Sac. Dolindo Ruotolo
Apostolato Stampa - Napoli – Riano – Sessa Aurunca 1984
Parte Seconda (continuazione)
L'anima nell'ineffabile gloria della SS.ma Trinità
L'anima nella gloria, contemplando Dio come è, a faccia a faccia, lo vede nella mirabile luce della SS. Trinità, uno solo nella sostanza, ma trino nelle Persone. Ebbe in terra la fede nella SS. Trinità, e per la fede della Chiesa conobbe il grande mistero. Fermamente crediamo, e semplicemente confessiamo, disse la Chiesa nel Concilio Lateranense IV (1215), che uno solo è il vero Dio: Padre, Figliolo e Spirito Santo; tre Persone ma una sostanza o natura, assolutamente semplice: il Padre non deriva da nessuno, il Figlio dal solo Padre, lo Spirito Santo dal Padre e dal Figlio, tutte e tre consustanziali, coeguali, coonnipotenti e coeterni.
Questa professione di fede per l'anima significa la definizione stessa della SS. Trinità, mistero che essa doveva conoscere per salvarsi: la SS. Trinità è il mistero delle tre Persone divine realmente distinte, in una e numericamente medesima sostanza, natura o essenza, delle quali la seconda Persona procede dalla prima per vera generazione, e la terza Persona dalla prima e dalla seconda, come da un unico principio, per spirazione.
L'anima pur non potendo giungere a questa definizione teologica, sapeva dal medesimo Catechismo che vi è un solo Dio, in tre persone uguali e distinte, che si chiamano Padre, Figliolo e Spirito Santo. Lo credeva fermamente, pur senza poterlo capire, lo credeva, per così dire, come un alunno crede alle definizioni scientifiche, per l'autorità degli scienziati che gliele rivelano, ed è proprio questa fede che gliele fa imparare, e che lo introduce poi nella luce della scienza. L'anima, dalle stesse definizioni della SS. Trinità, alla quale crede per l'autorità di Dio che l'ha rivelata e della Chiesa che l'insegna, è introdotta nella luce mirabile della Fede. Essa fu battezzata nel nome del Padre, e del Figliolo e dello Spirito Santo; fu cresimata nello stesso adorabile Nome, fu perdonata dei suoi peccati, e ricevette i grandi doni della grazia nel medesimo Nome; è logico quindi che conosca e creda il mistero di questo Nome.
Dalle ombre della fede, l'anima passa nella luce Infinita di Dio, Uno e Trino.
Non basta infatti una qualunque credenza in un Dio, in un Essere supremo....perché non si può avere di Dio un'idea vaga e nebulosa, ma bisogna avere la conoscenza dell'unico vero Dio, e Dio è il vero ed unico Dio, solo nel mistero della Trinità.
Anche la Chiesa nei momenti solenni della sua liturgia, che è la più luminosa espressione della sua fede, non fa scoprire il capo od inchinarlo in segno di adorazione al semplice nome di Dio, ma solo al nome della SS. Trinità, Padre, Figliolo e Spirito Santo.
Dalle ombre della fede avuta in terra, l'anima passa nella luce infinita di Dio, Uno e Trino, ne vede lo splendore, ne contempla la realtà, ne conosce la logica, giacché ogni verità della fede, nella luce dell'intelletto che crede, e nello splendore della realtà contemplata nel Paradiso, ha queste due note che incantano l'anima in una felicità senza nome: la verità e la logica.
In se stessa e nelle creature ragionevoli, l'anima ha avuto una certa conoscenza della persona, anche vagamente quando è un'anima che non ha studiato nella vita terrena. Non ripete ogni creatura ragionevole, e persino ogni infante: Io? Non si rivolge alle altre creature, chiamandole: Tu? Io e tu sono, in fondo, espressioni della propria e dell'altrui personalità.
La persona nell'uomo si può definire: una sostanza singolare, completa, di suo diritto e dotata d'intelletto. Si chiama sostanza singolare, non universale o astratta, che, come tale, è piuttosto nella mente. Si chiama sostanza completa, cioè che non ha bisogno di unirsi ad altra sostanza per operare. Si dice che è sostanza di suo diritto, perché è incomunicabilmente sussistente in se stessa ed a se stessa, ed al quale si riferiscono e si attribuiscono propriamente, tutte le operazioni che compie. Si dice: dotata d'intelletto, perché intende ed è padrona delle sue operazioni per il libero arbitrio. La persona è perciò quella che opera nella natura umana, e si distingue dalla natura, perché è il principio che opera, ed è quella a cui si attribuiscono le operazioni.
......
La Trinità nelle ombre dell'Antico Testamento
Sulla terra fin dagli antichissimi tempi, questo mistero fu adombrato in una certa pluralità nell'unico Dio. Dio creando l'uomo disse: Facciamo l'uomo ad immagine NOSTRA (Gen. 1, 26). Rimproverando Adamo della sua prevaricazione, Dio disse: Ecco, Adamo è quasi UNO DI NOI
(Gen. 3, 22). Dio bollando la superbia di quelli che edificavano la torre di Babele, disse, come uno che parla nel consesso di più persone: Venite, Discendiamo, e Confondiamo la loro lingua
(Ivi, 11, 7). Nella formula di benedizione che si trova nel libro dei Numeri, si ripete tre volte il nome di Yahweh (Num. 6, 23-26). Presso il Profeta Isaia s'invoca Dio: Santo, Santo, Santo (6, 1-9). Abramo nella valle di Mambre ebbe una manifestazione di Dio, in tre persone che gli si avvicinarono, ed egli in esse adorò l'unico vero Dio (Gen. 18).
Gli Ebrei avevano un perfetto monoteismo, credendo in un solo Dio, eppure i loro libri sacri parlavano della seconda persona che chiamavano Messia, Sapienza. Il Messia è annunziato dai Profeti, è chiamato Emmanuel, cioè Dio con noi, e gli si attribuisce origine divina, suprema potestà ed altri attributi divini che convengono al Verbo Incarnato. La Sapienza di Dio è mostrata nel Vecchio Testamento come una persona divina. Lo Spirito di Dio è frequentemente nominato nel Vecchio Testamento, ed è mostrato come principio della vita, dal quale è rinnovata la faccia della terra, ed è mostrato come distributore dei celesti doni.
Nel Nuovo Testamento, le ombre divennero Luce
Queste ombre dell'Antico Testamento divennero luce di verità nel Nuovo, diventano splendore di realtà nella gloria del Paradiso.
L'anima si trova innanzi a Dio, infinito e semplicissimo Principio, fontana divina, come lo chiama la Teologia; senza principio, perché è infinito Essere da sé, che ha in Sé l'essere e la ragione dell'essere. Dio, infinitamente intelligente, non può conoscere che Sé stesso, perché Egli è tutto. Conoscendosi infinitamente, genera il Verbo, infinito e sussistente, e quindi Persona. Conoscendosi si ama infinitamente, perché si conosce come Sommo Bene, somma bontà, somma perfezione, e la sua conoscenza infinita, il Verbo suo, essendo sussistente persona, lo ama infinitamente. E' un unico principio di amore del Padre e del Figlio che spira l'Eterno Amore, infinito e sussistente, e perciò Persona distinta.
E' una sublime meraviglia che l'anima può vedere riflessa in se stessa imperfettamente. L'anima, intelligente, intendendo genera l'idea, il concetto, il verbo mentale, che non è sussistente perché finito. Compiacendosi della sua intellezione, l'ama, l'ama tanto da esservi tenacemente attaccata; l'anima vive, pensa ed ama, unica natura spirituale in tre manifestazioni. Dio è, intende ed ama infinitamente, unica natura semplicissima non in tre atti, come nell'uomo, ma in tre sussistenti Persone. L'uomo è, intende e vuole, perché vuole ciò che ama. Dio è, intende ed ama, e l'infinito suo Amore è la sua Volontà.
Gli Ebrei avevano un perfetto monoteismo, credendo in un solo Dio, eppure i loro libri sacri parlavano della seconda persona che chiamavano Messia, Sapienza. Il Messia è annunziato dai Profeti, è chiamato Emmanuel, cioè Dio con noi, e gli si attribuisce origine divina, suprema potestà ed altri attributi divini che convengono al Verbo Incarnato. La Sapienza di Dio è mostrata nel Vecchio Testamento come una persona divina. Lo Spirito di Dio è frequentemente nominato nel Vecchio Testamento, ed è mostrato come principio della vita, dal quale è rinnovata la faccia della terra, ed è mostrato come distributore dei celesti doni.
Nel Nuovo Testamento, le ombre divennero Luce
Queste ombre dell'Antico Testamento divennero luce di verità nel Nuovo, diventano splendore di realtà nella gloria del Paradiso.
L'anima si trova innanzi a Dio, infinito e semplicissimo Principio, fontana divina, come lo chiama la Teologia; senza principio, perché è infinito Essere da sé, che ha in Sé l'essere e la ragione dell'essere. Dio, infinitamente intelligente, non può conoscere che Sé stesso, perché Egli è tutto. Conoscendosi infinitamente, genera il Verbo, infinito e sussistente, e quindi Persona. Conoscendosi si ama infinitamente, perché si conosce come Sommo Bene, somma bontà, somma perfezione, e la sua conoscenza infinita, il Verbo suo, essendo sussistente persona, lo ama infinitamente. E' un unico principio di amore del Padre e del Figlio che spira l'Eterno Amore, infinito e sussistente, e perciò Persona distinta.
E' una sublime meraviglia che l'anima può vedere riflessa in se stessa imperfettamente. L'anima, intelligente, intendendo genera l'idea, il concetto, il verbo mentale, che non è sussistente perché finito. Compiacendosi della sua intellezione, l'ama, l'ama tanto da esservi tenacemente attaccata; l'anima vive, pensa ed ama, unica natura spirituale in tre manifestazioni. Dio è, intende ed ama infinitamente, unica natura semplicissima non in tre atti, come nell'uomo, ma in tre sussistenti Persone. L'uomo è, intende e vuole, perché vuole ciò che ama. Dio è, intende ed ama, e l'infinito suo Amore è la sua Volontà.
(continua)