La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

martedì 13 agosto 2013

Dipinto dell'esimio Artista Russ Docken

Il Purgatorio e il Paradiso





Sac. Dolindo Ruotolo

Apostolato Stampa - Napoli – Riano – Sessa Aurunca 1984



Parte Seconda


Cap. VIII

Negli splendori della verginità


L'anima ascende gioendo, in un anelito di amore a Dio, come chi passa tra archi trionfanti e tra fioriti giardini, tra luci che rifulgono e canti amorosi che estasiano.

Ecco il coro delle Vergini: come sono belle nella fragrante purezza, candide come gigli nel campo di Dio, rubiconde per il sacrificio del loro corpo verginale, o tra le angustie della vita o tra le torture del martirio! Esse sole circondano l'Agnello di Dio dovunque vada, e cantano un cantico che nessuno può cantare, il canto di un amore che le rese spose immacolate di Gesù.

Che incanto è quella luminosa purezza per l'anima che passò sulla terra tra i pantani del mondo!... E con le Vergini, i Vergini..., anime che non si macchiarono mai degli amori dei sensi, e che con le Vergini seguono l'Agnello Divino, e cantano con loro il cantico del trionfante amore per Gesù solo!

I raggi dell'infinita purezza di Dio avvolgono questo coro di Verginelle e di Vergini, che splende tutto di un candore ineffabile, in una gioia che erompe dall'amore, in una melodia di semplicità. Se l'anima, che ascende dal Purgatorio al Paradiso, è anch'essa vergine, si unisce a quel coro, e splende pur essa nella luce della Vergine delle Vergini, Maria, luce tutta immacolata, splendente nei raggi dell'Eterno Amore che l'adombrò, e la rese, meraviglia delle meraviglie, Vergine Madre.

Con lei canta quel coro di purezza illibata: Magnificat anima mea Dominum, e l'anima che ascende risponde con esso: Esulta il mio spirito in Dio che mi ha salvata dalle miserie della carne.

Dio guardò la piccolezza della sua serva, canta Maria nella sua profonda umiltà, che è smagliante purezza dello spirito, ed il Coro l'acclama beata, esultando nella magnificenza della sua gloria.

Mi ha fatta grande Colui che è potente ed il cui nome è santo, canta Maria, perché la Divina potenza operò il miracolo della sua verginità, prima, durante e dopo del parto, e la sua infinita santità la riempì di grazie. Ed il coro verginale risponde magnificando la misericordia di Dio che, per lei, passò di generazione in generazione, facendo spuntare nel pantano del mondo i gigli che profumarono la terra e profumano il Cielo.

Operò nella potenza del suo braccio - canta Maria - perché la verginità è trionfante vittoria di Dio sulla fragile carne. Il coro verginale risponde: Disperse i superbi nei pensieri del loro cuore, perché la verginità e completa vittoria della grazia sull'impurità dello spirito, che è la superbia.

Maria canta ancora: Depose i potenti dalla loro sede, ed esaltò gli umili, perché la verginità è un'elevazione di amore, un trono di gloria di fronte al mondo che la giudicò una mutilazione della vita; è un esaltamento dell'umiltà purissima dello spirito, di fronte al mondo che la giudicò una spregevole rinunzia del piacere.

Qui, proprio qui, nel coro verginale, è il trionfo della vita che tende al piacere ed alla gioia, all'amore ed alla fecondità, perché nessuno più di queste anime vergini può rispondere esultando: Egli riempì di beni gli affamati e rimandò vuoti i ricchi, Maria canta in queste anime la fame di amore che le spinse purissime verso Dio nella vita terrena, che le rese vittoriose dei sensi per amare Lui solo, ed ora le riempie del suo amore, perché spose sue, trionfatrici del misero mondo, che si credeva ricco di piaceri, e che di fronte a tanta gloriosa felicità, apparisce vuoto.

Le anime vergini sono ricevute da Dio con un abbraccio di particolare amore, e partecipano alla incommensurabile gloria di Maria la quale fu adombrata dall'Eterno Amore in un abbraccio di fecondità divina, che la rese partecipe dell'infinita e purissima fecondità del Padre, nell'eterna generazione del Verbo.

La gloria di Maria le illumina tutte di un nuovo splendore, perché per la divina Maternità Essa è anche madre loro, e come figlie di predilezione le dona a Dio. La sua mano dolcissima per divina misericordia, le colse dal greto del mondo, le arricchì di grazie, le offrì al suo Figliuolo Divino, perché Maria, solo Maria, è il segreto dell'amore delle anime vergini. E' logico quindi che Maria guidi queste anime verginali, le quali seguono l'Agnello dovunque vada, cioè dovunque il suo sacrificio irradia amore purissimo a Dio. E' logico che il canto della Vergine delle Vergini e della Martire delle Martiri, che si immolò nel doloroso amore, quando l'Agnello Divino, che era sua carne e suo figlio, s'immolava sul Calvario, sia il canto del coro verginale che nessuno può cantare, all'infuori delle anime vergini, irradiate di gloria dalla Verginità di Maria. E' un canto nuovo nello splendore della Verginità trionfante, come fu cantico nuovo nella gloria della divina Maternità, in casa di S. Elisabetta; come fu cantico sempre nuovo in ogni atto della vita mirabile di Maria, che fu tutta una glorificazione di Dio, dalla Concezione immacolata all'Assunzione gloriosa dell'anima e del corpo suo in Dio: Magnificat anima mea Dominum!

Cap. IX

La Vergine delle Vergini assunta col corpo in cielo, è un canto di amore, primizia immacolata del trionfo delle Vergini che risorgeranno


Madre dell'Infinita lode di Dio, Madre del Verbo che lo glorifica dall'eternità, e volle glorificarlo tra gli uomini caduti, prendendo da Lei l'umana carne, nel candore dell'immacolata verginità, resa feconda per l'Infinito Spirito, purissimo ed eterno Amore, Maria fu tutta un canto di lode verginale in ogni momento della sua vita, fu come mirabile variazione musicale sul tema costante del suo verginale amore. Per questo il suo corpo non potette rimanere sulla terra, neppure incorrotto, come quello di alcune sante vergini, il cui corpo verginale fu rispettato dalla stessa morte, ma dovette essere assunto con l'anima al Cielo, perché ogni fibra, ogni cellula, ogni nervo, ogni goccia del sangue che vivificò la sua vita glorificante Dio, era come corda amorosa risonante della gloria di Dio per il Verbo suo Figlio: Magnificat anima mea Dominum!

Il coro verginale canta dunque con Lei il cantico del suo amore, perché la verginità non è solo un'integrità del corpo, ma è un canto della vita, donata tutta a Dio, amandolo e glorificandolo in terra ed in Cielo. Solo il corpo verginale di Maria è nel Paradiso col coro verginale, perché la sua verginità fu fecondata dall'Infinito Amore, ed il suo corpo immacolato non poteva rimanere tra i solchi della morte; era tutto glorioso, come se fosse spirito, in ogni sua fibra, come corda vibrante purissimamente, per il Verbo e per lo Spirito Santo che l'adombrò: Magnificat anima mea Dominum!

Anima Mea.. era tutta anima, perché era tutto amore, tutto purezza, era tutto come volatilizzato dall'Eterna fiamma: Magnificat Anima Mea Dominum!

Il suo spirito, glorioso fin dalla vita terrena, perché immerso nella visione beatifica, era tutto esultanza di Dio, nell'infinita felicità dell'Eterno Verbo, che, predestinandola sua madre, la salvò dalla corruzione della colpa e la riempì di grazia, ed il suo corpo non poteva rimanere in terra, perché tutto vibrante di felicità nell'eterna felicità di Dio. Cantico di esultanza, doveva essere armonia di esultanza immarcescibile.

Che immensa grandezza è Maria!

Dio guardò l'umiltà della sua serva, che era tutta umiltà nella sua splendente verginità, perché era tutta amore di apprezzamento sommo di Dio, e la verginità e apprezzamento di Dio come sommo bene e come unico amore, e perciò il suo corpo fu beatificato nel Paradiso, tra i canti degli Angeli e dei Santi, che si beano della sua gloria. Sono queste le generazioni che l'acclamano beata, che l'acclamano anche in terra, dove rifulge la sua gloria immacolata, tra i penanti pellegrini dell'esilio.

Rifulse in Lei la potenza e la santità di Dio, e il suo corpo verginale ritornò a Lui con l'anima, perché la potenza divina, facendola immacolata, vinse la morte, e la santità divina rese il verginale corpo santissimo capace di stare soltanto nel regno della santità. La misericordia divina passò per Lei su tutte le generazioni che lo temono amandolo, perché per Lei venne il Redentore, infinita misericordia che ci salvò, e poiché Maria gli dette il corpo d'immolazione, che vinse la morte e trionfò risorto, anche il corpo di Maria fu tratto a Dio dal suo trionfo. Per questo l'ascesa del corpo di Gesù si chiama Ascensione, per virtù propria; e quella del corpo di Maria che fu tratto al Cielo dal trionfante suo Figlio, si chiama Assunzione.

Il trionfo della verginità di Maria per l'assunzione del suo corpo verginale, è la nota più squillante della potenza di Dio: Operò nella potenza del suo braccio, fu il trionfo più grande sulla superbia umana che, nei suoi stolti pensieri, traligna nell'impurità del corpo. Dio disperse queste nubi di orgoglioso fango, col trionfo dell'umile verginità di Maria. I troni dei potenti si sfasciarono di fronte a questo trionfo, e Maria sola fu Regina del Cielo e della terra, con l'anima sua gloriosa e col corpo assiso nella sede di eterna felicità, pieno di esultanza nella sua vita, assunto da Gesù Re d'Amore a compimento delle promesse di Dio fatte ad Abramo ed alla sua discendenza nei secoli.

Le animi vergini, gloriose nel Paradiso, non hanno il corpo verginale, lo lasciarono in terra, nel sepolcro, come filugelli che, mutandosi in bianche farfalle, lasciano l'involucro di verme che ebbero sui gelsi fioriti. Ma i corpi verginali risorgeranno, e saranno fulgenti di una luce mirabile. L'integrità fisica si ridusse in putredine col corpo sepolto, ma la purezza dell'anima impresse ancora su quella putredine il suggello dell'amore che cercò Dio solo, e si chiuse al mondo come orto difeso da mura, e fu fonte sigillato che non raccolse la melma del turbinoso torrente delle passioni umane, ma zampillò solo in alto fino all'Eterno Amore.

Oh, chi può cantare i pregi della verginità integrale, tutta amore per Dio? Chi può magnificare quegli occhi che non si fermarono cupidi sulle misere creature, chi può glorificare quel cuore che esultò con la carne solamente in Dio? Il mio cuore e la mia carne esultarono nel Dio vivo.

La dissoluzione di un corpo verginale non è la vittoria della morte, è la vittoria dell'anima, perché è l'ultima immolazione della carne, che si putrefà in un ultimo sospiro a Dio, per risboccíare in Lui, canto d'intemerato amore nella resurrezione, come bulbo sepolto nella terra, per aprirsi in un candido giglio, sul lungo stelo che ancora lo distacca dalla mota, e lo fa aprire nella luce del sole, candida corolla tra i fecondi petali dorati.

Cap. X

Il Magnificat dei piccoli Innocenti, fiori del Cielo



Al coro delle anime vergini sono unite le anime dei bimbi e delle bimbe che passarono per la terra senza conoscerne le brutture, candide libellule che toccarono appena le spinose siepi della vita terrena, per volare nell'azzurro; petali di rubiconde rose che sul Calvario del dolore s'imporporarono del Sangue Divino, per avere, come dote della gloria, il merito dei dolori della loro morte penosa, unita alla morte del Redentore. Il mondo vide i piccoli, martoriati dal dolore nella morte, e non capi la provvidenza amorosa di quel dolore che, nonostante la loro incoscienza, li arricchiva dei meriti di Gesù, per farli beati nel Cielo. Il mondo stimò un'ingiustizia il dolore degli innocenti, che non avevano peccati da espiare, e non capì che, per il Battesimo, erano la parte più pura del Corpo mistico di Gesù, il quale s'effuse in loro dal Calvario, e li irrugiadò del suo Sangue per ingemmarli del suo amore e portarli nel Paradiso, incoronati come bimbi regali che giocano con la corona del Re d'Amore e si trastullano con la palma del suo trionfo immortale.

Che gioia per l'anima che ascende a Dio, questo spettacolo di verginale innocenza, questa infanzia che intende ed ama, questo placido turbinare di fiori del Cielo, che magnificano la grandezza di Dio, che li colse quando appena si aprirono, per sbocciare nella pienezza della vita della gloria, esultanti per la loro salvezza nel Sangue Divino di Gesù! Dio guardò la loro piccolezza, e li raccolse beati tra i Beati. Dio con la sua potenza li creò per santificarli nella grazia del Battesimo, li immerse in un bagno di misericordia, e depositò in loro, per i dolori che soffrirono, i meriti del Redentore, come in un bagno di galvanoplastica si deposita l'oro sulla verga levigata che non ha splendori, ma accoglie lo splendore dell'oro, per la corrente che l'agita.

Sono piccoli, ma sono vittoriosi dell'umana superbia, perché sono le più umili creature elevate sull'umana tracotanza. Sono elevati sulle sedi della gloria, sono satolli di felicità, raccolti dall'Amore Infinito prima che le illusioni della vita terrena li macchiassero; cantano anch'essi la gloria di Dio con Maria e col coro verginale: Magnificat anima mea Dominum!

L'anima ascende tra le soavi, trillanti voci di questi innocenti, puri come gocce iridescenti nella infinita fonte; ascende come infiorata da questi fiorellini profumati dal Sangue divino... Che gioia l'innocenza gloriosa!...



(continua)