La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

venerdì 26 luglio 2013


Il Purgatorio e il Paradiso


Sac. Dolindo Ruotolo

Apostolato Stampa - Napoli – Riano – Sessa Aurunca 1984


Cap. IV

Le pene del Purgatorio: il fuoco

Le pene del Purgatorio sono per noi un grande mistero, nonostante che crediamo di saperne qualche cosa per le testimonianze di tante apparizioni di anime purganti, che oramai sono una realtà scientifica, anche per gli scienziati, per loro vergogna miscredenti.


E’ un fatto forse poco conosciuto che oggi la realtà della vita di oltre tomba, e determinatamente l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, sono una nuova scienza, come è scienza la psicanalisi, la chimica, la fisica, ecc. E’ una scienza non empirica o metafisica, ma positiva, perché, come la costanza dei fenomeni fisici tendono positiva la scienza fisica, cosi la costanza delle testimonianze della vita di oltre tomba, rendono positiva la scienza che le indaga e le studia.

Anche gli scienziati miscredenti sono costretti ad accettare questa nuova scienza; anzi, essi studiano i fatti che testimoniano l'altra vita con maggiore accuratezza dei cattolici, proprio per la pregiudiziale che hanno contro il soprannaturale. 
I cattolici sanno per fede, e la fede è la scienza delle scienze, che l'anima è immortale, che c'è per essa un'altra vita, infelicissima, se vi passa peccatrice ostinata; purificatrice, se vi passa macchiata ma in grazia di Dio, e felicissima, se vi passa santa. Conoscendo per la fede questa grande verità, non danno eccessiva importanza alle manifestazioni positive dell'altra vita. Anzi in molti rimane ancora qualche cosa di quel maledetto spirito di... miscredenza che hanno respirato nell'atmosfera dei secoli passati, e credono ancora leggende certi fatti soprannaturali o preternaturali, che sono realtà storica e scientifica.Il suffragio

Le pene del Purgatorio sono pene di un'altra vita, completamente diversa dalla vita terrena, e sono tormento dell'anima, che le soffre intensamente. Le pene corporali o spirituali della vita presente, rifluiscono nell'anima, ma in modo sempre imperfetto, perché passano dai sensi nel sistema nervoso, da questo nel cervello che avverte le sensazioni, e dal cervello nell'anima che le percepisce. Quando superano la possibilità di soffrire dei sensi, questi vengono meno, il sistema nervoso e il cervello non percepiscono più il dolore, e l'anima non lo avverte più, perché esce dal corpo. L'anestesia locale o totale che si fa nelle operazioni chirurgiche, rende proprio i sensi come addormentati ed incapaci di trasmettere i dolori all'anima.

Nel Purgatorio è l'anima che percepisce direttamente e totalmente il dolore della purificazione, e questo dolore non è attenuato da nessuna anestesia; vedremo poi come può essere solo attenuato dal suffragio, che è un pagamento fatto dai viatori della terra, i quali applicano alle anime purganti i meriti di Gesù Cristo, e si sostituiscono essi con le preghiere e i sacrifici, alle anime penanti, togliendo loro, in tutto o in parte le responsabilità di cui sono gravate.

Il suffragio è come l'estirpamento di un tumore, che rende sana la parte malata, e non la fa più soffrire, è come un pagamento di amorosa carità, che toglie un debito all'anima purgante, e la dispensa dal pagarlo sino all'ultimo quadrante, sollevandola dalle pene che il debito contratto le cagiona.

Non c'è dunque nessun paragone da poter stabilire tra le pene di un'anima purgante e le pene della nostra vita temporale, ricca di misericordie divine e di aiuti di corporale e spirituale carità. Possiamo solo formarcene un'idea con analogie e paragoni, che restano ben lungi dalla realtà, come lo scoppio di una bomba atomica, dallo scoppiettare di un zolfanello che si accende.

Il tormento del Purgatorio che più facilmente possiamo considerare, è quello del fuoco, perché ci sono innumerevoli apparizioni di anime purganti che ce lo hanno attestato, lasciando visibili tracce del fuoco che le tormenta. Da queste tracce si rileva pure quale tremenda differenza c'è tra il fuoco terreno e il fuoco del Purgatorio.

Per darne un esempio, nella storia del Padre Stanislao Choscoa, domenicano
(Brovius, Hist. de Pologne, annata 1590) leggiamo questo fatto: Un giorno, mentre questo santo religioso pregava per i defunti, vide un'anima tutta divorata dalle fiamme, e le domandò se quel fuoco fosse più penetrante di quello della terra.
« Ahimé - rispose l'anima gridando - tutto il fuoco della terra, paragonato a quello del Purgatorio è come aura freschissima ».
Il religioso disse: « Com'è possibile? Vorrei farne la prova, a condizione però che ciò mi giovasse a scontare un giorno, in parte, le pene che dovrò soffrire in Purgatorio ».
L'anima soggiunse: « Nessun mortale potrebbe sopportare la minima parte di quel fuoco, senza morirne all'istante; tuttavia se tu vuoi convincertene, stendi la mano ».
Il Padre senza sgomentarsi porse la mano, sulla quale l'anima fece cadere una goccia del suo sudore o di un liquido che sembrava tale. A quel contatto il religioso emise acutissime grida e cadde in terra tramortito per lo spasimo che provava. Accorsero i confratelli, i quali gli prodigarono tutte le cure per fargli ripigliare i sensi. Egli, pieno di terrore, raccontò loro quello che gli era accaduto, e mostrò sulla mano una dolorosissima piaga. Dovette mettersi a letto, perché non resisteva a stare in piedi, e dopo un anno e mezzo di incredibili sofferenze, morì, esortando i suoi confratelli a fuggire le più piccole colpe, per non cadere in quegli orribili tormenti.
Di fatti consimili ce ne sono numerosissimi, di modo che è temerario ed illogico dubitare della realtà del fuoco del Purgatorio

Di che natura è il « fuoco » del Purgatorio?


Ma di quale natura è questo fuoco, e come può tormentare l'anima, che è spirito?
E’ un grande problema e un grande mistero che può essere chiarito dalle moderne scoperte atomiche.
Gli antichissimi uomini ottenevano il fuoco stropicciando velocemente due stecchi di pino o di altra pianta resinosa. Si ebbe così dall'attrito il fuoco di legna. Ci voleva molto tempo per accendere una fornace. Più tardi si ricavò il fuoco dalla pietra focaia, che, percossa o stropicciata, mandava scintille, e comunicava il fuoco all’esca, che era una specie di spugna. L'esca a mano a mano e lentamente si accendeva, come potrebbe accendersi una corda di stoppia, e comunicava il fuoco alle legna. Le legna, spente, diventavano carbonelle o carboni, e i carboni diventavano come l'alimento del fuoco.

Si inventarono gli zolfanelli, umile ma preziosa scoperta, e da essi, stropicciandoli su di una superficie ruvida, si ottenne la scintilla e la fiamma. La fiamma arde perché le legna, bruciando, si gassificano, ed è il gas che forma la fiamma. Si ricorse allora al gas accensibile ricavato dal carbon fossile. Si scoprì l'elettricità, e si constatò che un filamento di carbone, ed in seguito, di filo metallico si rendeva incandescente quando era percorso dalla corrente elettrica e trovava resistenza. Si è avuto così il fuoco elettrico. Ognuna di queste accensioni del fuoco, dava un fuoco di maggiore intensità e calore. I forni elettrici, per es. hanno una potenza di calore immensamente più intensa del fuoco di legna e del fuoco del gas.

Oggi con la scienza atomica, possiamo formarci una idea più chiara del fuoco, tanto dell'Inferno che del Purgatorio.
Il complesso materiale del mondo è formato di atomi, di eguale costituzione ma di diversa natura a seconda dei vari minerali o corpi fisici. Abbiamo così l'atomo di uranio, l'atomo di plutonio, l'animo di idrogeno, ecc.
Ogni atomo è come un infinitesimale sistema solare: ha un nucleo centrale, intorno al quale girano corpuscoli elettrici detti perciò elettroni. E’ un'armonia come quella del sole e dei pianeti che vi girano intorno. Il nucleo può essere diviso con un bombardamento elettrico, fatto da speciali e potenti strumenti, come, per es., il ciclotrone, ed allora l'atomo, per questa divisione del nucleo, sviluppa un calore potentissimo, di fronte al quale il fuoco normale sparisce come ombra. La materia si muta in energia ardente, e questa può bruciare e distruggere ogni cosa in un raggio di potenzialità che stordisce ed atterrisce.
Poggiandosi su questa scoperta, si fabbricarono le prime bombe atomiche, perché l'uomo spesso volge al male i doni che Dio gli profonde per rendergli più facile la vita.
Le prime bombe erano una piccola cosa di fronte a quelle che si fabbricano oggi. La prima bomba che fu fatta scoppiare, per sperimentarla, sul deserto sabbioso del Messico, sviluppò tale calore, da fondere la sabbia fino alla profondità di 8 metri, riducendola un gigantesco cristallo ceruleo, che ancora si vede.. Due bombe di questa potenza, lanciate una a Nagasaki e una a Hiroshima nel Giappone, durante l'ultima guerra, distrussero completamente queste due fiorenti città.

Le bombe moderne hanno una potenza di fuoco distruttivo immensamente più rovinosa. Si è calcolato che una bomba all'atomo d'idrogeno, detta perciò bomba H (H, iniziale chimico di Hidrogenum), fatta scoppiare nel centro dell'Italia, la distruggerebbe tutta, farebbe mutate le acque in tabe, come sangue putrido, e vi renderebbe impossibile ogni vita per le radioattività che vi diffonderebbe.

Secondo la formula del famoso matematico ebreo Einstein, la materia si muta in energia.

Per analogia possiamo formarci un'idea del fuoco dell'Inferno e del Purgatorio: l'anima di fronte a Dio è meno di un atomo, ma tende potentemente a Dio. Le sue colpe sono come il bombardamento che la distacca da Lui, o completamente, se l'anima è dannata, o per un determinato tempo, finché le colpe non vengono cancellate con l'espiazione. Per il dannato, essendo totale la separazione da Dio, non è possibile l'espiazione, perché, per la privazione della grazia, il dannato, come si è detto, cade in uno stato dal quale non vuole liberarsi. La sua volontà è ferma nel male, ed in esso vuole rimanere. Per l'anima purgante lo stato di grazia la fa tendere a Dio con l'amore, ed essa vuole uscire dal suo stato con l'espiazione.

Il distacco da Dio, come nella scissione del nucleo dell'atomo, genera un fuoco terribile, inestinguibile per il dannato, e gradatamente estinguibile per l'anima in grazia, a misura che le sue colpe sono purificate dall'amorosa tensione a Dio che le produce il tormento stesso.

E’ logico, come sono logiche tutte le verità della fede: l'anima, stando in grazia di Dio, lo ama intensamente, e tanto più intensamente, quanto maggiore è la sua purezza. Questo amore le fa apprezzare l'infinita grandezza e perfezione di Dio, e la sua infinita bontà. In questa luce e tensione di amore, l'anima vede meglio la propria imperfezione che le rende impossibile andare a Dio; ne è lontana e si accende tutta dalla fiamma generata, per così dire, dal suo stesso amore.

Ogni colpa è come un nucleo di atomo, spezzato e separato da Dio, è come l'inverso della formula di Einstein. In questa formula la materia si muta in energia; nell'anima la sua energia spirituale si muta quasi in materia, in fuoco ardente, che la tormenta per l'ansia del suo amore, e la purifica perché le accresce il desiderio, l'apprezzamento e l'amore di Dio, rendendola così gradatamente atta alla visione beatifica.

(continua)