La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

lunedì 12 agosto 2013


Il Purgatorio e il Paradiso





Sac. Dolindo Ruotolo

Apostolato Stampa - Napoli – Riano – Sessa Aurunca 1984



Parte Seconda

Cap. V

I monti della terra e i Troni angelici



Dinanzi ai monti l'uomo s'incanta; l'altezza lo attrae, la ruvida bellezza delle cime ineguali elevate al cielo, lo diletta in un'arte divina, che i moderni pittori chiamerebbero... impressionismo. Ma non è l'impressionismo di stupide macchie o di più stupidi grovigli di circoli; è l'impressionismo mirabile delle cime, elevate come mani della materia, protese nella preghiera. C'è nei monti un misticismo gioioso e solenne, c'è nelle profonde valli come il regolo che misura l'abisso dell'umana piccolezza, c'è nel fruscio degli alberi, abbarbicati alle rocce, come un ondeggiare di vita, c'è nel canto degli uccelli come un trifiare di amore, che raccoglie l'anima in Dio. E’ la materia nella sua mole più gravitante, che diventa un cantico e sembra il trono di Dio.

L'anima ascende nel Coro angelico dei Troni, che sono come i monti dello spirito, nell'elevazione mirabile della grazia, e sono come le valli dell'amore, nella profonda adorazione della maestà di Dio. Ricevono l'illuminazione dei Serafini, perché, secondo S. Tommaso d’Aquino, un Coro superiore angelico illumina quello inferiore, e questa illuminazione da un Coro all'altro è come una catena di luce che li unisce tutti in un'armonia di amore, in un ricamo d'ineffabile bellezza. Gli Angeli sono così come i rosarianti del Cielo, in un'armonia di lodi a Dio Uno e Trino: Santo, Santo, Santo, in una carezzevole onda di lodi a Maria, unica creatura che riflette in pieno la potenza di Dio che la creò, del Verbo Eterno che la fece sua Madre, e dell'Etemo Amore che l'adombrò e la riempì di Sé, come al principio si librava sulle acque (Gen. 1, 2); e fecondava il Caos, facendolo risplendere di ammirabili bellezze di ordine e di vita.

I Troni sono mirabili elevazioni dello spirito, e mirabili inabissamenti di adorazione; sono perciò i Troni della Divina Maestà e della Divina Gloria. L'anima s'incanta in quelle mirabili altezze, s'impiccolisce, adorando, in quelle stupende profondità... Vi passa quasi per arabescarsi di amorosa sottomissione a Dio, cui va incontro, quasi come stillicidio che, attraverso la roccia, forma i candidi o accesi merletti delle stalattiti e delle stalagmiti. Vi passa come timida farfalla che s'impollina e si profuma tra i fiori dei monti.

Che incanto è il Paradiso, e quali gioie ci ha preparate Dio, se l'amiamo in terra e gli siamo fedeli!


Potestà – Dominazioni - Principati - Virtù

Ecco il Coro delle Potestà, che riflettono la potenza di Dio; delle Dominazioni, che ne cantano il dominio su tutto il creato; dei Principati, che ne magnificano la regalità divina come paludati vassalli del suo trono; delle Virtù, che ne magnificano le perfezioni semplicissime, e sono come i prismi che mostrano la semplice luce nella stupenda varietà dell'iride. L'anima adora la divina potenza, tra le Potestà; si sente dominata dall'Amore che la chiama, tra le Dominazioni; si sente umile ancella, tra i Principati; s'immerge nei raggi delle Virtù, quasi per coronare di fiori di luci il suo abito nuziale.

Noi c'incantiamo dinanzi alla potenza dei fenomeni fisici, ai quali assistiamo, o che provochiamo nei laboratori, eppure sono piccoli scoppi di faville... Le Potestà sono mirabili forze spirituali che incantano l'anima nelle manifestazioni della potenza divina. L'anima sente tutto il dominio di Dio tra le Dominazioni, spiriti potenti che mantengono l'ordine e l'armonia nel creato, dominandolo in nome di Dio. L'anima vive della divina maestà tra i Principati, che ne magnificano la regalità. L'anima glorifica la santità di Dio nel Coro delle Virtù, che ne riflettono i raggi e ne raccolgono gli splendori.

L'anima passa tra i Cori Angelici ascendendo a Dio, ma vi passa quasi per abituarsi allo splendore dell'Eterno Amore, e perciò passa prima tra i Cori più alti che la illuminano e la infiammano, e poi tra quelli che nel loro splendore le danno la percezione della grandezza di Dio. Si direbbe che vede prima come in una sintesi vivificante la grandezza di Dio, Eterna Verità, Eterna Sapienza ed Eterno Amore, e poi in una luminosa analisi considera la grandezza e la maestà divina.


Cap. VI

Gli Arcangeli - Gli Angeli - Gli Angeli Custodi


L'anima passa tra il coro degli Arcangeli, messaggeri di Dio e dei suoi mirabili disegni di potenza e di amore.

Servi meravigliosi, sette dei quali più rifulgenti di luce e, diremmo, più veloci, sono innanzi al trono di Dio, a capo dei quali è Michele, il trionfatore víndice della divina gloria, contro satana e gli spiriti ribelli che precipitarono nell'inferno. L'anima sente la trionfante armonia di questi Spiriti eccelsi, che le vengono incontro per annunziarle l'ingresso alla felicità.

L'anima passa tra i Cori degli Angeli che custodiscono le opere di Dio e le sue intelligenti creature, e sono custodi dell'ordine universale e dell'ordine spirituale delle anime loro affidate.

Sono miriadi, tutti luce di premurosa bontà, tutti pieni di dolcezza amorosa, come mamme che vengono incontro alla debolezza dei figli, tutti messaggeri di misericordia.

Se avessero le ali, come noi li dipingiamo per indicare la loro spiritualità e la loro velocità, apparirebbero come le ruote del carro visto da Ezechiele, pieni di occhi amorosamente vigilanti; apparirebbero come farfalle di amore, che passano tra i fiori del prato per impollinarli e renderli fecondi di frutti. Essi infatti portano gli effluvi della grazia di Dio tra le creature insensibili, e le mantengono nell’ordine delle leggi che le armonizzano, e tra le creature intelligenti, e le guidano nell'armonia della Divina Legge che le indirizza alla gloria.

Se avessero voce come la nostra, il suo suono sarebbe come placido zefiro che carezza i fiori di Dio, perché mandino a Lui il loro profumo.

Nessuno può capire la delicatezza dei loro inviti, la dolcezza dei loro suggerimenti, la materna bontà dei loro rimproveri. Se Dio rispetta la libertà delle sue creature, e le tratta con riverenza, come dice la Scrittura, gli Angeli Custodi, fulgenti della divina bontà, che è infinita signorilità, le trattano con rispettosa dolcezza, come placide luci tra le tenebre dello spirito che si disordina e pecca, e come morbido sostegno tra quelli che faticosamente avanzano tra le aspre vie del pellegrinaggio terreno. Se si potessero vedere con gli occhi del corpo, quando ci custodiscono, ci apparirebbero come grandi nubi dorate, che si distendono su di noi quasi ombre protettrici, e come nubi di celeste rugiada che stillano grazie.




La voce del mio Angelo

Io, giovanetto, a 14 anni, essendo chierico, fui incaricato di aver cura della lampada del SS. Sacramento, perché non si spegnesse. I lumini che avevo a mia disposizione erano difettosi, si spegnevano in varie ore, senza che io potessi calcolarne la durata. Nel giorno vigilavo io, ispezionando di tanto in tanto la lampada, ma nella notte come potevo fare questa vigilante ispezione?

Pregai con la semplicità e la fede di un fanciullo l'Angelo mio Custode che mi avesse svegliato un minuto prima che si spegnesse la lampada. Un minuto, perché, a mia vergogna, non volevo perdere sonno. Un minuto mi bastava per andare dal letto alla Cappella, dov'era Gesù Sacramentato. Ogni notte, in varie ore, secondo il... capriccio dei lumini, mi sentivo dolcemente battere sulla spalla destra come da una morbida mano, e sentivo una placida e dolcissimo voce che mi chiamava:
« Dolindo, la lampada ». Ed io scendevo, e la lampada stava per spegnersi. La smoccolavo e ritornavo a letto.

Una notte, una brutta notte, fui pigro; che pena a ricordarlo! Sentii la mano sulla spalla, la voce che mi chiamava e, ripugnandomi di alzarmi, pensai che potevo ingannarmi. Rimasi un minuto solo a poltrire, ma mi ripigliai. L'Angelo dovette in quel momento illuminarmi soltanto; per delicatezza non battette sulla spalla e non parlò, giacché io ero sveglio. Mi precipitai dal letto, scesi in Cappella, e trovai il lumino spento che fumigava. L'Angelo mi aveva chiamato esattamente un minuto prima che si spegnesse.

I miei confratelli, sorpresi che lo giungessi sempre in tempo nella notte ad accomodare la lampada, mi domandarono: « Come fai ad accorgerti che la lampada si spegne, se non si può calcolare 
la durata del lumino? ». Risposi: « E’ semplice; ho pregato l'Angelo mio che mi svegliasse un minuto prima, ed egli mi sveglia ». L'Angelo mio non venne più. Forse fu per quel delicatissimo riserbo che debbono avere le cose soprannaturali? O passò in me qualche ombra di vanità, che non lo fece più venire? Io non lo so, mi umilio soltanto. Il fatto avvenne nella settimana di Passione del 1897, ed io sento ancora sulla spalla destra la dolcezza di quella mano, e alla soavità lenta e quasi sillabata di quella voce: 
« Dolindo, la lampada ».


Cap. VII

Nel glorioso Coro dei Santi


I Cori angelici sono come l'iride del trono di Dio, secondo l'espressione dei Profeti, e quindi non sono come una scala ascendente, ma come una nube meravigliosa, diremmo, una fascia splendente, semicircolare, se può dirsi così. Ecco perché l'anima che ha attraversato il cielo stellato, si trova prima tra i Cherubini e infine tra gli Angeli Custodi.

Essa va verso il coro delle anime beate per avere il suo posto di gloria, e passa di luce in luce, per giungere a Dio, come membro glorioso della Chiesa trionfante, come figlia amorosa nel Regno di Dio.

Ed ecco l'incanto della sua visione: gli Apostoli, fulgenti del potere del Redentore, in una gloria singolare per loro che lo annunziarono ai popoli. 
E' vero, intorno a Gesù furono tanto meschini quando erano in terra, ma lo Spirito Santo li mutò in novelle creature, e col martirio caddero da loro le ultime ombre che ne offuscarono l'amore. Sono bellissimi nella luce del Verbo Incarnato, sole divino della celeste Gerusalemme.

Ecco i Martiri, come splendenti rubini nel Regno dell'amore, perché dettero a Dio la suprema testimonianza di amore, immolando per lui la loro vita. Ogni stilla del sangue da loro versato splende nelle anime loro come fiamma di amore, nell'amplesso divino dell'eterna felicità. 
Sono come un'armonia dolcissima d'un canto perenne di amore, e il loro godimento è misurato dalle loro pene.

I carnefici troncarono loro le membra? E sono pieni di attività di amore. Spensero i loro occhi? E veggono più bella la gloria di Dio. Strapparono la loro lingua? E l'anima loro è tutta una squillante voce della verità che suggellarono col loro sangue. Li bruciarono nel fuoco? E a loro anima è una fiamma di amore che non si spegne più. Tagliarono loro il capo? E le loro anime sono coronate di gloria. Li crocifissero crudelmente? E splendono nelle gloriose piaghe di Gesù, del quale l'anima loro porta il suggello rubicondo. Li dettero in pasto alle fiere? E furono moliti nei loro denti come frumento di Dio. L'anima loro ha la fragranza dei pani della mensa d'oro del Tempio. Li sprofondarono nel fondo del mare? E splendono purissime le loro anime come uscite da un battesimo di amore. Li soffocarono col capestro e pendettero dalle forche come i macellati dell'umana perfidia? E le loro anime hanno più largo il respiro dell'amore, e sono come frutti dorati che pendono dai giardini di Dio, meravigliosi nella loro bellezza.

Ogni pena sofferta è in loro uno splendore di gloria, una sazietà di eterna felicità.

L'anima che ascende a Dio, vede in essi la sublime provvidenza del dolore, e benedice il Signore di ogni dolore da lei sofferto nella vita, di ogni pena del Purgatorio. Che gioia per chi lacrimò tra le angustie del terreno pellegrinaggio!

L'anima ascende ancora, nell'estasi dell'imminente possesso di Dio...

Ecco i Confessori che propagarono il Regno di Dio in terra, successori degli Apostoli, successori di Pietro, stelle fulgide dell'integrità della fede tra le farneticanti aberrazioni degli errori. Splendono nella loro dottrina di verità come Cherubini, sono accesi di amore come Serafini, sono come Troni dell'Eterno, per averne difesa la gloria nella verità.

I Confessori, ricchi della potenza del Redentore per il Sacerdozio, e ricchi della sua grazia e della sua umiltà se non furono Sacerdoti, sono luminosi, come occhi fulgenti che si appuntarono nel Cielo dei Cieli per scrutare le eterne verità, mille volte più profondamente di come uno scienziato appunta il suo occhio mortale al Cielo, attraverso il telescopio, per scrutare il cammino delle stelle. Voci di fede che sono diventate voci di evidenza nella gloria, dominatori di anime, principi della Chiesa militante, luci di virtù e di perfezione, messaggeri di Dio come Arcangeli, custodi di anime come Angeli. Quale sinfonia di amore erompe dal loro spirito elevato dalla santità, come corde stirate dalle sofferenze della vita sul mirabile salterio che risuona della divina gloria!

(continua)