La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

martedì 15 aprile 2014


Canto a Gesù crocifisso

Se elevo a te, mio Dio, il mio grido d'amore,
 
non è affatto per il cielo che ci hai promesso;
e non è neppure l'inferno, con i suoi territori,
che mi fa allontanare dal tradirti.
Ma io ti amo, mio Dio, vedendoti così,
inchiodato su questa croce imporporata dal tuo sangue.
Sono le tue piaghe che amo, ed è la tua morte,
quel che amo è il tuo amore.
Al di là dei tuoi doni e delle tue speranze,
quand'anche non vi fossero né cielo, né inferno,
io lo so, mio Dio, che t'amerei ancora.
Amarti è mia felicità tanto quanto mio dovere.
Non mi accordare nulla, dunque, anche se t'imploro:
l'amore che ho per te non ha bisogno di speranza.

( Teresa d'Avila, carmelitana scalza)




Innanzi alla bellezza di Dio

Bellezza incomparabile 
Ch’ogni bellezza anneri,
innanzi a Te che l’anima
senza ferir feri,
ogni terreno amore
non con rimpianto muore.

Nodo che insiem sì varie 
Cose congiungi e tieni,
deh! Non ti scior! Se l’anima
stretta al suo Dio trattieni,
in gioie senza uguali
mutansi tosto i mali.

Quei che non è, all’Essere 
Che non ha fine unisci;
m’ami senza mio merito;
senza finir finisci.
Innanzi a Te, o Possente,
fai grande il mio niente. 

( Teresa d'Avila, carmelitana scalza)






Lamenti dell'esilio

Cammino interminabile, 

lungo e crudele esilio, 
terra in cui debbo vivere, 
soggiorno di perielio! 
Signore amabilissimo, 
concedimi d’uscire, 
ché ansiosa in Te d’immergermi, 
desidero morire. 

Da Te lontana, l’anima 
struggesi in duolo e in pianto: 
la vita è triste e lugubre, 
priva d’alcun incanto. 
Ohimè! Infelice e misera, 
costretta qui a soffrire!... 
Ansiosa in Te d’immergermi, 
desidero morire. 

Morte, benigna ascoltami, 
soccorri a tante pene, 
vibra i tuoi colpi amabili, 
spezza le mie catene! 
Che gioia, o Dilettissimo, 
lassù con Te venire!... 
Ansiosa in Te d’immergermi, 
desidero morire. 

L’amor terreno avvinghia 
a questa triste vita, 
ma l’alto amor etereo 
verso quell’altra incita. 
No, non si può più reggere: 
altrove è il mio desire. 
Ansiosa in Te d’immergermi, 
desidero morire. 

Questo terreno vivere 
è un’iterata guerra: 
la vera vita vivesi 
oltre la grama terra. 
Schiudi, Signor, l’empireo, 
fammi con Te venire, 
ché ansiosa in Te d’immergermi, 
desidero morire. 

Chi potrà mai dolersene 
Se questo fral perisce, 
quando in tal modo acquistasi 
il Ben che mai svanisce? 
Amarti, amarti, o Amabile, 
amarti e mai finire. 
Ansiosa in Te d’immergermi, 
desidero morire. 

L’anima afflitta spasima 
senza trovar ristoro. 
Ma chi potrìa non piangere 
lungi dal suo Tesoro? 
Vieni, Signore, ascoltami, 
non farmi più soffrire, 
ché ansiosa in Te d’immergermi, 
desidero morire. 

Se con sottile astuzia 
togliesi al suo elemento 
il pesce muore e termina 
ogni altro suo tormento. 
Io qui invece struggimi 
lungi da te a patire… 
Ansiosa in Te d’immergermi, 
desidero morire. 

Invano, o Dio, ti supplico, 
invan ti cerco e bramo: 
ognora a me invisibile, 
non senti che ti chiamo: 
onde infiammata spasimo 
mai stanca di ridire 
ché ansiosa in Te d’immergermi, 
desidero morire. 

Quando nei candid’Azzimi 
scendi nel petto mio, 
tosto il pensiero angustiami 
che poi n’andrai, mio Dio. 
E allor diffusa in lacrime 
Altro non so che dire, 
ché ansiosa in Te d’immergermi, 
desidero morire. 

Cessi, Gesù dolcissimo, 
quest’aspra pena mia! 
Appaghisi quest’anima 
che Te, Signor, desia! 
Fugate alfin le tenebre, 
possa pur io gioire, 
ché ansiosa in Te d’immergermi, 
desidero morire. 

Ma no, Signor! Innumeri 
sono i miei falli rii: 
è giusto che qui spasimi 
che qualche cosa espii. 
Alfin, però, i miei gemiti 
Degnati d’esaudire, 
ché ansiosa in Te d’immergermi, 
desidero morire. 



(Teresa d'Avila, carmelitana scalza)