Per Papa
Bergoglio la persecuzione c’è adesso. Non è una storia del passato. Non si è
chiusa con le passio dei martiri dei primi secoli cristiani, e nemmeno
con le schiere di nuovi martirizzati nei mattatoi totalitari del Novecento.
«Oggi c’è tanta persecuzione» ha detto ieri Bergoglio alla Messa di Santa
Marta, aggiungendo che i cristiani vengono perseguitati non per le loro colpe o
sbagli, ma soltanto perché «a questa società tranquilla che non vuole problemi,
dicono la verità e annunciano Gesù Cristo».
I Santi sono i poveri, gli afflitti, i miti, i misericordiosi, i
perseguitati…
di Daniele Dani
Entriamo in chiesa. In fondo alla navata, nell’abside, un’esile fiamma
indica la Presenza inestinguibile. E, intorno, dagli altari laterali, le
immagini dei santi sembrano sorridere complici e rassicuranti.
Chi sono i Santi? Sono i poveri, gli afflitti, i miti, gli affamati di
giustizia, i misericordiosi, i puri, gli operatori di pace, i perseguitati.
Così li ha visti e amati il Maestro e in quelle condizioni li ha scelti per
amici. Gente a cui il mondo ha guardato sempre con scarsa simpatia e nessun
trasporto. Ma le condizioni della vera amicizia, della sicura vicinanza a Dio
sono le stesse per cui, di solito, noi pensiamo di essere abbandonati dal
Signore.
E sono situazioni a portata di mano quì, in questa nostra vita
tribolata, segnata dalla fatica, nel groviglio delle contraddizioni dei nostri
giorni insignificanti agli occhi del mondo. Per questo i santi non sono
soltanto sugli altari: camminano con noi, operano tra noi con amore silenzioso
e paziente.
Difficilmente la nostra logica opaca li sa riconoscere.
No, i Santi non sono creature impeccabili o eccezionali.
Sono uomini e donne
che mettono a nudo la propria debolezza e confermano nel modo più eloquente che
cosa può diventare la nostra mediocrità se abbiamo il coraggio di fidarci di
Lui.