Il teologo cecoslovacco Joseph
Zverina in una “Lettera aperta ai cristiani d'Occidente” li mette in
guardia dal pericolo del conformismo e li invita a ritrovare nella fede la
libertà di giudizio e di azione.
«Fratelli,
voi avete la presunzione di portare utilità al regno di Dio assumendo quanto
più possibile il saeculum, la sua vita, le sue parole, i suoi slogan, il
suo modo di pensare.
Ma riflettete, vi prego, su cosa significa accettare
questa parola.
Forse significa che vi siete lentamente perduti in essa?
Purtroppo sembra che facciate proprio così.
È ormai difficile che vi ritroviamo
e vi distinguiamo in questo vostro strano mondo.
Probabilmente vi riconosciamo
ancora perché in questo processo andate per le lunghe, per il fatto che vi
assimilate al mondo, adagio o in fretta, ma sempre in ritardo.
Vi ringraziamo
di molto, anzi quasi di tutto, ma in qualcosa dobbiamo differenziarci da voi.
Abbiamo molti motivi per ammirarvi, per questo possiamo e dobbiamo indirizzarvi
questo ammonimento.
"E non vogliate conformarvi a questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, affinché possiate distinguere quale è la volontà di Dio, ciò che è bene, ciò che gli è gradito, ciò che è perfetto" (Rm. 12, 2).
Non conformatevi! Me suskematìthete! Come è ben mostrata in questa
parola la radice verbale e perenne: "schema". Per dirlo in breve, è
vacuo ogni schema, ogni modello esteriore.
Dobbiamo volere di più, l'apostolo
ci impone: "cambiare il proprio modo di pensare in una forma nuova". Metamorfoùsthe
te anakainòsei tou noòs! Come è espressiva e plastica la lingua greca di
Paolo! Di contro a schema o morfé -forma permanente - sta metamorfé -
"cambiamento della creatura".
Non si cambia secondo un qualsiasi
modello che è comunque sempre fuori moda, ma è una piena novità (anakainòsis) con
tutta la sua ricchezza.
Non cambia il vocabolario, ma il significato (noòs).
Quindi non contestazione, desacralizzazione, secolarizzazione perché questo è sempre poco di fronte alla anakainòsis cristiana.
Riflettete su
queste parole e vi abbandonerà la vostra ingenua ammirazione per la
rivoluzione, il maoismo, la violenza (di cui comunque non siete capaci).
Il vostro entusiasmo critico e profetico ha già dato buoni frutti e noi, in questo, non vi possiamo indiscriminatamente condannare.
Solo ci accorgiamo, e
ve lo diciamo sinceramente, che teniamo in maggior stima il calmo e
discriminante interrogativo di Paolo:
"Esaminate voi stessi per vedere se
siete nella fede, fate la prova di voi medesimi. O non conoscete forse neppure
che è in voi Gesù Cristo?"
(2 Cor. 13,5).
Non possiamo imitare il mondo proprio perché dobbiamo giudicarlo, non con orgoglio e superiorità, ma con amore, così come il Padre ha amato il mondo e per questo su di esso ha pronunciato il suo giudizio.
Non fronéin - "pensare" -e, in conclusione, uperfronéin - "arzigogolare" -, ma sofronéin - "pensare con saggezza".
Essere saggi così che possiamo discernere quali sono i segni
della volontà e del tempo di Dio. Non ciò che è parola d'ordine del momento, ma
ciò che è buono, onesto, perfetto.
Scriviamo come gente non saggia a voi saggi, come deboli a voi forti, come miseri a voi ancor più miseri! E questo è stolto perché certamente fra di voi vi sono uomini e donne eccellenti».