PAPA FRANCESCO,
«Ma,
guardate com'è cambiata la cosa: cominciarono con bellezza, con ammirazione, e
finivano con un crimine: volendo uccidere Gesù.
Questa non è una cosa che è successa duemila anni fa: questo succede ogni giorno nel nostro cuore, nelle nostre comunità. Quando in una comunità si dice: 'Ah, che buono, questo che è venuto da noi!'. Se ne parla bene il primo giorno; il secondo, non tanto; e il terzo si incomincia a spettegolare e finiscono spellandolo».
Così i nazaretani «volevano uccidere Gesù»: «Ma quelli che in una comunità fanno chiacchiere sui fratelli, sui membri della comunità, vogliono uccidere: lo stesso di questo! L'Apostolo Giovanni, nella prima Lettera, capitolo III, versetto 15c, dice questo:
«In questi giorni - ha sottolineato - stiamo parlando tanto della pace», vediamo le vittime delle armi, ma bisogna pensare anche alle nostre armi quotidiane: «la lingua, le chiacchiere, lo spettegolare».
Questo per la gelosia,
l'invidia, tutte queste cose - ha detto -.
Questa non è una cosa che è successa duemila anni fa: questo succede ogni giorno nel nostro cuore, nelle nostre comunità. Quando in una comunità si dice: 'Ah, che buono, questo che è venuto da noi!'. Se ne parla bene il primo giorno; il secondo, non tanto; e il terzo si incomincia a spettegolare e finiscono spellandolo».
Così i nazaretani «volevano uccidere Gesù»: «Ma quelli che in una comunità fanno chiacchiere sui fratelli, sui membri della comunità, vogliono uccidere: lo stesso di questo! L'Apostolo Giovanni, nella prima Lettera, capitolo III, versetto 15c, dice questo:
'Quello che odia nel suo cuore suo fratello, è un omicida.
Noi siamo
abituati alle chiacchiere, ai pettegolezzi. Ma quante volte le nostre comunità,
anche la nostra famiglia, sono un inferno dove si gestisce questa criminalità
di uccidere il fratello e la sorella con la lingua!».
«Una comunità, una famiglia - ha proseguito il Papa - viene distrutta per
questa invidia, che semina il diavolo nel cuore e fa che uno parli male
dell'altro, e così si distrugga».
«In questi giorni - ha sottolineato - stiamo parlando tanto della pace», vediamo le vittime delle armi, ma bisogna pensare anche alle nostre armi quotidiane: «la lingua, le chiacchiere, lo spettegolare».
Ogni comunità - ha concluso il Papa - deve vivere invece con il
Signore ed essere «come il Cielo»: «Perché sia pace in una comunità, in una
famiglia, in un Paese, nel mondo, dobbiamo incominciare così:
essere con il
Signore.
E dov'è il Signore non c'è l'invidia, non c'è la criminalità, non c'è
l'odio, non ci sono le gelosie.
C'è fratellanza. Chiediamo questo al Signore:
mai uccidere il prossimo con la nostra lingua, ed essere con il Signore come
tutti noi saremo in Cielo. Così sia».
(Il Messaggero.it)