Ven. Don Giuseppe Tomaselli
Sacerdote Salesiano Esorcista, Mistico nato a Biancavilla e morto a Messina in concetto di santità la notte tra l’8 e il 9 maggio 1989.
Istituì l'Associazione delle"Piccole Ostie " Anime Riparatrici...
(E' stato il mio primo padre spirituale. A Lui va tutto l'affetto e la riconoscenza per il bene che ha fatto alla mia anima. Nella santità di Uomo di Dio, portò l'Associazione da Lui fondata nel mio paese,
affidandola all'anima santa della signorina Maria Mollica,terziaria carmelitana scalza,alla quale va il mio ricordo rispettoso e devoto, di Lei fui fidata fedele Amica, e sostenitrice delle"PiccoleOstie".
Don Tomaselli non amava le sdolcinature ma la tenerezza.
Il suo parlare era aut aut. Non concedeva sconti alla Verità, e non girava attorno al problema ma lo affrontava col coraggio di chi vive solo per Iddio. Il "Decalogo" era scolpito nel Suo cuore magnanimo e buono. Tutte le creature per Lui avevano lo stesso valore. I titolati, i diseredati e gli esclusi erano amati e accolti alla stessa maniera. Patì infinite persecuzioni e incomprensioni...Io sono una testimone oculare. Voglio ricordarLo e farLo conoscere per mezzo dei suoi scritti). Ti voglio bene Padre! Proteggimi!
I Morti Risorgeranno
di Don Giuseppe Tomaselli
(continuazione)
LA PARABOLA DEI TALENTI
Un signore, dice Gesù nel Vangelo, prima di allontanarsi dalla sua città, chiamò i servitori e diede loro dei talenti: a chi cinque, a chi due ed a chi uno, a ciascuno secondo la propria capacità. Dopo un certo tempo ritornò e volle fare i conti con i servitori. Venne a lui quegli che aveva ricevuto cinque talenti e gli disse: Ecco, o signore, ho guadagnato altri cinque talenti! - Bravo, servo buono e fedele! Poiché sei stato fedele nel poco, ti costituisco padrone sul molto! Entra nel gaudio del tuo signore!
Similmente disse a colui che aveva ricevuto due talenti e ne aveva guadagnato altri due.
Gli si presentò chi ne aveva ricevuto uno solo e gli disse: Signore, io so che voi siete uomo severo, perchè esigete ciò che non avete dato e raccogliete ciò che non avete seminato. Avendo paura di perdere il vostro talento, sono andato a sotterrarIo. Ecco ve lo restituisco tale e quale! - Servo iniquo, disse il signore, ti condanno con le tue stesse parole! Tu sapevi che sono uomo severo!... Perchè dunque non consegnavi alle banche il talento e così al mio ritorno avresti percepito gli interessi?...
- e diede ordine che venisse legato mani e piedi e fosse gettato nelle tenebre esteriori, tra il pianto e lo stridore dei denti.
Questi servitori siamo noi. Abbiamo ricevuto i doni da Dio con varietà: vita, intelligenza, corpo, ricchezza, ecc.
Al termine della carriera mortale se il nostro Sommo Donatore vede che abbiamo fatto del bene, ci giudica benignamente e ci premia. Se invece vede che bene non ne abbiamo operato, anzi abbiamo trasgredito i suoi ordini e l'abbiamo offeso, allora il suo giudizio sarà tremendo: l'eterna prigione!
UN ESEMPIO
E qui è da notare che Iddio è giustissimo e nel giudicare non guarda in faccia ad alcuno; dà a ciascuno quanto spetta, senza tenere conto delle dignità umane.
Il Papa è il rappresentante di Gesù Cristo in terra; dignità sublime. Ebbene, anche lui viene giudicato da Dio come gli altri uomini, anzi con più rigore, poiché a chi più è stato dato, più sarà richiesto.
Il Sommo Pontefice Innocenzo III fu uno dei più grandi Papi. Fu zelantissimo della gloria di Dio e compì opere meravigliose a bene delle anime. Però commise delle mancanze leggere, che, come Papa, avrebbe dovuto evitare. Appena morto, fu severamente giudicato da Dio. Comparve allora a Santa Lutgarda, tutto circondato di fiamme e le disse: Sono stato giudicato colpevole di alcune cose e sono stato condannato al Purgatorio sino al giorno del Giudizio Universale!
Il Cardinale Bellarmino, divenuto poi Santo, rabbrividiva pensando a questo fatto!
FRUTTO PRATICO
Quanta cura non si ha degli affari temporali! I mercanti e coloro che gestiscono qualche azienda, mettono tanta sollecitudine per guadagnare; non contenti di ciò, la sera sogliono dare uno sguardo al libro dei conti e di tanto in tanto fanno i calcoli più accurati e, se è il caso, prendono provvedimenti. Perché non fai, o anima cristiana, altrettanto per gli affari spirituali, per i conti della tua coscienza?... Se non lo fai è perché hai poca cura della tua salvezza eterna!... Giustamente Gesù Cristo dice: I figli di questo secolo sono, nel loro genere, più avveduti dei figli della luce!
Ma se per il passato, o anima, sei stata trascurata, non esserlo per l'avvenire! Fa' una rivista della tua coscienza; scegli però il tempo più tranquillo per fare ciò. Se riconosci di avere i conti in regola con Dio rimani tranquilla e segui la buona via sulla quale ti trovi. Se al contrario vedi che c'è qualche cosa da mettere a posto, apri l'anima tua a qualche Sacerdote zelante per avere l'assoluzione e ricevere un esatto indirizzo della vita morale. Prendi fermi propositi di vita migliore e non indietreggiare più!... Tu sai come è facile morire!... Da un momento all'altro protesti trovarti al divin tribunale!
RENDERSI AMICO GESU'
Gesù amava Gerusalemme, la città santa. Quanti miracoli non vi operò! Essa avrebbe dovuto corrispondere a sì grandi benefizi, ma non lo fece. Gesù ne rimase molto addolorato e un giorno pianse sulla sua sorte.
Gerusalemme, disse, Gerusalemme, quante volte io volli radunare i tuoi figliuoli come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali e non hai voluto!... Oh! se tu conoscessi e proprio in questo giorno quello che giova alla tua pace! Invece ora sono cose nascoste ai tuoi occhi. Ma ci sarà per te la punizione, poiché verranno giorni, nei quali i tuoi nemici ti faranno attorno trincee, ti circonderanno e stringeranno te e i tuoi figliuoli che sono in te e non lasceranno pietra su pietra!
Gerusalemme, o anima, è immagine tua. Gesù ti ha ricoperta di benefici spirituali e temporali; tu però hai corrisposto con ingratitudine, offendendolo. Gesù forse piange sulla tua sorte, dicendo: Povera anima, ti ho amata, ma un giorno, quando avrò da giudicarti, dovrò condannarti all'inferno!
Convertiti, dunque, una buona volta! Tutto Gesù ti perdona, avessi pure commesso tutti i peccati del mondo, purché sia pentita! Tutto Gesù perdona a chi realmente lo vuole amare, come generosamente perdonò alla Maddalena, dicendo di lei: Molto le è stato perdonato, perché molto ha amato.
Bisogna amare Gesù non a parole, ma coi fatti, osservando la sua divina legge. E' questo il mezzo per renderselo amica per il giorno del Giudizio.
UN MIO BISOGNO
A te ho rivolto la parola, o lettore; nello stesso tempo ho inteso rivolgerla a me stesso, perché anch'io ho un'anima da salvare ed avrò da comparire al cospetto di Dio. Convinto di quanto dico agli altri, sento il bisogno d'innalzare a Cristo Giudice una calda preghiera, affinché mi sia propizio nel giorno del mio rendiconto.
.....
E' morto un tale. Il corpo è stato seppellito; l'anima è stata giudicata da Dio ed è andata all'eterna dimora, o Paradiso o inferno.
E' tutto finito per il corpo? No! Dopo che saranno passati dei secoli... alla fine del mondo dovrà ricomporsi e risuscitare. E per l'anima la sorte sarà mutata?
No! Il premio o la pena sono eterni. Però alla fine del mondo l'anima uscirà momentaneamente dal Paradiso o dall'inferno, si riunirà al corpo ed andrà ad assistere al Giudizio Universale.
PERCHE' UN SECONDO GIUDIZIO?
Sembrerebbe superfluo un secondo Giudizio, dato che la sentenza che Iddio dà all'anima dopo la morte è inesorabilmente immutabile. Eppure è conveniente che ci sia quest'altro Giudizio, chiamato Universale, perché fatto a tutti gli uomini riuniti assieme. La sentenza, che l'Eterno Giudice allora pronunzierà, sarà la solenne conferma della prima, avuta nel Giudizio Particolare.
La nostra ragione stessa trova dei motivi perché ci sia questo secondo Giudizio.
LA GLORIA DI DIO
Oggi il Signore è bestemmiato. Nessuna persona è tanto insultata quanto la Divinità. La sua Provvidenza, che opera continuamente, anche nei minimi particolari, a bene delle creature, la sua Provvidenza, che per quanto misteriosa è sempre adorabile, viene oltraggiata vergognosamente dal vile uomo, quasi Iddio non sapesse governare il mondo, o l'avesse abbandonato a se stesso. - Iddio ci ha dimenticati! - si esclama da tanti nel dolore.
Questi servitori siamo noi. Abbiamo ricevuto i doni da Dio con varietà: vita, intelligenza, corpo, ricchezza, ecc.
Al termine della carriera mortale se il nostro Sommo Donatore vede che abbiamo fatto del bene, ci giudica benignamente e ci premia. Se invece vede che bene non ne abbiamo operato, anzi abbiamo trasgredito i suoi ordini e l'abbiamo offeso, allora il suo giudizio sarà tremendo: l'eterna prigione!
UN ESEMPIO
E qui è da notare che Iddio è giustissimo e nel giudicare non guarda in faccia ad alcuno; dà a ciascuno quanto spetta, senza tenere conto delle dignità umane.
Il Papa è il rappresentante di Gesù Cristo in terra; dignità sublime. Ebbene, anche lui viene giudicato da Dio come gli altri uomini, anzi con più rigore, poiché a chi più è stato dato, più sarà richiesto.
Il Sommo Pontefice Innocenzo III fu uno dei più grandi Papi. Fu zelantissimo della gloria di Dio e compì opere meravigliose a bene delle anime. Però commise delle mancanze leggere, che, come Papa, avrebbe dovuto evitare. Appena morto, fu severamente giudicato da Dio. Comparve allora a Santa Lutgarda, tutto circondato di fiamme e le disse: Sono stato giudicato colpevole di alcune cose e sono stato condannato al Purgatorio sino al giorno del Giudizio Universale!
Il Cardinale Bellarmino, divenuto poi Santo, rabbrividiva pensando a questo fatto!
FRUTTO PRATICO
Quanta cura non si ha degli affari temporali! I mercanti e coloro che gestiscono qualche azienda, mettono tanta sollecitudine per guadagnare; non contenti di ciò, la sera sogliono dare uno sguardo al libro dei conti e di tanto in tanto fanno i calcoli più accurati e, se è il caso, prendono provvedimenti. Perché non fai, o anima cristiana, altrettanto per gli affari spirituali, per i conti della tua coscienza?... Se non lo fai è perché hai poca cura della tua salvezza eterna!... Giustamente Gesù Cristo dice: I figli di questo secolo sono, nel loro genere, più avveduti dei figli della luce!
Ma se per il passato, o anima, sei stata trascurata, non esserlo per l'avvenire! Fa' una rivista della tua coscienza; scegli però il tempo più tranquillo per fare ciò. Se riconosci di avere i conti in regola con Dio rimani tranquilla e segui la buona via sulla quale ti trovi. Se al contrario vedi che c'è qualche cosa da mettere a posto, apri l'anima tua a qualche Sacerdote zelante per avere l'assoluzione e ricevere un esatto indirizzo della vita morale. Prendi fermi propositi di vita migliore e non indietreggiare più!... Tu sai come è facile morire!... Da un momento all'altro protesti trovarti al divin tribunale!
RENDERSI AMICO GESU'
Gesù amava Gerusalemme, la città santa. Quanti miracoli non vi operò! Essa avrebbe dovuto corrispondere a sì grandi benefizi, ma non lo fece. Gesù ne rimase molto addolorato e un giorno pianse sulla sua sorte.
Gerusalemme, disse, Gerusalemme, quante volte io volli radunare i tuoi figliuoli come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali e non hai voluto!... Oh! se tu conoscessi e proprio in questo giorno quello che giova alla tua pace! Invece ora sono cose nascoste ai tuoi occhi. Ma ci sarà per te la punizione, poiché verranno giorni, nei quali i tuoi nemici ti faranno attorno trincee, ti circonderanno e stringeranno te e i tuoi figliuoli che sono in te e non lasceranno pietra su pietra!
Gerusalemme, o anima, è immagine tua. Gesù ti ha ricoperta di benefici spirituali e temporali; tu però hai corrisposto con ingratitudine, offendendolo. Gesù forse piange sulla tua sorte, dicendo: Povera anima, ti ho amata, ma un giorno, quando avrò da giudicarti, dovrò condannarti all'inferno!
Convertiti, dunque, una buona volta! Tutto Gesù ti perdona, avessi pure commesso tutti i peccati del mondo, purché sia pentita! Tutto Gesù perdona a chi realmente lo vuole amare, come generosamente perdonò alla Maddalena, dicendo di lei: Molto le è stato perdonato, perché molto ha amato.
Bisogna amare Gesù non a parole, ma coi fatti, osservando la sua divina legge. E' questo il mezzo per renderselo amica per il giorno del Giudizio.
UN MIO BISOGNO
A te ho rivolto la parola, o lettore; nello stesso tempo ho inteso rivolgerla a me stesso, perché anch'io ho un'anima da salvare ed avrò da comparire al cospetto di Dio. Convinto di quanto dico agli altri, sento il bisogno d'innalzare a Cristo Giudice una calda preghiera, affinché mi sia propizio nel giorno del mio rendiconto.
.....
IL GIUDIZIO UNIVERSALE
E' morto un tale. Il corpo è stato seppellito; l'anima è stata giudicata da Dio ed è andata all'eterna dimora, o Paradiso o inferno.
E' tutto finito per il corpo? No! Dopo che saranno passati dei secoli... alla fine del mondo dovrà ricomporsi e risuscitare. E per l'anima la sorte sarà mutata?
No! Il premio o la pena sono eterni. Però alla fine del mondo l'anima uscirà momentaneamente dal Paradiso o dall'inferno, si riunirà al corpo ed andrà ad assistere al Giudizio Universale.
PERCHE' UN SECONDO GIUDIZIO?
Sembrerebbe superfluo un secondo Giudizio, dato che la sentenza che Iddio dà all'anima dopo la morte è inesorabilmente immutabile. Eppure è conveniente che ci sia quest'altro Giudizio, chiamato Universale, perché fatto a tutti gli uomini riuniti assieme. La sentenza, che l'Eterno Giudice allora pronunzierà, sarà la solenne conferma della prima, avuta nel Giudizio Particolare.
La nostra ragione stessa trova dei motivi perché ci sia questo secondo Giudizio.
LA GLORIA DI DIO
Oggi il Signore è bestemmiato. Nessuna persona è tanto insultata quanto la Divinità. La sua Provvidenza, che opera continuamente, anche nei minimi particolari, a bene delle creature, la sua Provvidenza, che per quanto misteriosa è sempre adorabile, viene oltraggiata vergognosamente dal vile uomo, quasi Iddio non sapesse governare il mondo, o l'avesse abbandonato a se stesso. - Iddio ci ha dimenticati! - si esclama da tanti nel dolore.
- Egli non sente più e non vede niente di quanto succede nel mondo! Perché non fa vedere la sua potenza in certe gravi situazioni sociali di rivoluzioni o di guerre? -
E' giusto che il Creatore, alla presenza di tutti i popoli, faccia conoscere il perché della sua condotta. Da questo ne guadagnerà la gloria di Dio, poiché nel giorno del Giudizio tutti i buoni acclameranno ad una voce: Santo, Santo, Santo è il Signore, il Dio degli eserciti! A lui sia gloria! Benedetta sia la sua provvidenza!
L'ONORE DI GESU' CRISTO
Il Figlio Eterno di Dio, Gesù, fattosi uomo pur restando vero Dio, subì la più grande umiliazione venendo in questo mondo. Per amore degli uomini si assoggettò a tutte le miserie umane, tranne che a quella del peccato; visse in una bottega come umile falegname. Avendo provato al mondo la sua Divinità per mezzo di un numero stragrande di miracoli, tuttavia per gelosia venne condotto davanti ai tribunali ed accusato di essersi fatto Figlio di Dio. In tale occasione fu sputacchiato, schiaffeggiato, chiamato bestemmiatore ed indemoniato, battuto a sangue sulle nude spalle, coronato di spine, paragonato all'assassino Barabba e posposto a lui; condannato ingiustamente dal Sinedrio e dal Pretorio alla morte di croce, la più umiliante e dolorosa, e lasciato morire ignudo fra gli spasimi e gl'insulti dei carnefici.
E' ben giusto che l'onore di Gesù Cristo sia riparato pubblicamente, come pubblicamente fu umiliato.
Il Divin Redentore pensava a questa grande riparazione quando era davanti ai tribunali; difatti, rivolto ai suoi giudici, disse: Vedrete il Figlio dell'uomo sedere alla destra della potenza di Dio e venire sulle nubi del cielo! Questa venuta sulle nubi del cielo è il ritorno di Gesù Cristo sulla terra alla fine del mondo per giudicare tutti.
Inoltre Gesù Cristo è stato e sarà sempre il bersaglio dei cattivi, che per istigazione diabolica lo combattono con la stampa e con la parola nella sua Chiesa, che è il suo Corpo Mistico.
E' giusto che il Creatore, alla presenza di tutti i popoli, faccia conoscere il perché della sua condotta. Da questo ne guadagnerà la gloria di Dio, poiché nel giorno del Giudizio tutti i buoni acclameranno ad una voce: Santo, Santo, Santo è il Signore, il Dio degli eserciti! A lui sia gloria! Benedetta sia la sua provvidenza!
L'ONORE DI GESU' CRISTO
Il Figlio Eterno di Dio, Gesù, fattosi uomo pur restando vero Dio, subì la più grande umiliazione venendo in questo mondo. Per amore degli uomini si assoggettò a tutte le miserie umane, tranne che a quella del peccato; visse in una bottega come umile falegname. Avendo provato al mondo la sua Divinità per mezzo di un numero stragrande di miracoli, tuttavia per gelosia venne condotto davanti ai tribunali ed accusato di essersi fatto Figlio di Dio. In tale occasione fu sputacchiato, schiaffeggiato, chiamato bestemmiatore ed indemoniato, battuto a sangue sulle nude spalle, coronato di spine, paragonato all'assassino Barabba e posposto a lui; condannato ingiustamente dal Sinedrio e dal Pretorio alla morte di croce, la più umiliante e dolorosa, e lasciato morire ignudo fra gli spasimi e gl'insulti dei carnefici.
E' ben giusto che l'onore di Gesù Cristo sia riparato pubblicamente, come pubblicamente fu umiliato.
Il Divin Redentore pensava a questa grande riparazione quando era davanti ai tribunali; difatti, rivolto ai suoi giudici, disse: Vedrete il Figlio dell'uomo sedere alla destra della potenza di Dio e venire sulle nubi del cielo! Questa venuta sulle nubi del cielo è il ritorno di Gesù Cristo sulla terra alla fine del mondo per giudicare tutti.
Inoltre Gesù Cristo è stato e sarà sempre il bersaglio dei cattivi, che per istigazione diabolica lo combattono con la stampa e con la parola nella sua Chiesa, che è il suo Corpo Mistico.
.....
LA SODDISFAZIONE DEI BUONI
Spesso si vedono i buoni tribolati ed i cattivi trionfanti.
I tribunali umani, pur dicendo di rispettare la giustizia, non raramente la calpestano. Difatti il ricco, colpevole e prepotente, riesce a corrompere i magistrati col denaro e dopo il delitto continua a vivere in libertà; il povero, perché privo di mezzi, non può far risplendere la sua innocenza e perciò passa la vita nell'oscura prigione. Nel giorno del Giudizio Universale è bene che vengano smascherati i fautori del male e che risplenda l'innocenza dei buoni calunniati.
Milioni e milioni di uomini, donne e bambini, nel corso dei secoli hanno subito la sanguinosa persecuzione per la causa di Gesù Cristo. Basta ricordare i primi tre secoli del Cristianesimo. Un ampio anfiteatro; migliaia di spettatori avidi di sangue; leoni e pantere in grande irrequietezza per la fame ed attendono la preda... la carne umana. Si spalanca la porta di ferro e le bestie feroci sbucano, si avventano contro una schiera di Cristiani, che in ginocchio nel centro dell'anfiteatro, muoiono per la Santa Religione. Costoro sono i Martiri, i quali sono stati spogliati dei propri beni e tentati in diversi modi per far loro rinnegare Gesù Cristo. Essi però hanno preferito perdere tutto e farsi sbranare dai leoni, anziché rinnegare il Redentore. E non è ben giusto che il Cristo dia a questi Eroi la meritata soddisfazione?... si!... La darà in quel giorno supremo, davanti a tutti gli uomini ed a tutti gli Angeli dei Cielo!
Quanti trascorrono la vita nelle privazioni, tutto sopportando con rassegnazione al volere di Dio! Quanti vivono nell'oscurità esercitando le virtù cristiane! Quante anime vergini, rinunziando ai piaceri passeggeri del mondo, sostengono per anni e anni la dura lotta dei sensi, lotta conosciuta soltanto da Dio! La forza e l'intima gioia di costoro è l'Ostia Santa, la Carne Immacolata di Gesù, di cui con frequenza si nutrono nella Comunione Eucaristica. Per queste anime dovrà esserci il condegno onore! Che risplenda davanti al mondo il bene operato nel segreto! Niente vi è di occulto, dice Gesù, che non sia manifestato.
- Il vostro pianto, dice ai buoni il Signore, si convertirà in gaudio! - Per il contrario, la gioia dei cattivi dovrà cambiarsi in pianto. Ed è conveniente che i ricchi vedano risplendere nella gloria di Dio quei poveri, ai quali hanno negato il tozzo di pane, come l'Epulone vide Lazzaro nel seno di Abramo; che i persecutori contemplino le loro vittime nel trono di Dio; che tutti i dispregiatori della Santa Religione, mirino lo splendore eterno di coloro, che in vita hanno deriso, chiamandoli bigotti e gente sciocca che non ha saputo godere la vita!
Il Giudizio Universale porta con sé la risurrezione dei corpi, cioè la riunione dell'anima con il compagno della vita mortale. Il corpo è lo strumento dell'anima, strumento di bene oppure di male.
E' giusto che il corpo, il quale ha cooperato al bene compiuto dall'anima, sia glorificato mentre quello che è servito a fare il male sia umiliato e punito.
Ed è proprio l'ultimo giorno quello che Iddio ha riservato a tale scopo.
VERITA' DI FEDE
Essendo il Giudizio Universale una grande verità che dobbiamo credere, non basta la sola ragione a convincersene, ma è necessario il lume della fede. Per mezzo di questa luce soprannaturale noi crediamo una sublime verità, non per l'evidenza di essa, ma per l'autorità di Colui che la rivela, che è Dio, il quale non può ingannarsi e non vuole ingannare.
Essendo il Giudizio Universale una verità rivelata da Dio, la Santa Chiesa l'ha inserita nel Credo, o Simbolo Apostolico, che è il compendio di quanto dobbiamo credere. Eccone le parole: Credo... che Gesù Cristo, morto e risuscitato, salì al Cielo... Di là ha da venire (alla fine del mondo) a giudicare i vivi ed i morti, cioè i buoni che sono considerati vivi, ed i cattivi che sono morti alla grazia di Dio. Credo inoltre la risurrezione della carne, cioè credo che nel giorno del Giudizio Universale i morti usciranno dal sepolcro, ricomponendosi per divina virtù e riunendosi all'anima.
Chi nega o mette in dubbio questa verità di fede, pecca.
Diamo uno sguardo al Vangelo per vedere quello che il Divin Redentore insegna riguardo al Giudizio Universale, il quale è chiamato dalla Santa Chiesa
LA SODDISFAZIONE DEI BUONI
Spesso si vedono i buoni tribolati ed i cattivi trionfanti.
I tribunali umani, pur dicendo di rispettare la giustizia, non raramente la calpestano. Difatti il ricco, colpevole e prepotente, riesce a corrompere i magistrati col denaro e dopo il delitto continua a vivere in libertà; il povero, perché privo di mezzi, non può far risplendere la sua innocenza e perciò passa la vita nell'oscura prigione. Nel giorno del Giudizio Universale è bene che vengano smascherati i fautori del male e che risplenda l'innocenza dei buoni calunniati.
Milioni e milioni di uomini, donne e bambini, nel corso dei secoli hanno subito la sanguinosa persecuzione per la causa di Gesù Cristo. Basta ricordare i primi tre secoli del Cristianesimo. Un ampio anfiteatro; migliaia di spettatori avidi di sangue; leoni e pantere in grande irrequietezza per la fame ed attendono la preda... la carne umana. Si spalanca la porta di ferro e le bestie feroci sbucano, si avventano contro una schiera di Cristiani, che in ginocchio nel centro dell'anfiteatro, muoiono per la Santa Religione. Costoro sono i Martiri, i quali sono stati spogliati dei propri beni e tentati in diversi modi per far loro rinnegare Gesù Cristo. Essi però hanno preferito perdere tutto e farsi sbranare dai leoni, anziché rinnegare il Redentore. E non è ben giusto che il Cristo dia a questi Eroi la meritata soddisfazione?... si!... La darà in quel giorno supremo, davanti a tutti gli uomini ed a tutti gli Angeli dei Cielo!
Quanti trascorrono la vita nelle privazioni, tutto sopportando con rassegnazione al volere di Dio! Quanti vivono nell'oscurità esercitando le virtù cristiane! Quante anime vergini, rinunziando ai piaceri passeggeri del mondo, sostengono per anni e anni la dura lotta dei sensi, lotta conosciuta soltanto da Dio! La forza e l'intima gioia di costoro è l'Ostia Santa, la Carne Immacolata di Gesù, di cui con frequenza si nutrono nella Comunione Eucaristica. Per queste anime dovrà esserci il condegno onore! Che risplenda davanti al mondo il bene operato nel segreto! Niente vi è di occulto, dice Gesù, che non sia manifestato.
LA CONFUSIONE DEI CATTIVI
- Il vostro pianto, dice ai buoni il Signore, si convertirà in gaudio! - Per il contrario, la gioia dei cattivi dovrà cambiarsi in pianto. Ed è conveniente che i ricchi vedano risplendere nella gloria di Dio quei poveri, ai quali hanno negato il tozzo di pane, come l'Epulone vide Lazzaro nel seno di Abramo; che i persecutori contemplino le loro vittime nel trono di Dio; che tutti i dispregiatori della Santa Religione, mirino lo splendore eterno di coloro, che in vita hanno deriso, chiamandoli bigotti e gente sciocca che non ha saputo godere la vita!
Il Giudizio Universale porta con sé la risurrezione dei corpi, cioè la riunione dell'anima con il compagno della vita mortale. Il corpo è lo strumento dell'anima, strumento di bene oppure di male.
E' giusto che il corpo, il quale ha cooperato al bene compiuto dall'anima, sia glorificato mentre quello che è servito a fare il male sia umiliato e punito.
Ed è proprio l'ultimo giorno quello che Iddio ha riservato a tale scopo.
VERITA' DI FEDE
Essendo il Giudizio Universale una grande verità che dobbiamo credere, non basta la sola ragione a convincersene, ma è necessario il lume della fede. Per mezzo di questa luce soprannaturale noi crediamo una sublime verità, non per l'evidenza di essa, ma per l'autorità di Colui che la rivela, che è Dio, il quale non può ingannarsi e non vuole ingannare.
Essendo il Giudizio Universale una verità rivelata da Dio, la Santa Chiesa l'ha inserita nel Credo, o Simbolo Apostolico, che è il compendio di quanto dobbiamo credere. Eccone le parole: Credo... che Gesù Cristo, morto e risuscitato, salì al Cielo... Di là ha da venire (alla fine del mondo) a giudicare i vivi ed i morti, cioè i buoni che sono considerati vivi, ed i cattivi che sono morti alla grazia di Dio. Credo inoltre la risurrezione della carne, cioè credo che nel giorno del Giudizio Universale i morti usciranno dal sepolcro, ricomponendosi per divina virtù e riunendosi all'anima.
Chi nega o mette in dubbio questa verità di fede, pecca.
INSEGNAMENTO DI GESU' CRISTO
Diamo uno sguardo al Vangelo per vedere quello che il Divin Redentore insegna riguardo al Giudizio Universale, il quale è chiamato dalla Santa Chiesa
« giorno di ira, di sventura e di miseria; giorno grande e molto amaro ».
Affinché ciò che insegna potesse restare più impresso, Gesù adoperava delle parabole o paragoni; così anche i poco intellettuali potevano comprendere le più eccelse verità. Riguardo al grande Giudizio portò diversi paragoni, secondo le circostanze in cui Egli parlava.
PARABOLE
Passando Gesù Cristo lungo il mare di Tiberiade, mentre la folla lo seguiva per ascoltare la divina parola, avrà visto dei pescatori intenti a ritirare i pesci dalle reti. Volse l'attenzione degli uditori a quella scena.
- Ecco, Egli disse, il regno dei Cieli è simile ad una rete che si getta in mare e raccoglie ogni genere di pesci. I pescatori dopo si seggono presso la riva e ne fanno la scelta. I pesci buoni vengono messi dentro i recipienti, mentre i cattivi sono gettati via. Così sarà alla fine del mondo.
Un'altra volta, attraversando la campagna, a vedere dei contadini applicati alla trebbiatura del grano, colse l'occasione per ricordare il Giudizio Universale.
- Il regno dei Cieli, disse, è simile alla raccolta del grano. I contadini separano il grano dalla paglia; il primo viene conservato nei granai ed invece la paglia è messa da parte per essere bruciata. Gli Angeli separeranno i buoni dai malvagi e costoro andranno nel fuoco eterno, ove sarà pianto e stridore di denti, mentre gli eletti andranno alla vita eterna.
A vedere qualche pastore presso la mandria, Gesù trovò un'altra parabola per la fine del mondo.
- Il pastore, Egli disse, separa gli agnelli dai capretti. Così sarà nell'ultimo giorno. Manderò i miei Agnelli, i quali separeranno i buoni dai cattivi!
ALTRE PROVE
E non soltanto nelle parabole ricordava Gesù il Giudizio Universale, chiamandolo anche « l'ultimo giorno », ma nei suoi discorsi spesso ne faceva accenno. Così a vedere l'ingratitudine di alcune città da Lui beneficate, esclamò: Guai a te, Coròzain, guai a te Betsaida! Se in Tiro e in Sidone si fossero operati i miracoli in voi compiuti, avrebbero fatto penitenza! Perciò vi dico che le città di Tiro e di Sidone nel giorno del Giudizio saranno trattate con minor rigore!
Così pure, vedendo Gesù la malizia degli uomini nell'operare, disse ai suoi discepoli: Quando il Figlio dell'uomo verrà nella gloria dei suoi Angeli, allora darà a ciascuno secondo le proprie opere!
Unitamente al Giudizio, Gesù ricordava anche la risurrezione dei corpi. Così nella Sinagoga di Cafarnao per far conoscere la missione affidatagli dall'Eterno Padre, disse: E' questa la volontà di Colui che mi ha mandato nel mondo, il Padre, che tutto ciò che Egli mi ha dato non abbia io a perderlo, ma invece lo risusciti nell'ultimo giorno!... Chiunque crede in me ed osserva la mia legge, avrà la vita eterna ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno!... E chi mangia la mia Carne (nella Santa Comunione) e beve il mia Sangue, ha la vita eterna; ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno!
Ho accennato già alla risurrezione dei morti; ma è bene trattare l'argomento diffusamente.
San Paolo, primo persecutore dei Cristiani e poi divenuto grande Apostolo, predicava ovunque si trovasse sulla risurrezione dei morti. Non sempre però era ascoltato volentieri su tale argomento: difatti nell'Areopago di Atene, quando cominciò a trattare della risurrezione, alcuni se ne risero; altri gli dissero: Ti ascolteremo un'altra volta su questa dottrina.
Non credo che il lettore voglia fare altrettanto, cioè stimare l'argomento della risurrezione dei morti degno di essere deriso, oppure di ascoltarlo mal volentieri. Il fine principale di questo scritto è la dimostrazione dommatica di quest'articolo di fede: I morti dovranno tutti risuscitare alla fine del mondo.
UNA VISIONE PROFETICA
Si legge nella Sacra Scrittura la seguente visione che ebbe il Profeta Ezechiele, parecchi secoli prima della venuta di Gesù Cristo nel mondo. Eccone la narrazione:
- La mano del Signore venne sopra il me e mi condusse in ispirito in mezzo ad un campo pieno di ossa. Mi fece camminare tra le ossa, che erano sovrabbondanti e molto secche. Il Signore mi disse: O uomo, credi tu che queste cose diventeranno vive? - Voi lo sapete, o Signore Iddio! - così io risposi. Ed egli disse a me: Profetizzerai intorno a queste ossa e dirai: Ossa secche, ascoltate la parola del Signore! Io manderò a voi lo spirito e vivrete! Vi darò i nervi, vi farò crescere la carne, stenderò su voi la pelle, vi darò l'anima e ritornerete in vita. Così saprete che io sono il Signore.
Parlai a nome di Dio come mi era stato comandato; le ossa si accostarono alle ossa e ciascuno andava alla propria giuntura. E mi accorsi che sopra le ossa erano andati i nervi, la carne e la pelle; però non c'era l'anima.
- Il Signore, continua Ezechiele, mi disse. Parlerai nel mio nome allo spirito e dirai: Il Signore Iddio dice questo: Vieni, o spirito, dai quattro venti e va' sopra questi morti affinché risorgano!
Feci come mi era stato ordinato; entrò l'anima in quei corpi ed ebbero vita; infatti si rizzarono in piedi e si formò una grandissima moltitudine.
Questa visione del Profeta ci dà l'idea di quanto avverrà alla fine del mondo.
Affinché ciò che insegna potesse restare più impresso, Gesù adoperava delle parabole o paragoni; così anche i poco intellettuali potevano comprendere le più eccelse verità. Riguardo al grande Giudizio portò diversi paragoni, secondo le circostanze in cui Egli parlava.
PARABOLE
Passando Gesù Cristo lungo il mare di Tiberiade, mentre la folla lo seguiva per ascoltare la divina parola, avrà visto dei pescatori intenti a ritirare i pesci dalle reti. Volse l'attenzione degli uditori a quella scena.
- Ecco, Egli disse, il regno dei Cieli è simile ad una rete che si getta in mare e raccoglie ogni genere di pesci. I pescatori dopo si seggono presso la riva e ne fanno la scelta. I pesci buoni vengono messi dentro i recipienti, mentre i cattivi sono gettati via. Così sarà alla fine del mondo.
Un'altra volta, attraversando la campagna, a vedere dei contadini applicati alla trebbiatura del grano, colse l'occasione per ricordare il Giudizio Universale.
- Il regno dei Cieli, disse, è simile alla raccolta del grano. I contadini separano il grano dalla paglia; il primo viene conservato nei granai ed invece la paglia è messa da parte per essere bruciata. Gli Angeli separeranno i buoni dai malvagi e costoro andranno nel fuoco eterno, ove sarà pianto e stridore di denti, mentre gli eletti andranno alla vita eterna.
A vedere qualche pastore presso la mandria, Gesù trovò un'altra parabola per la fine del mondo.
- Il pastore, Egli disse, separa gli agnelli dai capretti. Così sarà nell'ultimo giorno. Manderò i miei Agnelli, i quali separeranno i buoni dai cattivi!
ALTRE PROVE
E non soltanto nelle parabole ricordava Gesù il Giudizio Universale, chiamandolo anche « l'ultimo giorno », ma nei suoi discorsi spesso ne faceva accenno. Così a vedere l'ingratitudine di alcune città da Lui beneficate, esclamò: Guai a te, Coròzain, guai a te Betsaida! Se in Tiro e in Sidone si fossero operati i miracoli in voi compiuti, avrebbero fatto penitenza! Perciò vi dico che le città di Tiro e di Sidone nel giorno del Giudizio saranno trattate con minor rigore!
Così pure, vedendo Gesù la malizia degli uomini nell'operare, disse ai suoi discepoli: Quando il Figlio dell'uomo verrà nella gloria dei suoi Angeli, allora darà a ciascuno secondo le proprie opere!
Unitamente al Giudizio, Gesù ricordava anche la risurrezione dei corpi. Così nella Sinagoga di Cafarnao per far conoscere la missione affidatagli dall'Eterno Padre, disse: E' questa la volontà di Colui che mi ha mandato nel mondo, il Padre, che tutto ciò che Egli mi ha dato non abbia io a perderlo, ma invece lo risusciti nell'ultimo giorno!... Chiunque crede in me ed osserva la mia legge, avrà la vita eterna ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno!... E chi mangia la mia Carne (nella Santa Comunione) e beve il mia Sangue, ha la vita eterna; ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno!
LA RISURREZIONE DEI MORTI
Ho accennato già alla risurrezione dei morti; ma è bene trattare l'argomento diffusamente.
San Paolo, primo persecutore dei Cristiani e poi divenuto grande Apostolo, predicava ovunque si trovasse sulla risurrezione dei morti. Non sempre però era ascoltato volentieri su tale argomento: difatti nell'Areopago di Atene, quando cominciò a trattare della risurrezione, alcuni se ne risero; altri gli dissero: Ti ascolteremo un'altra volta su questa dottrina.
Non credo che il lettore voglia fare altrettanto, cioè stimare l'argomento della risurrezione dei morti degno di essere deriso, oppure di ascoltarlo mal volentieri. Il fine principale di questo scritto è la dimostrazione dommatica di quest'articolo di fede: I morti dovranno tutti risuscitare alla fine del mondo.
UNA VISIONE PROFETICA
Si legge nella Sacra Scrittura la seguente visione che ebbe il Profeta Ezechiele, parecchi secoli prima della venuta di Gesù Cristo nel mondo. Eccone la narrazione:
- La mano del Signore venne sopra il me e mi condusse in ispirito in mezzo ad un campo pieno di ossa. Mi fece camminare tra le ossa, che erano sovrabbondanti e molto secche. Il Signore mi disse: O uomo, credi tu che queste cose diventeranno vive? - Voi lo sapete, o Signore Iddio! - così io risposi. Ed egli disse a me: Profetizzerai intorno a queste ossa e dirai: Ossa secche, ascoltate la parola del Signore! Io manderò a voi lo spirito e vivrete! Vi darò i nervi, vi farò crescere la carne, stenderò su voi la pelle, vi darò l'anima e ritornerete in vita. Così saprete che io sono il Signore.
Parlai a nome di Dio come mi era stato comandato; le ossa si accostarono alle ossa e ciascuno andava alla propria giuntura. E mi accorsi che sopra le ossa erano andati i nervi, la carne e la pelle; però non c'era l'anima.
- Il Signore, continua Ezechiele, mi disse. Parlerai nel mio nome allo spirito e dirai: Il Signore Iddio dice questo: Vieni, o spirito, dai quattro venti e va' sopra questi morti affinché risorgano!
Feci come mi era stato ordinato; entrò l'anima in quei corpi ed ebbero vita; infatti si rizzarono in piedi e si formò una grandissima moltitudine.
Questa visione del Profeta ci dà l'idea di quanto avverrà alla fine del mondo.
(continua)