapaci di grandi gesti, di atti eroici, trascuriamo le piccole cose, alla nostra portata, che sono tanto feconde. Apriamo il nostro cuore a queste parole di Gesù: « Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone » (Mt 25,21). Se il Signore ci troverà fedeli nel perseverare nei piccoli sforzi per piacergli, interverrà Lui stesso e ci stabilirà in una grazia più elevata. Quindi se non sono ancora capace di mantenermi nella pace davanti a situazioni difficili, che io cominci a sforzarmi di custodirla nelle situazioni più semplici,
assolvendo tranquillamente e senza nervosismo i miei compiti quotidiani, avendo cura di fare bene ogni cosa al momento presente senza preoccuparmi della successiva, parlando tranquillamente e con dolcezza a quelli che mi circondano, evitando un'eccessiva fretta nei gesti o nella maniera, per esempio, di salire le scale, ecc. I primi gradini della scala della santità possono ben essere quelli del mio appartamento!
L'anima si rieduca molto spesso attraverso il corpo! Le piccole cose fatte con amore e per accontentare
Dio apportano un grande beneficio alla nostra crescita. È uno dei segreti della santità di Teresa di Gesù Bambino.
Se perseveriamo in questo modo, potremo vivere la parola di san Paolo: « Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza,
custodirà i vostri cuori ed i vostri pensieri in Cristo Gesù» (Fil 4,6-7).
E questa pace nessuno potrà mai rapirla dal nostro cuore.
(continua)