La bugia attecchisce come la malerba ( la zizzania ) nei campi di grano... Al tempo
della mietitura la “Verità” legherà la
zizzania in fasci e la brucerà nel fuoco eterno, mentre il frumento verrà riposto nei granai.
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SALMO 128
ESPOSIZIONE
DISCORSO
AL POPOLO
(Sant'Agostino)
Nella
Chiesa ci sono buoni e cattivi.
Il salmo che abbiamo cantato è breve e
quindi ha una certa analogia con quanto nel Vangelo è scritto a proposito di
Zaccheo, personaggio piccolo di statura ma grande nelle opere [buone] .
Potremmo anche pensare a quella vedova che offrì due spiccioli nell'erario del
tempio: piccola la somma ma grande la carità .
Così è questo salmo: breve per il numero delle parole, grande per il contenuto.
Non potrà comunque intrattenerci troppo a lungo, cioè fino ad annoiarci.
Perché? Lo immagini la vostra intelligenza e prestatemi l'attenzione solita nei
cristiani [maturi]. Che la parola di Dio risuoni, opportuna o importuna, a chi
vuole e a chi non vuole ascoltarla! Di per se stessa poi saprà trovarsi il
posto: saprà trovarsi dei cuori in cui riposare e della terra dove germogliare
e produrre frutto. Ci sono purtroppo - è cosa risaputa - molti cattivi e molti
perversi, e la Chiesa sino alla fine dovrà portarne il peso. Son coloro per i
quali la parola di Dio è inutile: se cade su di loro, è come il seme calpestato
sulla strada o beccato dagli uccelli; o come il seme caduto in terreno sassoso,
dove, non avendo terra sufficiente, non può mettere radici e appena spuntato
fuori viene seccato dal calore del sole; o come il seme caduto fra le spine, il
quale, sebbene attecchisca e cerchi di liberarsi e uscire all'aperto, tuttavia
viene soffocato dalla quantità delle spine. Analogamente ci son di quelli che
disprezzano la parola di Dio, e costoro sono come una strada; altri ne godono
per un po' di tempo ma all'arrivo della prova si disseccano, bruciati, per così
dire, dal sole; altri finalmente son presi da pensieri, preoccupazioni e
angustie mondane, e queste son come spine, spuntate dalla radice dell'avarizia,
che soffocano la semente ormai in germoglio. C'è però anche la terra buona,
nella quale il seme cade e produce il [suo] frutto: dove il trenta, dove il
sessanta e dove il cento per uno. Son tutte quelle persone che, abbiano
prodotto o poco o molto, andranno a finire nel granaio.
Ci sono quindi di tali cristiani; e noi parliamo per loro, per loro parla la
Scrittura, per loro non cessa l'annuncio evangelico. Ma che anche gli altri ci
ascoltino! Ascoltando, se oggi sono così domani forse potranno essere diversi;
forse cambieranno condotta, areranno il terreno divenuto strada, lo libereranno
dalle pietre, ne estirperanno le spine. Ci parli dunque lo Spirito di Dio! Ci
parli e ci faccia udire il suo canto. Risuoni la sua melodia tanto se noi siamo
disposti a ballare quanto se non lo siamo. Voglio dire che, come chi balla
muove le membra al ritmo di una melodia, così chi si uniforma al comandamento
di Dio è uno che balla, cioè adatta le sue opere al suono [della voce celeste].
A questo proposito, cosa dice il Signore nel Vangelo a proposito di certuni che
non vollero fare così? Vi abbiamo suonato la musica e voi non avete
ballato; vi abbiamo cantato un lamento e voi non avete pianto. Inizi
dunque la sua melodia! Noi abbiamo fiducia nella misericordia di Dio che ci
saranno di quelli che ci consoleranno. Quanto agli altri, gli ostinati, coloro
che s'induriscono nel male e che, pur ascoltando la parola di Dio, mettono ogni
giorno lo scompiglio nella Chiesa, son proprio coloro di cui parla il nostro
salmo, che comincia come segue.
La
Chiesa perseguitata fin dagli inizi.
[vv 1-3.] Spesso [e] fin
dalla mia giovinezza mi hanno combattuta. È la Chiesa che parla di coloro
che le tocca sopportare, e pare voglia dire: Ma è forse da adesso? Da gran
tempo esiste la Chiesa: essa è sulla terra da quando furono chiamati i [primi]
santi. Un tempo risultò costituita dal solo Abele, e fu combattuta da Caino,
fratello cattivo e sciagurato.
Poi fu costituita dal solo Enoch, e lo si dovette sottrarre di fra mezzo agli
iniqui.
Poi fu costituita dalla famiglia di Noè, e dovette sostenere l'opposizione di
tutti coloro che perirono nel diluvio, quando solamente l'arca restò a
galleggiare sui marosi finché non toccò la terraferma.
In seguito la Chiesa fu costituita dal solo Abramo, e ben note ci sono le prove
che ebbe a subire da parte dei cattivi; poi risultò formata esclusivamente da
Lot, figlio di suo fratello, e dalla famiglia di lui, residente a Sodoma, e dei
sodomiti dovette affrontare gli abusi e la perversione finché Dio non
intervenne a liberarlo.
Più tardi la Chiesa fu costituita dal popolo d'Israele, ma ebbe a tollerare
l'odio del faraone e degli egiziani. Nell'ambito della Chiesa così costituita,
cioè all'interno dello stesso popolo israelitico, la Chiesa cominciò a contare
certi santi quali Mosè e altri, i quali però dovettero soffrire da parte dei
giudei iniqui, sebbene popolo d'Israele. E così si giunse al nostro Signore
Gesù Cristo e cominciò a predicarsi il Vangelo.
Era già stato detto nei salmi:
Ho annunziato e parlato; si sono moltiplicati oltre il numero. Che significa: Oltre il numero? Hanno creduto non solo quelli che rientravano nel numero dei santi, ma sono entrati [nella Chiesa] anche altri, oltrepassando questo numero.
Vi sono entrati molti giusti, ma in numero anche maggiore gli iniqui. Ed è giocoforza che i giusti tollerino gli iniqui.
Ma da quando? Da quando c'è la Chiesa. Forse che capita solo adesso, quando può farne il computo o vi torna col ricordo? Non si stupisca quindi la Chiesa né alcuno di coloro che fan parte della Chiesa intendendo formare un membro sano di lei.
Ascolti la sua stessa madre, la Chiesa cioè, e lei gli dirà proprio questo:
Non meravigliarti di tali cose, o figlio! Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuta.
Era già stato detto nei salmi:
Ho annunziato e parlato; si sono moltiplicati oltre il numero. Che significa: Oltre il numero? Hanno creduto non solo quelli che rientravano nel numero dei santi, ma sono entrati [nella Chiesa] anche altri, oltrepassando questo numero.
Vi sono entrati molti giusti, ma in numero anche maggiore gli iniqui. Ed è giocoforza che i giusti tollerino gli iniqui.
Ma da quando? Da quando c'è la Chiesa. Forse che capita solo adesso, quando può farne il computo o vi torna col ricordo? Non si stupisca quindi la Chiesa né alcuno di coloro che fan parte della Chiesa intendendo formare un membro sano di lei.
Ascolti la sua stessa madre, la Chiesa cioè, e lei gli dirà proprio questo:
Non meravigliarti di tali cose, o figlio! Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuta.
Le
prove del passato sono garanzia per il presente.
Gran coraggio iniziare il salmo con le
parole: Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuta. Sembra
quasi che il discorso sia stato già avviato, come di uno che non lo cominci ora
ma voglia rispondere.
A chi risponde? A coloro che pensano e dicono: Quanti mali occorre sopportare! Come aumenta ogni giorno il numero degli scandali! Com'è che tanti malfattori entrano nella Chiesa e noi dobbiamo tollerarli? Risponda la Chiesa per bocca di alcuni [suoi figli].
Con le parole dei più forti risponda alle lamentele dei più deboli e siano, questi forti, a rassicurare i deboli;
siano i grandi a incoraggiare i piccoli. Dica comunque la Chiesa: Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuta; Israele dal suo canto dica: Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuto. Lo dica, non si spaventi! Ma che valore ha l'aggiunta: Fin dalla mia giovinezza, posta dopo le parole: Spesso mi hanno combattuta? Attualmente si combatte la Chiesa giunta ormai a vecchiaia, ma non se ne spaventi. Dica: Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuta. Per quanto i nemici mai abbiano smesso di combatterla, forse che lei non è giunta alla vecchiaia? Hanno forse potuto distruggerla? Dica poi Israele. Israele si consoli: si consoli la Chiesa per le esperienze del passato e dica: Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuta.
A chi risponde? A coloro che pensano e dicono: Quanti mali occorre sopportare! Come aumenta ogni giorno il numero degli scandali! Com'è che tanti malfattori entrano nella Chiesa e noi dobbiamo tollerarli? Risponda la Chiesa per bocca di alcuni [suoi figli].
Con le parole dei più forti risponda alle lamentele dei più deboli e siano, questi forti, a rassicurare i deboli;
siano i grandi a incoraggiare i piccoli. Dica comunque la Chiesa: Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuta; Israele dal suo canto dica: Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuto. Lo dica, non si spaventi! Ma che valore ha l'aggiunta: Fin dalla mia giovinezza, posta dopo le parole: Spesso mi hanno combattuta? Attualmente si combatte la Chiesa giunta ormai a vecchiaia, ma non se ne spaventi. Dica: Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuta. Per quanto i nemici mai abbiano smesso di combatterla, forse che lei non è giunta alla vecchiaia? Hanno forse potuto distruggerla? Dica poi Israele. Israele si consoli: si consoli la Chiesa per le esperienze del passato e dica: Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuta.
I
perversi detestano la parola di Dio e chi la pratica.
Perché mi hanno combattuta?
Perché non poterono [prevalere] contro di me. Sopra le mie spalle hanno costruito i peccatori, lontano spinsero la loro iniquità. Perché mi hanno combattuta?
Perché non poterono [prevalere] contro di me.
Che significa: Non poterono [prevalere] contro di me?
Non riuscirono a costruire.
Che significa:
Non poterono [prevalere] contro di me?
Non ho acconsentito a compiere il male.
Se infatti il cattivo perseguita il buono,
lo fa perché il buono non s'accorda con lui nel compiere il male.
Ponete il caso d'un malfattore.
Se il vescovo non lo rimprovera, è un buon vescovo; se lo rimprovera, è un vescovo cattivo.
C'è un furto: se [il vescovo] non dice niente all'autore del furto, è buono, è invece cattivo se poco poco ne parla e lo rimprovera, anche se non esige la restituzione. Cattivo chi rimprovera il ladro, buono il ladro lui stesso!
Buon viaggio! Mangiamo e beviamo poiché domani morremo.
Ma l'Apostolo è d'opinione contraria. I discorsi cattivi corrompono i buoni costumi - dice -, e voi, o giusti, siate sobri e non peccate.
Ecco risuonare una parola, un discorso, che disapprova la sfrenatezza.
Colui che è appassionato del piacere sarà per forza un nemico acerrimo di ogni parola che suoni contraria a ciò che ama;
e giungerà a odiare la parola di Dio.
Gli è diventata amica l'avarizia, gli si è inimicato Dio! Dio infatti è in contrasto con l'avarizia e non vuole che alcuna creatura sia preda dell'avarizia. Grida: Io debbo possederti; perché vuoi lasciarti possedere dall'avarizia? Essa esige cose difficili, io facili; il suo peso è grave, il mio leggero;
il suo giogo è duro, il mio soave.
Non lasciarti dominare dall'avarizia! L'avarizia ti impone di attraversare i mari e tu obbedisci; ti comanda di esporti ai venti e alle tempeste, mentre io ti comando solo d'affacciarti all'uscio per dare ai poveri quello che hai. Eppure tu sei pigro a compiere l'opera buona che ti è a portata di mano e hai l'ardimento per attraversare il mare!
Al comando dell'avarizia ti sottometti da [umile] servo; di fronte al comandamento di Dio odii chi te l'impone.
Ma basterà questo? Animato da tale odio, comincerà a calunniare coloro che gli danno saggi precetti e solo per dei sospetti si porrà a scovare colpe nei servi di Dio. "
Quei tali che ci insegnano tali cose forse che non sono loro stessi i primi a fare come noi? " E raccontano come vere tanto le cose effettivamente accadute quanto quelle non accadute; e dicono fatte male le cose fatte bene, e tutti i mali che affliggono la società li attribuiscono alla nostra colpa.
Cosa risponderemo? Non rivolgerti a me, bada piuttosto a questa parola [scritturale]. Chiunque sia che te la pronunzi, essa è rivolta a te, e tu con essa sei in contrasto.
Mettiti d'accordo col tuo avversario mentre sei ancora in cammino con lui.
Ti sei inimicata la parola di Dio.
Non considerare chi te l'annuncia.
Potrebbe anche darsi che sia cattivo colui che te la predica, ma non è certo cattiva la parola di Dio che ti risuona all'orecchio. Accusa Dio, se ne hai il coraggio, accusalo!
Perché non poterono [prevalere] contro di me. Sopra le mie spalle hanno costruito i peccatori, lontano spinsero la loro iniquità. Perché mi hanno combattuta?
Perché non poterono [prevalere] contro di me.
Che significa: Non poterono [prevalere] contro di me?
Non riuscirono a costruire.
Che significa:
Non poterono [prevalere] contro di me?
Non ho acconsentito a compiere il male.
Se infatti il cattivo perseguita il buono,
lo fa perché il buono non s'accorda con lui nel compiere il male.
Ponete il caso d'un malfattore.
Se il vescovo non lo rimprovera, è un buon vescovo; se lo rimprovera, è un vescovo cattivo.
C'è un furto: se [il vescovo] non dice niente all'autore del furto, è buono, è invece cattivo se poco poco ne parla e lo rimprovera, anche se non esige la restituzione. Cattivo chi rimprovera il ladro, buono il ladro lui stesso!
Buon viaggio! Mangiamo e beviamo poiché domani morremo.
Ma l'Apostolo è d'opinione contraria. I discorsi cattivi corrompono i buoni costumi - dice -, e voi, o giusti, siate sobri e non peccate.
Ecco risuonare una parola, un discorso, che disapprova la sfrenatezza.
Colui che è appassionato del piacere sarà per forza un nemico acerrimo di ogni parola che suoni contraria a ciò che ama;
e giungerà a odiare la parola di Dio.
Gli è diventata amica l'avarizia, gli si è inimicato Dio! Dio infatti è in contrasto con l'avarizia e non vuole che alcuna creatura sia preda dell'avarizia. Grida: Io debbo possederti; perché vuoi lasciarti possedere dall'avarizia? Essa esige cose difficili, io facili; il suo peso è grave, il mio leggero;
il suo giogo è duro, il mio soave.
Non lasciarti dominare dall'avarizia! L'avarizia ti impone di attraversare i mari e tu obbedisci; ti comanda di esporti ai venti e alle tempeste, mentre io ti comando solo d'affacciarti all'uscio per dare ai poveri quello che hai. Eppure tu sei pigro a compiere l'opera buona che ti è a portata di mano e hai l'ardimento per attraversare il mare!
Al comando dell'avarizia ti sottometti da [umile] servo; di fronte al comandamento di Dio odii chi te l'impone.
Ma basterà questo? Animato da tale odio, comincerà a calunniare coloro che gli danno saggi precetti e solo per dei sospetti si porrà a scovare colpe nei servi di Dio. "
Quei tali che ci insegnano tali cose forse che non sono loro stessi i primi a fare come noi? " E raccontano come vere tanto le cose effettivamente accadute quanto quelle non accadute; e dicono fatte male le cose fatte bene, e tutti i mali che affliggono la società li attribuiscono alla nostra colpa.
Cosa risponderemo? Non rivolgerti a me, bada piuttosto a questa parola [scritturale]. Chiunque sia che te la pronunzi, essa è rivolta a te, e tu con essa sei in contrasto.
Mettiti d'accordo col tuo avversario mentre sei ancora in cammino con lui.
Ti sei inimicata la parola di Dio.
Non considerare chi te l'annuncia.
Potrebbe anche darsi che sia cattivo colui che te la predica, ma non è certo cattiva la parola di Dio che ti risuona all'orecchio. Accusa Dio, se ne hai il coraggio, accusalo!
Le
opere di Dio lodano il loro artefice, la malizia umana l'offende.
Pensate, o fratelli, che quei tali di
cui è detto: Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno
combattuta, non siano arrivati al punto d'accusare lo stesso Dio?
Prova a redarguire un avaro: egli se la prenderà con Dio che ha creato l'oro. " Smettila con l'avarizia! "
Ed egli: " Magari Dio non avesse creato l'oro! " Ci mancava questo! Siccome non riesci a eliminare le tue opere cattive,
te la prendi con le opere di Dio, in se stesse buone, e provi disgusto per il Creatore e l'Artefice del mondo.
Non avrebbe dovuto, quindi, creare nemmeno il sole perché molta gente nell'aprire finestre litiga a proposito della loro luce fino a ricorrere ai tribunali.
Oh, se al contrario domassimo meglio i nostri vizi! In effetti, tutte le creature sono buone, com'è buono Dio autore di tutto il creato, e tutte lo lodano, se c'è chi ne sappia comprendere la bontà.
Occorre però avere lo spirito della penetrazione, lo spirito della pietà e della sapienza. Da tutte le sue opere viene lodato Dio. Come lo lodavano tutte per bocca di quei tre fanciulli! Ne venne forse tralasciata qualcheduna? Lo lodano i cieli, gli angeli, le stelle, il sole e la luna, il giorno e la notte; lo lodano gli esseri che nuotano nel mare o volano nel cielo; lo lodano i monti e i colli, il freddo e il caldo e tutte le altre opere di Dio. Lo avete ascoltato: tutte le creature lodano Dio. Ma avete per caso ascoltato che lo lodi l'avarizia o la lussuria?
Queste cose non lo lodano perché non le ha fatte lui.
Gli uomini lodano Dio, che dell'uomo è creatore: poiché, se l'avarizia è opera della cattiveria umana, l'uomo in se stesso è opera di Dio.
Ora, cosa vuole fare Dio?
Uccidere in te il male da te compiuto e salvare l'opera sua, cioè te stesso.
Prova a redarguire un avaro: egli se la prenderà con Dio che ha creato l'oro. " Smettila con l'avarizia! "
Ed egli: " Magari Dio non avesse creato l'oro! " Ci mancava questo! Siccome non riesci a eliminare le tue opere cattive,
te la prendi con le opere di Dio, in se stesse buone, e provi disgusto per il Creatore e l'Artefice del mondo.
Non avrebbe dovuto, quindi, creare nemmeno il sole perché molta gente nell'aprire finestre litiga a proposito della loro luce fino a ricorrere ai tribunali.
Oh, se al contrario domassimo meglio i nostri vizi! In effetti, tutte le creature sono buone, com'è buono Dio autore di tutto il creato, e tutte lo lodano, se c'è chi ne sappia comprendere la bontà.
Occorre però avere lo spirito della penetrazione, lo spirito della pietà e della sapienza. Da tutte le sue opere viene lodato Dio. Come lo lodavano tutte per bocca di quei tre fanciulli! Ne venne forse tralasciata qualcheduna? Lo lodano i cieli, gli angeli, le stelle, il sole e la luna, il giorno e la notte; lo lodano gli esseri che nuotano nel mare o volano nel cielo; lo lodano i monti e i colli, il freddo e il caldo e tutte le altre opere di Dio. Lo avete ascoltato: tutte le creature lodano Dio. Ma avete per caso ascoltato che lo lodi l'avarizia o la lussuria?
Queste cose non lo lodano perché non le ha fatte lui.
Gli uomini lodano Dio, che dell'uomo è creatore: poiché, se l'avarizia è opera della cattiveria umana, l'uomo in se stesso è opera di Dio.
Ora, cosa vuole fare Dio?
Uccidere in te il male da te compiuto e salvare l'opera sua, cioè te stesso.
Iniqua
l'usura, infondate le motivazioni addotte dall'usuraio.
Non essere usuraio! E tu cominci a
inveire contro la Scrittura che ti dice: Egli non diede ad usura il
suo denaro.
Non sono stato io a scrivere queste parole, non è stata la mia bocca a pronunciarle la prima volta.
Ascolta Dio! Ma l'altro pronto e replicarmi: Allora, che nemmeno i chierici prestino ad interesse! Forse colui che ti parla non è uno di quelli che prestano con usura, ma, supposto che egli lo faccia, ebbene fallo anche tu! Ma forse che, con tutto questo, diventerebbe usuraio anche colui che parla per sua bocca?
Pertanto, se chi ti parla fa quel che ti dice e tu non lo fai, tu te ne andrai al fuoco [eterno], lui nel regno [dei cieli].
Se viceversa egli non fa quel che ti dice, come ti è compagno nel commettere le tue stesse colpe - predica infatti il bene ma poi non lo fa - così ti sarà compagno nel fuoco. Sarete fieno che brucia, mentre la parola di Dio resterà [valida] in eterno.
Potrà forse finire nel fuoco la parola [di salvezza] che per mezzo di quel predicatore ti è giunta all'orecchio? Chi ti parla può essere o un Mosè, vale a dire un servo di Dio buono e giusto, o anche uno di quei farisei che si sono assisi sulla cattedra di Mosè. Ebbene, anche a proposito di costoro hai ascoltato le parole: Fate ciò che dicono, ma non ciò che fanno. Non hai scuse da opporre quando chi ti interpella è la parola di Dio; e allora tu, non potendo uccidere la parola di Dio, cominci a denigrare coloro per il cui ministero essa ti raggiunge.
Cerca pure tutte le calunnie che puoi,
di' quel che ti pare, bestemmia quanto ti pare. Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuta; dica Israele: Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuto. Gli usurai arrivano a dire: Non ho altra risorsa per vivere.
La stessa cosa potrebbe dirmela l'assassino colto in flagrante; potrebbe dirmela lo scassinatore sorpreso vicino alle mura di casa altrui; potrebbe dirmela il lenone mentre traffica con ragazze che avvia alla prostituzione; potrebbe dirmela lo stregone a proposito dei malefici e delle altre pratiche sciagurate che va spacciando.
Qualunque disordine noi tentassimo d'impedire, tutti gli interessati ci risponderebbero che [smettendo] non avrebbero di che vivere e che lo fanno proprio per tirare avanti.
Come se a meritare la pena non sia soprattutto la scelta da loro fatta d'un mestiere riprovevole per camparci la vita e il volersi sostentare con comportamenti che offendono colui che provvede al sostentamento di tutti.
Non sono stato io a scrivere queste parole, non è stata la mia bocca a pronunciarle la prima volta.
Ascolta Dio! Ma l'altro pronto e replicarmi: Allora, che nemmeno i chierici prestino ad interesse! Forse colui che ti parla non è uno di quelli che prestano con usura, ma, supposto che egli lo faccia, ebbene fallo anche tu! Ma forse che, con tutto questo, diventerebbe usuraio anche colui che parla per sua bocca?
Pertanto, se chi ti parla fa quel che ti dice e tu non lo fai, tu te ne andrai al fuoco [eterno], lui nel regno [dei cieli].
Se viceversa egli non fa quel che ti dice, come ti è compagno nel commettere le tue stesse colpe - predica infatti il bene ma poi non lo fa - così ti sarà compagno nel fuoco. Sarete fieno che brucia, mentre la parola di Dio resterà [valida] in eterno.
Potrà forse finire nel fuoco la parola [di salvezza] che per mezzo di quel predicatore ti è giunta all'orecchio? Chi ti parla può essere o un Mosè, vale a dire un servo di Dio buono e giusto, o anche uno di quei farisei che si sono assisi sulla cattedra di Mosè. Ebbene, anche a proposito di costoro hai ascoltato le parole: Fate ciò che dicono, ma non ciò che fanno. Non hai scuse da opporre quando chi ti interpella è la parola di Dio; e allora tu, non potendo uccidere la parola di Dio, cominci a denigrare coloro per il cui ministero essa ti raggiunge.
Cerca pure tutte le calunnie che puoi,
di' quel che ti pare, bestemmia quanto ti pare. Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuta; dica Israele: Spesso [e] fin dalla mia giovinezza mi hanno combattuto. Gli usurai arrivano a dire: Non ho altra risorsa per vivere.
La stessa cosa potrebbe dirmela l'assassino colto in flagrante; potrebbe dirmela lo scassinatore sorpreso vicino alle mura di casa altrui; potrebbe dirmela il lenone mentre traffica con ragazze che avvia alla prostituzione; potrebbe dirmela lo stregone a proposito dei malefici e delle altre pratiche sciagurate che va spacciando.
Qualunque disordine noi tentassimo d'impedire, tutti gli interessati ci risponderebbero che [smettendo] non avrebbero di che vivere e che lo fanno proprio per tirare avanti.
Come se a meritare la pena non sia soprattutto la scelta da loro fatta d'un mestiere riprovevole per camparci la vita e il volersi sostentare con comportamenti che offendono colui che provvede al sostentamento di tutti.
Occorre
sopportare i malvagi.
Quando tu a chiare note rivolgerai loro
simili discorsi essi ti risponderanno: Se le cose stanno così, noi non ci
avvicineremo qua né entreremo nella Chiesa.
Oh, vengano, entrino, ascoltino!
Spesse volte [e] fin dalla mia giovinezza
mi hanno combattuta; difatti però non riuscirono [a prevalere] contro di me; sopra le mie spalle hanno costruito i peccatori. Cioè: Non essendo riusciti a estorcere il mio consenso, mi procurarono pesi da portare. Che espressione magnifica e che significato profondo!
Difatti non riuscirono [a prevalere] contro di me; sopra le mie spalle hanno fabbricato i peccatori. Prima lavorano per farci consentire alle loro malefatte,
ma, se noi non acconsentiamo, dicono: Allora sopportateci. E va bene! se è perché non ce l'hai fatta a prevalere su di me, sali pure sulle mie spalle: ti porterò finché non arrivi la fine. Questo infatti mi è stato comandato: portare frutti mediante la pazienza.
Non ti rimprovero, ti sopporto: e chi sa se a forza di sopportarti tu non ti ravveda!
Che se persisterai sino alla fine nel non ravvederti, sino alla fine ti sopporterò: sarai sopra le mie spalle sino alla fine, ma si tratterà sempre di un periodo limitato.
O che davvero resterai per sempre sulle mie spalle?
Verrà alla fine colui che ti scaccerà via. Verrà il tempo della mietitura, verrà la fine del mondo, e Dio invierà i mietitori, cioè gli angeli.
Essi separeranno i cattivi di fra mezzo ai giusti, come si separa il loglio dal buon frumento, e riporranno il frumento nel granaio, mentre la paglia sarà bruciata nel fuoco eterno.
Ti ho tollerato finché ho potuto; ora entro gioioso nel granaio di Dio e, libero ormai dalle angustie, canto: Spesse volte [e] dalla mia giovinezza mi hanno combattuta.
Oh, vengano, entrino, ascoltino!
Spesse volte [e] fin dalla mia giovinezza
mi hanno combattuta; difatti però non riuscirono [a prevalere] contro di me; sopra le mie spalle hanno costruito i peccatori. Cioè: Non essendo riusciti a estorcere il mio consenso, mi procurarono pesi da portare. Che espressione magnifica e che significato profondo!
Difatti non riuscirono [a prevalere] contro di me; sopra le mie spalle hanno fabbricato i peccatori. Prima lavorano per farci consentire alle loro malefatte,
ma, se noi non acconsentiamo, dicono: Allora sopportateci. E va bene! se è perché non ce l'hai fatta a prevalere su di me, sali pure sulle mie spalle: ti porterò finché non arrivi la fine. Questo infatti mi è stato comandato: portare frutti mediante la pazienza.
Non ti rimprovero, ti sopporto: e chi sa se a forza di sopportarti tu non ti ravveda!
Che se persisterai sino alla fine nel non ravvederti, sino alla fine ti sopporterò: sarai sopra le mie spalle sino alla fine, ma si tratterà sempre di un periodo limitato.
O che davvero resterai per sempre sulle mie spalle?
Verrà alla fine colui che ti scaccerà via. Verrà il tempo della mietitura, verrà la fine del mondo, e Dio invierà i mietitori, cioè gli angeli.
Essi separeranno i cattivi di fra mezzo ai giusti, come si separa il loglio dal buon frumento, e riporranno il frumento nel granaio, mentre la paglia sarà bruciata nel fuoco eterno.
Ti ho tollerato finché ho potuto; ora entro gioioso nel granaio di Dio e, libero ormai dalle angustie, canto: Spesse volte [e] dalla mia giovinezza mi hanno combattuta.
Si
escluda ogni consenso alle opere dei perversi.
Per avermi combattuta fin dalla
mia giovinezza qual nocumento potevano arrecarmi?
Mi hanno messa alla prova, non mi hanno schiacciata. Son riusciti a fare quel che il fuoco fa con l'oro, non col fieno.
Applicato all'oro, il fuoco ne toglie le scorie; applicato alla paglia la riduce in cenere.
Siccome non riuscirono
[a prevalere] contro di me - in quanto io non ho consentito a loro e loro non sono riusciti a rendermi com'essi
- i peccatori hanno costruito sopra le mie spalle, hanno sospinto lontano la loro ingiustizia.
Mi han procurato pesi da portare, ma non sono riusciti a estorcermi il consenso.
Pertanto la loro malizia è estranea a me.
È vero che i cattivi son mescolati ai buoni, e questa mescolanza [dei cattivi con i buoni] la si riscontra non solo in quanto si vive nel mondo ma anche all'interno della Chiesa.
Son cose che sapete e di cui avete fatto esperienza personale; che anzi col passar del tempo esperimenterete ancora di più, se sarete dalla parte dei buoni.
Difatti fu quando la pianta crebbe e cominciò a fruttificare che apparve il loglio.
La presenza dei cattivi nella Chiesa è cosa che avverte solamente chi è buono.
Quanto a voi, sapete che esiste questa mescolanza in quanto la Scrittura sempre e in ogni passo ci ricorda che non saranno separati se non alla fine.
Eppure, se per un verso sono mescolati, per un altro son lontani gli uni dagli altri. Nessuno, quindi, dal fatto che i cattivi convivono con i buoni concluda che vi sia vicinanza fra il bene e il male.
Dice: Non riuscirono [a prevalere]
contro di me.
Dissero cioè (ma sbagliandosi di grosso): Mangiamo e beviamo poiché domani morremo.
Tuttavia questi discorsi sballati non intaccarono la condotta dei buoni: avendo ascoltato la parola di Dio, io non ho ceduto alle chiacchiere degli uomini.
I peccatori mi procurarono dei pesi da portare, ma io non mi mescolai con loro, sicché la loro malizia mi è rimasta estranea.
Cosa c'è infatti più vicino di due uomini convenuti in una stessa chiesa?
Eppure cos'è tanto lontano quanto la perfidia dalla giustizia?
Solo quando c'è il consenso c'è la vicinanza.
Immagina due persone che legate vengano presentate al giudice: l'assassino e un altro incatenato insieme con lui.
L'uno è reo di delitto, l'altro è innocente: sono stretti da una medesima catena ma sono distantissimi fra loro.
Quanto distanti?
Quanto il delitto è distante dall'innocenza. Eccoti il caso di due persone distanti l'una dall'altra. Ora facciamo il caso di due briganti: uno che abbia per campo dei suoi misfatti la Spagna, un altro l'Africa. Tuttavia essi sono fra loro vicini.
Quanto? Quanto è intimo il nesso fra delitto e delitto, brigantaggio e brigantaggio.
Non tema dunque [il cristiano] per il fatto di trovarsi materialmente mescolato ai cattivi. Se ne tenga lontano col cuore, e così senza angustia porterà il peso di cose che non teme. Hanno sospinto lontano la loro ingiustizia.
Mi hanno messa alla prova, non mi hanno schiacciata. Son riusciti a fare quel che il fuoco fa con l'oro, non col fieno.
Applicato all'oro, il fuoco ne toglie le scorie; applicato alla paglia la riduce in cenere.
Siccome non riuscirono
[a prevalere] contro di me - in quanto io non ho consentito a loro e loro non sono riusciti a rendermi com'essi
- i peccatori hanno costruito sopra le mie spalle, hanno sospinto lontano la loro ingiustizia.
Mi han procurato pesi da portare, ma non sono riusciti a estorcermi il consenso.
Pertanto la loro malizia è estranea a me.
È vero che i cattivi son mescolati ai buoni, e questa mescolanza [dei cattivi con i buoni] la si riscontra non solo in quanto si vive nel mondo ma anche all'interno della Chiesa.
Son cose che sapete e di cui avete fatto esperienza personale; che anzi col passar del tempo esperimenterete ancora di più, se sarete dalla parte dei buoni.
Difatti fu quando la pianta crebbe e cominciò a fruttificare che apparve il loglio.
La presenza dei cattivi nella Chiesa è cosa che avverte solamente chi è buono.
Quanto a voi, sapete che esiste questa mescolanza in quanto la Scrittura sempre e in ogni passo ci ricorda che non saranno separati se non alla fine.
Eppure, se per un verso sono mescolati, per un altro son lontani gli uni dagli altri. Nessuno, quindi, dal fatto che i cattivi convivono con i buoni concluda che vi sia vicinanza fra il bene e il male.
Dice: Non riuscirono [a prevalere]
contro di me.
Dissero cioè (ma sbagliandosi di grosso): Mangiamo e beviamo poiché domani morremo.
Tuttavia questi discorsi sballati non intaccarono la condotta dei buoni: avendo ascoltato la parola di Dio, io non ho ceduto alle chiacchiere degli uomini.
I peccatori mi procurarono dei pesi da portare, ma io non mi mescolai con loro, sicché la loro malizia mi è rimasta estranea.
Cosa c'è infatti più vicino di due uomini convenuti in una stessa chiesa?
Eppure cos'è tanto lontano quanto la perfidia dalla giustizia?
Solo quando c'è il consenso c'è la vicinanza.
Immagina due persone che legate vengano presentate al giudice: l'assassino e un altro incatenato insieme con lui.
L'uno è reo di delitto, l'altro è innocente: sono stretti da una medesima catena ma sono distantissimi fra loro.
Quanto distanti?
Quanto il delitto è distante dall'innocenza. Eccoti il caso di due persone distanti l'una dall'altra. Ora facciamo il caso di due briganti: uno che abbia per campo dei suoi misfatti la Spagna, un altro l'Africa. Tuttavia essi sono fra loro vicini.
Quanto? Quanto è intimo il nesso fra delitto e delitto, brigantaggio e brigantaggio.
Non tema dunque [il cristiano] per il fatto di trovarsi materialmente mescolato ai cattivi. Se ne tenga lontano col cuore, e così senza angustia porterà il peso di cose che non teme. Hanno sospinto lontano la loro ingiustizia.
Dio
è severo con chi difende il proprio peccato.
[v 4.] Ma cosa capita? I caporioni
della mala vita prosperano o, per usare l'espressione popolare, fanno fuoco e
fiamma:
si gonfiano di superbia, spargono calunnie.
E con questo? Durerà forse per sempre?
No! Ascolta il verso che segue: Il Signore giusto taglierà la testa dei peccatori.
Mi stia attenta la vostra Carità. Dice: Il Signore giusto taglierà la testa dei peccatori. Come non tremare? Chi infatti è senza peccato? Il Signore giusto taglierà la testa dei peccatori. Chiunque ascolta queste parole e crede alla Scrittura divina sente agghiacciarsi il cuore. Quando uno si batte il petto, se lo fa senza motivo in quanto si sente giusto, con lo stesso battersi il petto commette una insincerità e con tale insincerità commessa dinanzi a Dio si rende colpevole.
Che se al contrario ci si batte il petto perché convinti che è doveroso, significa che si è peccatori. Ora chi di noi non si batte il petto? chi di noi non abbassa gli occhi a terra come quel pubblicano e non dice: Signore, sii misericordioso con me peccatore?
Se dunque tutti siamo peccatori e nessuno è esente da peccato, tutti dobbiamo temere la spada sospesa sopra le nostre teste, poiché il Signore giusto taglierà la testa dei peccatori. Non credo, miei fratelli, che si riferisca a tutti i peccatori, ma dal membro colpito, la testa, ci lascia intravvedere quale sia la categoria dei peccatori che viene punita.
Non dice infatti: Il Signore giusto troncherà le mani dei peccatori, e nemmeno:
Il Signore giusto troncherà i piedi dei peccatori.
Non dice così, ma menziona la testa;
e questo perché col nome di peccatori intende i superbi, i quali superbi son tutti gente che incede a testa alta.
Essi non solo commettono il male ma si rifiutano anche di riconoscerlo; e, se li si rimprovera, tentano ogni via per giustificarsi.
Tu hai fatto questo e questo
- si dice a uno -; riconosci almeno la tua colpa.
Dio odia il peccatore; odialo anche tu!
Mettiti d'accordo con Dio: detestate
tutt'e due il peccato commesso.
Risponde: Niente affatto!
Io ho agito bene, Dio ha compiuto il male. Come sarebbe a dire?
Risponde ancora: Io non ho fatto nulla di male. Se del male è stato compiuto,
ne è responsabile Saturno, o Marte, o Venere. Io non ho fatto niente;
ad agir male sono state le stelle.
Così, per giustificare te stesso, accusi Dio che ha creato le stelle e ne ha adornato il cielo. Sì, tu per giustificare il tuo peccato ti ribelli orgogliosamente contro Dio; consideri te stesso senza colpa e Dio colpevole.
A tal segno alzi la cresta e marci baldanzoso contro Dio, come è scritto nel libro di Giobbe nei riguardi del peccatore: Corre contro Dio con la testa ingrassata del suo scudo.
Anche qui, come nel salmo, viene menzionata la testa. Ebbene, se monti in superbia e non abbassi gli occhi a terra né ti batti il petto dicendo: Signore, sii misericordioso con me peccatore,
ma ti vanti dei tuoi meriti, ecco cosa ti dice Iddio: Tu vuoi disputare con me in giudizio e intentare una lite contro di me.
Piuttosto dovresti soddisfare al debito contratto con Dio mediante il tuo peccato; dovresti gridare a lui con le parole di quell'altro salmo: Signore, se investigherai le colpe, chi potrà sussistere, o Signore?
o come si dice in quell'altro ancora: Io ho detto: Signore, abbi pietà di me; risana la mia anima perché ho peccato contro di te.
Siccome però tu ti rifiuti di pronunziare queste parole, anzi pretendi di scusare le tue malefatte, a dispetto della parola di Dio, cadranno su di te le minacce della Scrittura, ove si dice: Il Signore giusto taglierà la testa dei peccatori.
si gonfiano di superbia, spargono calunnie.
E con questo? Durerà forse per sempre?
No! Ascolta il verso che segue: Il Signore giusto taglierà la testa dei peccatori.
Mi stia attenta la vostra Carità. Dice: Il Signore giusto taglierà la testa dei peccatori. Come non tremare? Chi infatti è senza peccato? Il Signore giusto taglierà la testa dei peccatori. Chiunque ascolta queste parole e crede alla Scrittura divina sente agghiacciarsi il cuore. Quando uno si batte il petto, se lo fa senza motivo in quanto si sente giusto, con lo stesso battersi il petto commette una insincerità e con tale insincerità commessa dinanzi a Dio si rende colpevole.
Che se al contrario ci si batte il petto perché convinti che è doveroso, significa che si è peccatori. Ora chi di noi non si batte il petto? chi di noi non abbassa gli occhi a terra come quel pubblicano e non dice: Signore, sii misericordioso con me peccatore?
Se dunque tutti siamo peccatori e nessuno è esente da peccato, tutti dobbiamo temere la spada sospesa sopra le nostre teste, poiché il Signore giusto taglierà la testa dei peccatori. Non credo, miei fratelli, che si riferisca a tutti i peccatori, ma dal membro colpito, la testa, ci lascia intravvedere quale sia la categoria dei peccatori che viene punita.
Non dice infatti: Il Signore giusto troncherà le mani dei peccatori, e nemmeno:
Il Signore giusto troncherà i piedi dei peccatori.
Non dice così, ma menziona la testa;
e questo perché col nome di peccatori intende i superbi, i quali superbi son tutti gente che incede a testa alta.
Essi non solo commettono il male ma si rifiutano anche di riconoscerlo; e, se li si rimprovera, tentano ogni via per giustificarsi.
Tu hai fatto questo e questo
- si dice a uno -; riconosci almeno la tua colpa.
Dio odia il peccatore; odialo anche tu!
Mettiti d'accordo con Dio: detestate
tutt'e due il peccato commesso.
Risponde: Niente affatto!
Io ho agito bene, Dio ha compiuto il male. Come sarebbe a dire?
Risponde ancora: Io non ho fatto nulla di male. Se del male è stato compiuto,
ne è responsabile Saturno, o Marte, o Venere. Io non ho fatto niente;
ad agir male sono state le stelle.
Così, per giustificare te stesso, accusi Dio che ha creato le stelle e ne ha adornato il cielo. Sì, tu per giustificare il tuo peccato ti ribelli orgogliosamente contro Dio; consideri te stesso senza colpa e Dio colpevole.
A tal segno alzi la cresta e marci baldanzoso contro Dio, come è scritto nel libro di Giobbe nei riguardi del peccatore: Corre contro Dio con la testa ingrassata del suo scudo.
Anche qui, come nel salmo, viene menzionata la testa. Ebbene, se monti in superbia e non abbassi gli occhi a terra né ti batti il petto dicendo: Signore, sii misericordioso con me peccatore,
ma ti vanti dei tuoi meriti, ecco cosa ti dice Iddio: Tu vuoi disputare con me in giudizio e intentare una lite contro di me.
Piuttosto dovresti soddisfare al debito contratto con Dio mediante il tuo peccato; dovresti gridare a lui con le parole di quell'altro salmo: Signore, se investigherai le colpe, chi potrà sussistere, o Signore?
o come si dice in quell'altro ancora: Io ho detto: Signore, abbi pietà di me; risana la mia anima perché ho peccato contro di te.
Siccome però tu ti rifiuti di pronunziare queste parole, anzi pretendi di scusare le tue malefatte, a dispetto della parola di Dio, cadranno su di te le minacce della Scrittura, ove si dice: Il Signore giusto taglierà la testa dei peccatori.
[v 5.] Siano confusi e si volgano
indietro tutti coloro che odiano Sion.
Odiano Sion coloro che odiano la Chiesa, poiché Sion è la Chiesa.
Anche coloro che entrano nella Chiesa con intenzioni non rette odiano la Chiesa, come la odiano quei tali che ricusano di mettere in pratica la parola di Dio.
Essi hanno costruito sulle mie spalle. Cosa dovrà fare la Chiesa se non sopportarli sino alla fine?
Odiano Sion coloro che odiano la Chiesa, poiché Sion è la Chiesa.
Anche coloro che entrano nella Chiesa con intenzioni non rette odiano la Chiesa, come la odiano quei tali che ricusano di mettere in pratica la parola di Dio.
Essi hanno costruito sulle mie spalle. Cosa dovrà fare la Chiesa se non sopportarli sino alla fine?
I
cattivi sono erba senza radice.
[v 6.] Nei riguardi di loro cosa dice
[il salmo]? Prosegue: Diventino come l'erba dei tetti che si secca prima d'essere sradicata. L'erba dei tetti è quella che nasce appunto sul tetto fra le tegole.
A guardarla, sta in alto, però non ha radici. Quanto sarebbe stato meglio per lei se fosse nata in basso, e con quanto maggiore giocondità verdeggerebbe?
Invece nasce in alto per seccarsi più presto: non la si è ancora sradicata e già è secca.
Non sono ancora finiti, poiché non è arrivato il giudizio di Dio; eppure è disseccata la linfa che li faceva verdeggiare.
Guardate alle loro opere e vedrete che sono davvero inariditi.
Ma vivono e sono ancora quaggiù: quindi non è vero che siano stati sradicati.
Sì, si sono essiccati, sebbene non siano ancora stati strappati dalla terra.
Son diventati proprio come l'erba dei tetti, che inaridisce prima che la si sradichi.
[il salmo]? Prosegue: Diventino come l'erba dei tetti che si secca prima d'essere sradicata. L'erba dei tetti è quella che nasce appunto sul tetto fra le tegole.
A guardarla, sta in alto, però non ha radici. Quanto sarebbe stato meglio per lei se fosse nata in basso, e con quanto maggiore giocondità verdeggerebbe?
Invece nasce in alto per seccarsi più presto: non la si è ancora sradicata e già è secca.
Non sono ancora finiti, poiché non è arrivato il giudizio di Dio; eppure è disseccata la linfa che li faceva verdeggiare.
Guardate alle loro opere e vedrete che sono davvero inariditi.
Ma vivono e sono ancora quaggiù: quindi non è vero che siano stati sradicati.
Sì, si sono essiccati, sebbene non siano ancora stati strappati dalla terra.
Son diventati proprio come l'erba dei tetti, che inaridisce prima che la si sradichi.
[v 7.] Verranno in seguito i mietitori
ma con loro non formeranno dei covoni.
In effetti, i mietitori verranno e riporranno nel granaio il buon frumento, mentre del loglio faranno dei fasci che butteranno nel fuoco.
Così ogni tetto sarà ripulito dall'erbaccia
e tutta questa erbaccia sarà sradicata
e gettata nel fuoco, essendo secca già prima che la si sradicasse.
Impossibile quindi che con essa il mietitore si riempia le mani.
È quel che dice [il salmo] dove continua: Il mietitore non [ci] riempie le mani né colui che raccoglie i manipoli il suo seno.
Che i mietitori siano gli angeli,
lo dice il Signore.
In effetti, i mietitori verranno e riporranno nel granaio il buon frumento, mentre del loglio faranno dei fasci che butteranno nel fuoco.
Così ogni tetto sarà ripulito dall'erbaccia
e tutta questa erbaccia sarà sradicata
e gettata nel fuoco, essendo secca già prima che la si sradicasse.
Impossibile quindi che con essa il mietitore si riempia le mani.
È quel che dice [il salmo] dove continua: Il mietitore non [ci] riempie le mani né colui che raccoglie i manipoli il suo seno.
Che i mietitori siano gli angeli,
lo dice il Signore.
La
benedizione divina alla radice di ogni bene.
[v 8.] E quelli che passavano per
la via non dissero: Sia su di voi la benedizione del Signore; noi vi abbiamo
benedetti nel nome del Signore. Come ben sapete, fratelli, quando ci si
incontra in persone intente al lavoro, è consuetudine salutarle dicendo: Sia
su di voi la benedizione
del Signore. Questa costumanza era in voga ancora di più fra i giudei: nessun passante che avesse scorto gente lavorare o nel campo o nella vigna o intenta a mietere o a far altro si permetteva di passar oltre senza dare una benedizione.
Ecco dunque certuni che raccolgono i covoni e altri che camminano sulla strada.
Quelli che raccolgono i covoni non ne hanno piene le mani perché, trattandosi di erba cresciuta sui tetti, non potrà essere raccolta per il granaio.
Chi sono coloro che raccolgono i covoni?
I mietitori.
E questi mietitori chi sono?
Lo dice il Signore: I mietitori sono gli angeli.
Quelli che camminano sulla strada chi sono?
Son coloro che, traversata quella via che è la vita presente, sono giunti in patria.
Tali passanti sono stati gli Apostoli,
quando erano vivi; sono stati i profeti.
E su chi sparsero benedizioni gli Apostoli e i profeti?
Su coloro nei quali videro la radice della carità. Quanto agli altri invece, cioè coloro che videro troneggiare sui tetti, pieni di superbia nella testa del loro scudo, essi li avversarono predicendo quel che sarebbero [alla fine] diventati,
né diedero ad essi la benedizione.
Effettivamente, se leggete cos'è detto nelle Scritture a proposito dei tanti cattivi che la Chiesa tollera, troverete che li si chiama maledetti, che appartengono all'anticristo, al diavolo, che costituiscono la paglia e la zizzania.
Moltissime altre cose son dette di loro, magari con linguaggio figurato.
Non chi mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli.
Non c'è un solo passo scritturale che ne parli in bene, e questo perché coloro che passavano sulla via non li benedissero.
Passarono i profeti e dissero di loro ogni sorta di male.
Passò per la via David, l'autore sul quale ci stiamo intrattenendo, e avete ascoltato cosa diceva di loro.
Il Signore giusto taglierà la testa dei peccatori; siano confusi e si volgano indietro tutti coloro che odiano Sion; diventino come l'erba dei tetti, che inaridisce prima che la si sradichi; non ne ha riempite le mani il mietitore né il seno colui che raccoglie i manipoli.
Queste le sue parole nei loro riguardi.
Nel suo passaggio non diede loro di certo una benedizione, anzi in lui si adempì quel che egli stesso aveva predetto:
E i passanti per la via non dissero:
Vi abbiamo benedetti nel nome del Signore.
Se al contrario, fratelli, noi viviamo bene, tutti questi passanti, profeti, patriarchi, apostoli e tutti gli altri, ci benedicono nel nome del Signore.
Dirai: Ma quando mi ha benedetto Paolo? quando Pietro? Specchiati nelle Scritture e vedi se è buona la tua condotta.
Da questo scorgerai se sei stato benedetto.
Essi hanno benedetto tutti coloro che vivono bene. E in qual modo li han benedetti? Nel nome del Signore.
Non in nome proprio, come gli eretici. Costoro vi dicono: Ciò che vi diamo noi è veramente santo.
Vogliono benedirvi in nome proprio, non nel nome del Signore.
Viceversa, coloro che vi dicono:
Chi santifica è unicamente Dio,
e: Nessuno può essere buono se Dio non gliene fa dono, costoro vi benedicono nel nome del Signore, non in nome proprio.
Essi sono amici dello sposo, né vogliono spingere la sposa all'adulterio .
del Signore. Questa costumanza era in voga ancora di più fra i giudei: nessun passante che avesse scorto gente lavorare o nel campo o nella vigna o intenta a mietere o a far altro si permetteva di passar oltre senza dare una benedizione.
Ecco dunque certuni che raccolgono i covoni e altri che camminano sulla strada.
Quelli che raccolgono i covoni non ne hanno piene le mani perché, trattandosi di erba cresciuta sui tetti, non potrà essere raccolta per il granaio.
Chi sono coloro che raccolgono i covoni?
I mietitori.
E questi mietitori chi sono?
Lo dice il Signore: I mietitori sono gli angeli.
Quelli che camminano sulla strada chi sono?
Son coloro che, traversata quella via che è la vita presente, sono giunti in patria.
Tali passanti sono stati gli Apostoli,
quando erano vivi; sono stati i profeti.
E su chi sparsero benedizioni gli Apostoli e i profeti?
Su coloro nei quali videro la radice della carità. Quanto agli altri invece, cioè coloro che videro troneggiare sui tetti, pieni di superbia nella testa del loro scudo, essi li avversarono predicendo quel che sarebbero [alla fine] diventati,
né diedero ad essi la benedizione.
Effettivamente, se leggete cos'è detto nelle Scritture a proposito dei tanti cattivi che la Chiesa tollera, troverete che li si chiama maledetti, che appartengono all'anticristo, al diavolo, che costituiscono la paglia e la zizzania.
Moltissime altre cose son dette di loro, magari con linguaggio figurato.
Non chi mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli.
Non c'è un solo passo scritturale che ne parli in bene, e questo perché coloro che passavano sulla via non li benedissero.
Passarono i profeti e dissero di loro ogni sorta di male.
Passò per la via David, l'autore sul quale ci stiamo intrattenendo, e avete ascoltato cosa diceva di loro.
Il Signore giusto taglierà la testa dei peccatori; siano confusi e si volgano indietro tutti coloro che odiano Sion; diventino come l'erba dei tetti, che inaridisce prima che la si sradichi; non ne ha riempite le mani il mietitore né il seno colui che raccoglie i manipoli.
Queste le sue parole nei loro riguardi.
Nel suo passaggio non diede loro di certo una benedizione, anzi in lui si adempì quel che egli stesso aveva predetto:
E i passanti per la via non dissero:
Vi abbiamo benedetti nel nome del Signore.
Se al contrario, fratelli, noi viviamo bene, tutti questi passanti, profeti, patriarchi, apostoli e tutti gli altri, ci benedicono nel nome del Signore.
Dirai: Ma quando mi ha benedetto Paolo? quando Pietro? Specchiati nelle Scritture e vedi se è buona la tua condotta.
Da questo scorgerai se sei stato benedetto.
Essi hanno benedetto tutti coloro che vivono bene. E in qual modo li han benedetti? Nel nome del Signore.
Non in nome proprio, come gli eretici. Costoro vi dicono: Ciò che vi diamo noi è veramente santo.
Vogliono benedirvi in nome proprio, non nel nome del Signore.
Viceversa, coloro che vi dicono:
Chi santifica è unicamente Dio,
e: Nessuno può essere buono se Dio non gliene fa dono, costoro vi benedicono nel nome del Signore, non in nome proprio.
Essi sono amici dello sposo, né vogliono spingere la sposa all'adulterio .