La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

domenica 11 agosto 2013


Il Purgatorio e il Paradiso





Sac. Dolindo Ruotolo

Apostolato Stampa - Napoli – Riano – Sessa Aurunca 1984


Parte Seconda


Cap. II

L'ascesa dell'anima dal tempo all’eternità


Noi non sappiamo dov'è il Purgatorio; ma dato che il tempo della purificazione si misura certamente col tempo della terra, come risulta dalle rivelazioni dei Santi, possiamo supporre che sia nella terra o nell'ambito della terra. L'anima quindi nell'ascendere al Paradiso, deve oltrepassare l'atmosfera terrestre e il cielo stellato. Ascende... Che gioia vedersi lontana dalla terra dove tanto penò, vedersi lontana dal Purgatorio dove si purificò! Tutto s'impiccolisce intorno a lei, quello che è temporale, e tutto si ingrandisce quello che è eterno. Chi sale in ascensore, ha l'impressione che i piani che supera, discendano. In una maniera più sublime e più alta, l'anima percepisce che tutto ciò che è nel tempo s’abbassi sotto di lei, ed ascende, amando, verso l'altezza dell'eternità. Ascende nella luce di Dio, e vede tutto l'ordine della divina Provvidenza nelle cose umane. Quello che in terra le sembrava un groviglio di dolori e di sopraffazioni, di misteri e d'ingiustizie, le appare una mirabile armonia di amore. E' una sorpresa che l'attira più amorosamente verso Dio, cantando a Lui con l'impeto di un amore senza ombre: Hai fatto tutto nella sapienza... Magnificat anima mea Dominum!

I fenomeni naturali, la vita delle anime pellegrine, la storia delle nazioni, lo svolgersi dei secoli passati, la storia della Chiesa militante, tutto le appare nella sua realtà, senza ombre, un ammirabile ricamo della Divina Provvidenza. E' per essa come la sorpresa gioiosa del passaggio della notte al giorno, è come il diletto di chi vede il sorgere del sole dall'altezza di un monte, dove prima camminava ascendendo faticosamente tra le tenebre, tra le pietre, i rovi e le spine. E' la prima gioia di un'anima, immensamente più grande della gioia di uno scienziato che scopre leggi ammirabili di ordine in fenomeni che apparivano ciechi disastri della materia. L'anima, tutta piena di grazie, ha già il lume della gloria, col quale si avvicina a Dio per vederlo com'è, e questo lume la riempie di scrutante sapienza nell'armonia delle cose terrene, come se avesse cento strumenti di osservazione, cento e mille cognizioni scientifiche che le fanno tutto vedere nelle sue ragioni più profonde, tanto nel mondo fisico quanto nel mondo morale.

Cap. III

Nei cieli stellati... la potenza e la sapienza di Dio


L'anima ascende verso il firmamento dalle ombrose regioni terrestri, ed ecco uno spettacolo che le rivela la potenza, la sapienza e l'amore di Dio. Corpi colossali che percorrono la loro orbita con vertiginosa velocità, nell'immensità dello spazio che non li impaccia nel cammino, armonizzati da leggi sapientissime. Che meraviglia stupenda! Potenze che nessun intelletto ha potuto mai immaginare, neppure in quest'epoca atomica, nella quale l'uomo s'è baloccato con la formidabile potenza dell'atomo! L'uomo con faticosi calcoli si è fermato estasiato dinanzi a infinitesimali nuclei, a infinitesimali danze di elettroni, protoni isotopi... intorno a formidabili esplosioni di questo mondo infinitesimale, testimonianza della potenza, della sapienza e dell'amore di Dio... Nel cielo stellato, però, non vi sono nuclei infinitesimali, ma colossi che ripetono in un'armonia di sterminato ordine lo spettacolo dell'atomo piccolissimo. Nel cielo stellato l'anima vede come l'amplificatore formidabile dell'inno della divina gloria, che si sprigionava sulla terra nei faticosi e misteriosi laboratori atomici. E l'anima ancora una volta canta con Maria, Regina di questo colossale mondo di forze, di luci, di armonie, di ordine sommo: Magnificat anima mea Dominum!

Quanti sono questi corpi celesti? L'uomo non è riuscito a contarli: Numera le stelle se puoi, disse Dio ad Abramo, e il piccolo scienziato della terra credette quasi di smentire la parola di Dio, quando si spinse con l'occhio nei cieli, dall'alto di una torre di legno, come fecero gli astronomi primitivi di oriente. Ne contarono migliaia, ma non era quello il numero. Col piccolo cannocchiale di Galíleo Galilei, che sembrò una stupefacente invenzione, ne contarono milioni, ma non era quello il numero... Col telescopio gigantesco del monte Palomar, in America, se ne contano cento miliardi nella sola nostra Galassia, ... ma non è questo il numero. Si scoprono altri cieli lontani dal nostro, altre Galassie trapuntate di miliardi di stelle, ... ma non è questo il numero, giacché il novissimo telescopio elettronico è già un occhio più potente che si appunta nei cieli...
Oh, com'è mirabilmente vera la parola di Dio quando non afferma solo l'esistenza del cielo, ma a glorificare la sua potenza parla dei cieli dei cieli!

L'anima contempla questo spettacolo grandioso, magnificando la potenza di Dio; lo contempla come chi, ascendendo verso una città gloriosa, considera lungo la via le bellezze campestri, i monumenti, le arcate superbe, i ponti e le opere che in certo modo ne preannunziano la grandezza, ma non vi si ferma. L'anima gode dello spettacolo dei cieli, ma vi rivolge solo lo sguardo, tendendo più in alto, verso la sublime meta dell'Eterno Amore.


Dio non fa nulla senza un ordine matematico, dalle più piccole cose alle grandi; non fa nulla senza una profonda ragione, non crea senza assegnare un fine determinato alla sua creatura.

Sono abitati questi corpi colossali del cielo?... Sono nebulose che si sviluppano nei secoli dei secoli, ascoltando ancora la voce di Dio: si faccia il firmamento del cielo?... Preparano i mondi per altre creature che verranno, come sbocci di fiori, per il fiat divino che ancora risuona nella creazione che si sviluppa?... O sono sedi di anime, troni di Angeli, strumenti di gioia, che cantano le lodi dell'Eterno, tutto in atto eterno, mentre essi passano, si trasformano, e come vesti gloriose veterascunt, invecchiano e si dissolvono, inneggiando alla eterna ed immobile semplicità di Dio, che è sempre in atto: Potenza, Sapienza ed Amore, adorabile Trinità, principio e fine di tutto?

La luce di ogni astro è un canto; è una scoperta moderna che, fotografando la luce, ne ha ottenuto il suono. Quei corpi sono un concento mirabile di dolcissimi suoni, che nessun musicista ha potuto ancora coordinare sull'immenso pentagramma del cielo, ma sono un canto misterioso, che canta la gloria di Dio, secondo l'ispirata parola del Salmista, che per i secoli passati sembrava un’espressione poetica, mentre è un'espressione realissima.

Di questi misteri del cielo noi mortali non sappiamo nulla. Gli scienziati che scrutano le profondità dei cieli, con difficilissimi calcoli matematici ne studiano l'armonia, ne misurano le orbite, le parallassi, la velocità, la costituzione fisica, e persino la massa ed il peso, ma non veggono altro. Gli astronauti nascenti nel nostro secolo, baloccandosi con gli scoppi dei razzi, sperano raggiungere la luna o i pianeti più vicini.

Nonostante i loro studi, gli scienziati conoscono tanto poco del cielo, ma noi che vediamo solo

« un tremolio di punti d'oro e d'atomi d'argento », sentiamo la gioia di quell’immenso silenzio di pace, che ci trae per poco fuori della fragorosa vita terrena, e c'incanta nella grandezza di Dio.

L'anima poi che sale a Dio, per il lume di gloria che già la ingrandisce, vede certamente tutta la mirabile armonia della creazione, e la contempla, amando, come pallida alba del regno eterno cui ascende; come rosea aurora dell'Eterno Sole che sorge per lei, in una felicità che non ha confini, in un amore che non teme tramonto, in una lode gioiosa che scoppia in lei come riconoscenza amorosa a Dio che la chiama, per abbracciarla nell'eterno amplesso della felicità che non ha lutto né pianto!...



Cap. IV

Nelle regioni dello Spirito: tra i Cori Angelici

Eccola fuori dell'immenso mare di stelle. E’ in alto, è sempre più lontana dalla materia; ascende trionfante verso la regione dello spirito.

Sotto di lei un mirabile saettare di astri, un'ordinata danza di luci, un fulgente intrecciarsi di orbite, un mirabile scoppio di forza, senza fragori, nella silente pace delle leggi cosmiche, che sono come l'eco della voce di Dio che le ordina. E’ come uno sfavillare d'inchini adoranti, anche nell'incoscienza della materia che, seguendo le leggi con le quali Dio la regola, ne magnifica l'onnipotenza, la sapienza e l'amore.

L'anima canta col firmamento le lodi di Dio; abbraccia, per così dire, quelle onde di luci, ne domina le splendenti creste, quasi marosi che si elevano, si ripiegano, spumeggiano, ritornano, fuggono, s'increspano, si quietano, ed il suo amore si effonde nella potenza dello spirito che è immensamente superiore alla materia.

Eccola nel cielo di Dio, eccola nel cielo eterno, eccola in un firmamento di spiriti celesti e di anime gloriose, in una varietà che ricorda quella delle stelle...stella differta stella; varietà non di materia fulgente, ma di intelligente amore che vibra in un'armonia di lodi, di slanci, di gioia, di pace, di profonda pace.

Ecco i cori angelici, mirabili armonie di amore, usciti dalle mani di Dio, purissimo Spirito, come diffusioni più pure della sua bontà creatrice. Sono nove cori, ordinati come una mirabile scala di suoni, come un mirabile intreccio di armonie, come risonanti contrappunti musicali, che fondono le altezze squillanti con le profondità vibranti, e formano la musica dei cieli. L'anima s'incanta... Anch'essa è spirito, anch'essa fu creata ad immagine di Dio, anch'essa, per la grazia che l'arricchisce, è un ordinato vibrare di armonie di amore, ma lo spettacolo degli Spiriti celesti è per lei una prima conoscenza di Dio, un primo ingresso alla felicità del suo spirito in Dio. Quei cori celesti lo manifestano, come le nubi dorate dell'orizzonte manifestano il sole che si avanza e lo manifestano senza abbagliare. Diremmo quasi che l'anima abitua il suo occhio interiore all'incontro con Dio.

Ogni coro angelico è formato da miliardi di spiriti, l'uno diverso dall'altro, più che non lo siano le fisionomie umane, pur essendo caratterizzati dalla stessa luce del Coro al quale appartengono. E’ una meraviglia inconcepibile.

I Cherubini, i Serafini...

Ecco i Cherubini alla sommità di quest'armonica scala. Non hanno corpo, sono intelligenze fulgenti, come astri indorati dalla luce dell'Infinito Verbo, generato dal Padre, glorificazione eterna di Dio, nella placida e sempre tranquilla Trinità. Che gioia quelle menti sublimi senza ombre, quelle intelligenze vibranti come occhi profondi, che veggono Dio, s'inabissano nella sua semplicissima, infinita ed unica natura, e lodandolo s'effondono in una mirabile varietà come onde di luce. L'anima è come avvolta da quella luce, e riconosce i primi raggi dell'Infinito senza principio e senza fine.

Ecco i Serafini. Illuminati dal Coro superiore dei Cherubini, vibrano di amore. Sono intelligenze fiammanti, sono come cuori innamorati che si espandono, che lodano Dio amandolo, e che amandolo sono come irradiati dall'Eterno Amore, e ne manifestano, glorificandolo, la Divina Persona, procedente dal Padre e dal Figliolo. L'anima è infiammata di amore, anela all'Eterno amplesso che la sposerà a Dio per tutta l'eternità. Che gioia quell'angelica fiamma che non conosce limiti di egoismo, che non s'incentra in sé, ma è tutta di Dio, godendo del suo amore. Oh, com'è dolce l'armonia dell'amore negli sfolgoranti spiriti dei Cherubini! Oh, quali ineffabili gioie Dio ha riservate a quelli che l'amano, portando per pochi anni, che sono istanti, paragonati all'eternità, la croce della prova terrena!...
(continua)