di
Padre Jacques Philippe
Dipinto dell'esimia Artista Dona Gelsinger
Terza Parte
Ce lo dicono i santi.
Juan De Bonilla (XVI sec.)
La pace, cammino verso la perfezione
L'esperienza vi mostrerà che la pace, che riverserà nella vostra anima la carità, l'amore di Dio e del
prossimo, è la via più diretta verso la vita eterna.
Abbiate cura di non lasciare mai che il vostro cuore si preoccupi, si rattristi, si commuova, né che conviva con quanto potrebbe causargli inquietudine, ma lavorate sempre per mantenerlo tranquillo, poiché il Signore dice: Beati i pacifici. Fate questo e il Signore edificherà, nella vostra anima, la città della pace e farà di voi la casa delle delizie. Ciò che si aspetta da parte vostra è solo che tutte le volte in cui vi capita di preoccuparvi sappiate riacquistare la calma e la pace da soli, nelle opere, nei pensieri e nei movimenti, senza eccezione.
Così come una città non si edifica in un giorno, non pensate affatto di arrivare in un sol giorno alla pace e all'acquietamento interiore, perché si tratta di edificare una dimora per Dio e che voi diventiate suo tempio. Sarà lo stesso Signore a costruire: senza di lui il vostro lavoro sarà inutile.
D'altra parte considerate che questo edificio ha per fondamento l'umiltà.
Tenere l'anima libera e senza vincoli
Che la vostra volontà sia sempre pronta ad ogni evenienza, e che il vostro cuore non sia assoggettato a nulla. Quando formulerete qualche desiderio, che sia fatto in modo di non provare poi alcuna pena in caso di fallimento, di custodire l'animo in pace come se nulla aveste sperato. La vera libertà consiste nel non legarsi a niente.
È proprio così, senza vincoli, che il Signore vuole la vostra anima per potervi operare le sue grandiose
meraviglie...
Lorenzo Scrupoli (1520-1610)
Cosa fare quando abbiamo peccato?
Quando tu ti trovi ferita (si riferisce ad un'anima) per essere caduta in qualche difetto per tua debolezza, ovvero anco talora per volontà e malizia, non t'impusillanimire, né t'inquietare per questo, ma rivolgendoti subito a Dio digli così:
« Ecco, Signor mio, cosa ho fatto da quello che sono, né da me altro ci si poteva aspettare che cadute ». E qui con un poco di calma umiliati ai tuoi occhi, rammaricati dell'offesa del Signore e senza confonderti sdegnati contro le tue viziose passioni, principalmente contro quella che
ti ha cagionato la caduta. Seguita poi:
« Né mi sarei fermata qui, Signore, se tu per tua bontà non mi avessi tenuta ». E qui rendigli grazie ed amalo più che mai, stupendoti per tanta clemenza poiché offeso da te ti porge la mano destra perché tu non cada di nuovo.
In ultimo dirai con gran confidenza nella sua infinita misericordia:
In ultimo dirai con gran confidenza nella sua infinita misericordia:
« Fa' tu, Signore, da quello che sei: perdonami, né permettere che io viva da te separata, né lontana giammai, né che più ti offenda ».
E fatto questo, non ti dare a pensare se Iddio ti abbia perdonato o no perché ciò non è altro che superbia, inquietudine di mente, perdita di tempo ed inganno del demonio sotto colore di diversi buoni pretesti.
Però lasciandoti liberamente nelle mani pietose di Dio, seguita il tuo esercizio come se non fossi caduta.
E se molte volte al giorno tornassi a cadere e restare ferita, fa' quello che ti ho detto, con non meno fiducia la seconda, la terza ed ancor l'ultima volta, che la prima; e dispregiando sempre più te stessa e più odiando il peccato, sforzati di vivere più cauta. Questo esercizio spiace molto al demonio, sia perché vede che è graditissimo a Dio sia perché ne viene a rimanere confuso, trovandosi superato da chi prima egli aveva vinto... E se dopo il difetto ti sentissi inquieta, confusa e sconfidata, la prima cosa che tu hai da fare è il recuperare la pace, la tranquillità del cuore e la fiducia …
( combattimento spirituale, cap. XXVI).
Però lasciandoti liberamente nelle mani pietose di Dio, seguita il tuo esercizio come se non fossi caduta.
E se molte volte al giorno tornassi a cadere e restare ferita, fa' quello che ti ho detto, con non meno fiducia la seconda, la terza ed ancor l'ultima volta, che la prima; e dispregiando sempre più te stessa e più odiando il peccato, sforzati di vivere più cauta. Questo esercizio spiace molto al demonio, sia perché vede che è graditissimo a Dio sia perché ne viene a rimanere confuso, trovandosi superato da chi prima egli aveva vinto... E se dopo il difetto ti sentissi inquieta, confusa e sconfidata, la prima cosa che tu hai da fare è il recuperare la pace, la tranquillità del cuore e la fiducia …
( combattimento spirituale, cap. XXVI).
San Francesco Di Sales (1567-1622)
Dio è il Dio della pace
Poiché l'amore non dimora che nella pace, vi raccomando di avere sempre cura di conservare per bene la santa tranquillità di cuore.
Tutti i pensieri che procurano inquietudine e agitazione di spirito non vengono affatto da Dio poiché Egli è il principe della pace. Sono tentazioni del nemico e pertanto bisogna scacciarle e non tenerne conto.
Bisogna vivere tranquillamente in tutto e per tutto. Se ci arriva una sofferenza, interiore o esteriore, la
dobbiamo accettare tranquillamente. Se ci arriva una gioia accogliamola con eguale tranquillità, senza trasalire. Dobbiamo fuggire il male? Bisogna che sia fatto tranquillamente, senza preoccupazione, poiché altrimenti nella fuga potremmo cadere e dare occasione al nemico di ucciderci. Dobbiamo fare del bene?
Facciamolo serenamente altrimenti potremmo commettere molti errori con l'agitazione. Bisogna fare tranquillamente perfino la penitenza.
Lettera alla Badessa del Puy d'Orbe
Come ottenere la pace
Facciamo tre cose, mia carissima figlia, e avremo la pace: abbiamo una pura intenzione di volere, in tutte le cose, l'onore di Dio e la sua gloria; facciamo il poco che possiamo a tal fine, secondo l'opinione del nostro direttore spirituale; e lasciamo a Dio la cura di tutto il resto. Chi ha Dio come oggetto delle sue intenzioni, e fa quanto può, perché dovrebbe turbarsi? Cosa potrebbe temere?
No e poi no, Dio non è così terribile con quelli che ama. Egli si contenta di poco poiché sa bene che non abbiamo che poco. Sappiate, figlia cara, che nostro Signore è chiamato principe della pace nelle Scritture e che nonostante sia padrone di tutto, tiene tutto nella pace. Nondimeno è vero che prima di stabilire la pace in un luogo vi procura la guerra, separando l'anima da ciò che le è più caro e abituale, vale a dire dall'amore smisurato per se stessa, dall'autocompiacimento ed altri simili.
Orbene, quando nostro Signore ci separa da queste passioni così graziose e care, sembra scorticare vivo
il nostro cuore. Si provano sentimenti molto amari. Non possiamo evitare di dibatterci con tutta l'anima, perché questa separazione è molto dolorosa. Ma tutto questo dibattersi ci lascerà nella pace se alla fine non smettiamo di tenere la nostra volontà rassegnata a quella di nostro Signore lasciandocela inchiodare a suo buon piacere: così facendo non tralasceremo affatto i nostri incarichi e il loro svolgimento, ma li eseguiremo coraggiosamente.
Pace e umiltà
La pace nasce dall'umiltà.
Nulla ci turba tanto quanto l'amor proprio e la stima che abbiamo di noi stessi... Come mai, quando cadiamo nell'imperfezione e nel peccato, siamo sorpresi, turbati e impazienti? Senza dubbio pensavamo di essere validi, risoluti e stabili. Di conseguenza, quando vediamo che non siamo nulla di tutto questo, ci ritroviamo col naso a terra e constatiamo di esserci sbagliati, siamo turbati, offesi e inquieti.
Se prendessimo seriamente coscienza di quello che siamo, invece di stupirci perché ci vediamo a terra, ci meraviglieremmo di come possiamo ancora restare in piedi.
Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio.
Tutto si converte in favore di coloro che amano Dio. In verità, poiché Dio può e sa trarre il bene dal male, per chi lo farebbe se non per quelli che, senza riserve, si sono donati a Lui? Orbene, perfino i peccati (dai quali Dio nella sua bontà ci difenda!) sono ridotti dalla divina Provvidenza al bene di coloro che gli appartengono. Davide non sarebbe mai stato tanto pieno di umiltà se non avesse peccato, né Maddalena così innamorata del suo Salvatore se non le fossero stati perdonati tanti peccati che non avrebbero mai potuto essere perdonati se non fossero stati commessi.
Vedete, figlia mia cara, questo grande medico misericordioso: converte le nostre miserie in grazie e da alle nostre anime la salutare medicina contro la vipera delle nostre iniquità. Ditemi, vi prego, cosa ne farà delle nostre afflizioni, delle nostre fatiche, e delle persecuzioni ricevute? Se dunque succede che siate toccati da qualche dispiacere, di qualunque genere possa essere, rassicuratevi poiché se amate molto Dio tutto si convertirà in bene. Sebbene non vediate le vie attraverso le quali questo arriverà a voi, state pur certi che arriverà. Se Dio getta il fango dell'ignominia sui vostri occhi è per donarvi una buona vista e farvi assistere ad uno spettacolo d'onore. Se Dio permette che cadiate, come nel caso di san Paolo - da Lui gettato a terra - è per innalzarvi alla sua gloria.
Desiderare in modo assoluto solo Dio, il resto con moderazione
Fiducia nella Provvidenza
La misura della divina Provvidenza su di noi è la fiducia che riponiamo in essa.
Non prevenite affatto le complicazioni di questa vita con l'apprensione, ma con la perfetta speranza che, man mano che si presenteranno, Dio al quale apparteniamo ce ne libererà. Vi ha custodito fino ad oggi, tenetevi forte alla mano della sua Provvidenza ed egli vi assisterà in tutte le occasioni; dove non potrete camminare, vi porterà in braccio. Cosa avete da temere, mia carissima figlia, essendo di Dio, che ci ha così fortemente assicurati che, per coloro che l'amano, tutto si converte in gioia? Non pensate affatto a quello che succederà domani, poiché lo stesso Padre eterno, che ha cura di voi oggi, ne avrà domani e
sempre: non vi procurerà nessun male, o, se lo permetterà, vi darà anche un coraggio invincibile per sopportarlo.
Dimorate nella pace, mia carissima figlia, eliminate dalla vostra immaginazione quanto può turbarvi e dite spesso a nostro Signore: O Dio, siete il mio Dio e ho fiducia in voi; mi assisterete, sarete il mio rifugio e non avrò nulla da temere, poiché voi siete non solo con me ma in me, ed io in voi. Cosa può temere un bimbo tra le braccia di un tale padre? Siate proprio una bimba, carissima figlia. Come sapete, i bambini non pensano a molte faccende, hanno chi pensa per loro: essi sono forti abbastanza se restano coi loro genitori. Fate proprio così, dunque, mia carissima figlia e sarete in pace.
Evitare la fretta
Non abbiate alcuna fretta, poiché ogni sorta di fretta turba la ragione e la capacità di giudizio e ci
impedisce anche di fare bene la cosa che ci apprestiamo a fare con furia...
Quando nostro Signore riprende santa Marta le dice: « Marta, Marta, sei preoccupata e ti turbi per molte cose ». Vedete bene, se ella fosse stata semplicemente accurata, non si sarebbe affatto turbata; siccome era nella preoccupazione e nell'inquietudine si affrettava e si turbava. E per questo che il Signore la riprende...
Mai compito assolto con impetuosità e fretta fu ben fatto... Ricevete dunque quanto vi accade nella pace
e sforzatevi di fare le cose con ordine, una dopo l'altra.
Pace davanti ai nostri difetti
Altrimenti, figlia mia, le imperfezioni che sottilmente vedete in voi vi turbano ancora più sottilmente e così si mantengono, non essendovi nulla che conserva di più le nostre tare che l'inquietudine e la fretta di eliminarle.
Dolcezza e pace nello zelo verso gli altri
Ad una maestra di novizie:
Figliola mia, Dio vi ha fatto la grande misericordia di aver richiamato il vostro cuore a sopportare
gentilmente il prossimo e di aver santamente gettato il balsamo della mitezza di cuore verso gli altri nel vino del vostro zelo. Non avevate bisogno che di questo, mia cara figlia; il vostro zelo era, sì, buono, ma aveva il difetto d'essere un poco amaro, un poco insistente, un poco inquieto ed anche puntiglioso. Eccolo ora purificato da tutto questo. Ora sarà dolce, benigno, aggraziato, pacifico, e in grado di sopportare.
Ed infine: accettare senza turbamento di non riuscire sempre a conservare la pace!
Sforzatevi, figlia mia, di tenere il vostro cuore nella pace attraverso l'uniformità degli stati d'animo. Non dico: mantenetelo nella pace ma: sforzatevi di farlo. Che questa sia la vostra prima preoccupazione, e guardatevi bene dal turbarvi quando non riuscirete a placare immediatamente la varietà di sentimenti dei vostri stati d'animo.
Santa Teresa D'Avila (1515-1582)
Vera e falsa umiltà
Inoltre, figliuole mie, dovete guardarvi da quell'umiltà che getta l'anima nelle più vive inquietudini con la rappresentazione dei nostri più gravi peccati. Il demonio la suggerisce turbando le anime in vari modi...
Vedono peccati in quello che fanno, e perfino inutili le loro opere buone. Lo scoraggiamento le invade e, sentendosi impotenti per ogni opera di bene, si lasciano cadere le braccia, immaginandosi perfino che quanto in altri è lodevole sia in esse da riprovarsi. Per profonda che sia, la vera umiltà non inquieta mai, non agita, non disturba, ma inonda l'anima di pace, di soavità e di riposo. La vista della nostra miseria ci mostra che meritiamo l'inferno, ci riempie l'anima di afflizione, ci toglie quasi il coraggio di domandare misericordia. Ma se c'è vera umiltà, questa pena è temperata da tanta pace e dolcezza, da desiderare di non esserne mai privi. Non solo non inquieta e non stringe l'anima, ma la dilata e la rende più abile a servire Iddio, mentre l'umiltà del demonio disturba, scompiglia, mette tutto sottosopra ed è molto penosa. Se il maligno ci vuoi far credere che siamo umili, penso che sia per poi indurci, potendolo, a diffidare di Dio.
(Cammino di perfezione, cap. 39)