La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

lunedì 4 marzo 2013


Dipinto dell'esimia Artista Liz Lemon Swindle 



Il tempo quaresimale invita all'ascesi, una parola oggi mal vista e che andrebbe capita meglio. Il grande autore cristiano Tertulliano , diceva che "non si nasce cristiani, lo si diventa".
In questo spazio del "divenire " entra l'ascesi cristiana. Il termine ascesi suscita oggi sospetti anche in certi cristiani... è un termine che deriva dal greco "askein": indica l'applicazione fatta con metodo,l'esercizio ripetuto con tenacia, l'impegno e lo sforzo investiti per acquisire un'abilità o una competenza. L'artista e l'atleta devono allenarsi, superare loro stessi, se vogliono ottenere buoni risultati. Così la vita cristiana, che è rinascita ad una vita nuova "in Cristo", richiede la forza di affrontare dentro di noi tutto quello che ci porta in una direzione opposta alla via del Vangelo. Questo richiede l'umile esercizio di ricominciare ogni volta da capo, di riorientare i nostri passi sulla strada esigente del Vangelo di Gesù, che ci chiede anche delle cose che non ci vengono spontanee e richiedono uno slancio notevole: la preghiera, l'amore del nemico, la disciplina dei propri sensi.
Nel passato ci sono state delle deviazioni e degli eccessi, che la Chiesa ha sempre saputo condannare e correggere. L'ascesi e il dominio di sé non si devono raggiungere per sentirci forti e incrollabili e magari giudicare gli altri. L'ascesi e la purificazione non mirano al perfezionamento del proprio io, hanno come obiettivo l'educazione della propria vita ad una libertà evangelica, per potere amare in un modo autentico e profondo! L'ascesi, il sacrificio, il fioretto, il lavoro di purificazione su di sé, nella vita cristiana servono per liberare l'uomo dall'amore di sé, dall'egoismo che ci blinda e fa sfiorire in noi ogni possibile carità. Si tratta di un cammino di liberazione graduale dall'egocentrismo, per trasformarci in persone che vivono relazioni mature, libere, gratuite, evangeliche. I fioretti affrontati con amore, le rinunce vissute con lucida consapevolezza, non sono da buttare via. Sono la strada intelligente e difficile, che il cammino cristiano ha tracciato per chi vuole vivere amando, per chi vuole resistere contro oggi schiavitù dell'anima, che c'impedisce la gioia di amare e di stare al servizio della carità e di ciò che è gradito a Dio! Si tratta di una via umile.
Non c'e posto per la presunzione e la sufficienza.
Da soli non ce la faremo mai, abbiamo bisogno dell'aiuto di Dio, della sua Grazia che ci viene in soccorso con misericordia infinita! Un cammino difficile, come lo è la carità esercitata nel nome di Gesù, però ne vale la pena. Una fatica necessaria per aiutarci a fare della nostra vita un capolavoro, un'opera d'arte, "sotto il segno della bellezza, che nel cristianesimo è un altro nome della santità" (E.B.).

Allora bella Quaresima per imparare ad amare! 



Don Giovanni Pauciullo
( Dal Web )