La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

lunedì 2 giugno 2014



LA VITA DELLA MADONNA

 Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA

Anna Caterina Emmerick

Capitolo Il


23 – Precisazioni dello scrittore sull’incontro tra Gioacchino ed Anna


Nella ricorrenza dell’Immacolata Concezione del 1821, Suor Emmerick ebbe la percezione che l’incontro tra Gioacchino e Anna sotto la “porta d’oro” non si sarebbe svolto in occasione della festa dei Taber­nacoli (25 novembre- Casleu), citata dalle fonti ufficiali, ma piuttosto alla fine dei Tabernacoli, durante la ricorrenza della consacrazione del tem­pio fatta da Salomone.

A quest’ultima vi assistè una volta anche Gesù nel secondo anno di predicazione. Le più autorevoli fonti di antichità ebraiche tacciono su questa festa. Durante la solennità Dio benedì con la sua grazia l’incontro della santa coppia, e con i raggi luminosi della sua volontà sigillò la nuova epoca di purificazione nel mondo.

24 – Concepimento di Maria Santissima

Fui confortata da una meravigliosa visione sull’unione dell’ani­ma di Maria Santissima col suo castissimo corpo: mi apparve una massa luminosa che assumeva dimensioni sempre più grandi. 

Si trovava sotto la Santissima Trinità. 
Era un’anima pura che lenta­mente veniva rivestita di forme materiali finché assunse l’aspetto di una figura umana. Era sola al cospetto di Dio. 
Vidi il Signore indicare l’indescrivibile bellezza di quell’anima agli Angeli e questi ultimi provare un indefinibile gioia nel con­templarla. 

Non posso descrivere con parole opportune questa me­ravigliosa visione. Subito dopo vidi Anna a buon punto con la sua gravidanza: aveva concepito nel suo seno la Santa Vergine da diciassette setti­mane e due giorni. La vidi dormire tranquilla nel letto della sua casa vicino a Nazareth, ricoperta da un raggio luminoso. Da que­sto se ne prolungava un altro che penetrava all’interno del suo corpo e si trasformava in una piccola figura umana luminosa. Ad un tratto Anna, avvolta da uno splendore indescrivibile, si alzò dal giaciglio. La vidi entrare in uno stato di santo rapimento, contemplava l’interno del suo corpo trasformato nel tabernacolo salvifico del­l’umanità. Quello fu il momento in cui Anna iniziò a sentire il corpicino di Maria che si muoveva sotto il suo cuore. Allora si vesti e partecipò la sua gioia a Gioacchino; quindi ambedue ringra­ziarono il Signore con l’orazione. Vidi la Santa pregare in giardino vicino all’albero dove fu consolata dall’Angelo.


25 – Nascita di Maria Santissima

Giunse il momento del parto, vidi Anna mentre lo annunciava a Gioacchino.
Quindi la santa Donna inviò alcuni messi ad invitare le parenti a recarsi da lei:
a Sephoris presso sua sorella minore Maraha, 
nella valle di Zabulon dalla vedova Enue e dalla sorella Elisabetta, ed infine anche a Betsaida dalla nipote Maria Salome. Vidi queste donne mettersi in viaggio: la vedova Enue fu ac­compagnata
da due servi mentre le altre due dai rispettivi mariti, che le accompagnarono fino alle porte di Nazareth.


Il giorno prima del parto di Anna, Gioacchino mandò i suoi servi a pascolare il gregge. Egli stesso se ne andò al pascolo più vicino mentre a casa restarono solo le ancelle. Maria Heli si assun­se la cura delle cose domestiche; allora aveva diciannove anni ed era sposata con Cleofa, il capo dei pastori di Gioacchino. Maria di Cleofa, di quattro anni, 
era la loro figlioletta. Gioacchino scelse i migliori agnelli, capretti e buoi per offrirli a Dio come dono di ringraziamento; li fece quindi condurre al tem­pio dai pastori. Egli ritornò a casa a notte inoltrata. Quella stessa sera giunsero da Anna le tre congiunte: entrate nella stanza da letto dietro al focolare, abbracciarono la santa Don­na. 

Anna disse loro che il momento del parto era vicino, allora tutte insieme intonarono il salmo: “Lodate Dio, il Signore, poiché ebbe pietà del suo popolo, ha redento Israele ed ha compiuto la promessa fatta nel paradiso ad Abramo; 
il seme della donna schiac­cerà la testa al serpente…”. Vidi Anna che, rapita in questa preghiera, iniziò ad esaltare la Vergine con simpatiche espressioni: “In me è maturato il seme dato dal Signore ad Abramo”. Poi parlò della promessa fatta ad Isacco e Sara: 
“Il fiore dello scettro d’Aronne è nato in me”. Mentre Anna innalzava questi canti di lode, vidi la stanza il­luminarsi intensamente di una luce meravigliosa e apparirle vici­no la Scala di Giacobbe; credo che anche le altre donne avessero avuto quest’apparizione perché le vidi intimamente rapite in estasi profonda. 

Dopo le preghiere, seguì un pasto frugale consistente in pane, frutta e aromi. Le donne mangiarono in piedi, poi andaro­no a riposarsi 
e dormirono fino a mezzanotte, momento in cui Anna le destò. Si alzarono e si recarono in un luogo chiuso da una tenda dove la Santa era solita ritirarsi in meditazione. Vidi Anna accostarsi vicino ad un piccolo armadio infisso nella parete che conteneva alcune reliquie chiuse in un’urna con due candele ai lati. Nel reliquiario, posto su una specie di sedia 
a due braccioli, vidi una ciocca di capelli 
di Sara, per i quali Anna coltivava una devozione particolare, inoltre c’erano le ossa di Giuseppe, 
che Mosè aveva recato con sé dall’Egitto, 
e alcune reliquie di Tobia, consi­stenti in brandelli di una sua veste; vidi pure quel piccolo bicchiere scintillante a forma di pera in cui aveva bevuto Abramo quando fu benedetto dall’Angelo. 

Questo bicchiere fu poi tolto dall’Arca e dato a Gioacchino quando gli fu impartita la grazia. Adesso comprendo che la gra­zia gli fu donata nel pane e nel vino, il cibo e ristoro. Dopo aver aperto l’armadio, Anna s’inginocchiò e iniziò a cantare un salmo nel quale mi sembrò si accennasse al roveto ar­dente di Mosè. Frattanto due delle parenti si posero ai lati della santa madre, l’una a destra e l’altra a sinistra, la terza si mise die­tro a lei. 

Allora vidi una luce soprannaturale invadere nuovamen­te la stanza, poi, agitandosi vicino al corpo di Anna, si condensò intorno a lei. Le parenti, frattanto, si erano genuflesse a terra in contemplazione profonda e il fascio di luce, che avvolgeva inten­samente Anna, aveva assunto una forma simile a quella del roveto ardente veduto da Mosè. Così fu che Anna accolse tra le proprie mani quella luce fatta di forme umane, la bambina Maria intrisa di splendore. La Santa Madre l’avvolse subito nel proprio mantello e se la strinse al seno, poi continuando a pregare, la depose nuda dinan­zi al reliquiario sulla sedia. Appena la Neonata iniziò a piangere, Anna l’avvolse nei pannolini color rosso e bruno che aveva estratto dall’ampio mantello. 

Le lasciò scoperto solo il petto, le braccia e la testa. Frattanto il roveto ardente che la circondava era scomparso. Le donne, invase dalla gioia e dalla magnificenza del momento miracoloso, presero tra le braccia la Neonata intonando un nuovo canto di lode. Infine Anna protese in alto Maria Santissima, in atto di offerta al Creatore per la salvezza del mondo e dell’umanità. A quel gesto vidi la stanza invasa dai raggi del sole, affollar­si di numerose figure angeliche che intonavano il Gloria e 
l’Alle­luia. Gli Angeli comunicarono ad Anna che trascorsi venti giorni la Neonata avrebbe dovuto ricevere il nome “Maria”. Quindi la Santa Madre si recò nella sua camera e si coricò. Le donne frattanto bagnarono Maria, la fasciarono e la pose­ro dentro una piccola cesta di vimini vicino a sua madre. Appena le tre donne annunciarono a Gioacchino l’evento, que­sti entrò nella stanza e, avvicinandosi al letto di Anna, s’inginoc­chiò e pianse commosso contemplando la Neonata. Poi la prese tra le braccia e l’offri anch’egli al Cielo in segno di offerta devozionale, mentre intonava un canto di lode simile a quello di Zaccaria quan­do nascerà Giovanni. Nell’inno di lode di Gioacchino si celebrava il salmo del seme posto da Dio in Abramo. Il seme che si era conservato nell’Al­leanza suggellata dalla circoncisione e aveva reso possibile quella nascita benedetta. Si compiva così anche l’Oracolo del profeta: “Nascerà un ramo dalla radice di lesse”. Gioacchino esclamò con profonda umiltà che in quel momen­to di radiosa letizia avrebbe voluto morire. Durante la notte molti avevano visto la casa di Anna stranamente illuminata. Fin dal primo mattino servi, ancelle e gente del popolo furono richiamati dalla notizia del lieto evento. Numerosi, invasero l’alloggio della pia famiglia. Dopo aver atteso, a poco a poco vennero introdotti nella stanza di Anna e videro la Neonata. Non pochi si sentirono intimamente convinti che quella nascita fosse miracolosa, essendo stata Anna per molto tempo sterile. Alcuni si sentirono profon­damente commossi e, toccati nella coscienza, si dedicarono alla vita devota. Sebbene Maria Heli fosse madre di Maria di Cleofa, non le fu consentito di assistere alla nascita della Santa Vergine, forse in osservanza alla legislazione religiosa ebraica.


26 – Letizia in Paradiso per la nascita di Maria Santissima


Contemporaneamente alle visioni della venuta di Maria San­tissima nel mondo, La vidi in Cielo, al cospetto della Santissima Trinità, salutata dai Cori celesti dei Santi e degli Angeli con giu­bili di gioia indescrivibili. Appresi allora che in quel momento le fu rivelato tutto il suo passaggio sulla terra: le future letizie e i dolori. Nonostante i grandi misteri che le furono svelati, Maria si mantenne sempre umile ed innocente. Questo suo modo silenzio­so di conoscere le cose Celesti è certamente a noi sconosciuto. L’in­tuizione della Santissima Maria era profondissima e la sede dell’ap­prendimento era il centro del cuore. La Santa Vergine conosceva tutto in un modo molto semplice e ingenuo, così come un bambino che conosce istintivamente la sede dell’allattamento nel seno della madre. Scorsi la Madonna istruita dalla Grazia del Cielo; la vidi per la prima volta piangere. Sono sicura che non potrei descrivere le altre meravigliose immagini nel modo giusto e nemmeno gli altri le saprebbero com­prendere nel significato più profondo, perciò preferisco tacere.


27 – La nascita della Santissima Vergine è annunciata nel Limbo agli antichi Patriarchi


Nello stesso momento in cui nacque Maria Santissima giunse nel Limbo l’annuncio di quest’avvenimento e vidi gli antichi Pa­triarchi dell’umanità festeggiarlo con giubilo immenso. Particolarmente Adamo ed Eva videro in questa nascita il compimento della Promessa del Cielo. Appresi che da quel mo­mento essi avanzarono nello stato di grazia, la loro dimora s’illumi­nò e s’ingrandì e da allora acquistarono maggiore influenza sulla terra. Era come se la penitenza e i dolori che avevano sostenuto, la lotta, la speranza, il desiderio di redenzione avessero raggiunto il loro compimento salvifico.

28 – Commozione nella natura e negli uomini per la nascita della “Vergine celeste” – Considerazioni su Simeone ed Anna

Quando nacque Maria Santissima ci fu un risveglio generale della natura assopita, negli animali e nei cuori delle persone buo­ne, mentre una deliziosa armonia si diffondeva su tutta la terra. Al contrario, i peccatori erano invasi da angoscia e da spaven­to. Infatti in tutta la terra promessa, in particolare nella zona di Nazareth, al momento della santa nascita molti ossessi caddero in un delirio disperato. Con strida violente venivano gettati di qua e di là ed i demoni, insediati nelle viscere di costoro, sussurravano: “Dobbiamo cedere, non abbiamo speranza! Dobbiamo andarcene da questo luogo!” Il vecchio Simeone, un sacerdote di Gerusalemme che abitava vicino al tempio, rimase spaventato dalle grida strazianti dei paz­zi e degli ossessionati che stavano rinchiusi in un edificio sito vi­cino al tempio. Simeone aveva con altri l’incarico di sorvegliare quei nume­rosi infelici. A mezzanotte, quando le urla di questi indemoniati si erano fatte terrificanti, il sacerdote si recò nella piazza dinanzi alla Casa degli ossessionati e domandò ad uno di loro quale fos­se il motivo per cui mandava tali grida che svegliavano tutti dal sonno. Questi, gridando forte, gli disse che voleva uscire; allora gli fu aperta la porta e il posseduto si precipitò fuori mentre Satana gridava all’interno di lui: “Devo partire! È nata la Vergine celeste! La terra è piena di Angeli che ci tormentano; dobbiamo andar via, non possiamo possedere più nessuno”. Il vecchio sacerdote pregò ardentemente per quel povero uomo posseduto dal demonio; alla fine, dopo essere caduto in convulsioni tremende, lo spirito in­fernale dovette abbandonare la vittima e allontanarsi. Mi ha fatto molto piacere aver avuto visioni del vecchio Simeone. Anche le profetesse Anna e Noemi, quest’ultima era la sorel­la della madre di Lazzaro, si svegliarono improvvisamente e per mezzo di visioni vennero edotte sulla nascita dell’eletta Fanciulla. Esse si comunicarono quanto avevano veduto; credo che co­noscessero già la Santa Madre Anna.

29 – La nascita di Maria Santissima è annunciata ai Caldei da cinque vergini veggenti

Nella stessa notte in cui nacque la Madonna vidi cinque ver­gini sibille in una città caldea. Queste ebbero una visione molto significativa della nascita della Madre di Dio e subito corsero ad avvertire i sacerdoti. Annunciarono dappertutto la Concezione di una Vergine più grande di tutte le vergini, in ossequio alla quale erano scese sulla terra numerose figure angeliche e spiriti buoni mettendo in fuga i demoni e gli spiriti del male. 
Quel popolo osservatore degli astri aveva già veduto in una stella l’immagine di una Vergine con una bilancia, dentro c’era dell’uva e del frumento; ma quando Maria Santissima venne alla luce, e fu annunciata dalle cinque veggenti, nell’astro l’immagine non si vide più. Dopo l’annuncio delle vergini-veggenti, i Caldei collocarono nel loro tempio un idolo mostruoso che si riferiva a questa Vergi­ne.
Tempo dopo posero un’altra immagine della Vergine e un pic­colo giardino recintato con una grata d’oro. Nel tempio Caldeo c’erano animali dalle più strane fattezze; vidi anche dei cani assai grandi ben accuditi, capii allora che que­gli animali servivano da loro alimento. 
Nel tempio dei Santi Magi si manteneva per tutta la notte un’illuminazione magnifica, con torce e lampade. Guardando ver­so il soffitto vi era dipinto un cielo stellato simile al naturale, al­cuni lumi erano disposti in modo tale da ottenere quest’effetto. Quel cielo artificiale seguiva il cambiamento delle osservazio­ni delle stelle:
i candelieri erano disposti nella posizione adatta ad indicare le diverse situazioni. Così avvenne anche in occasione della nascita di Maria Santissima: l’illuminazione fu disposta in modo che i raggi di luce provenissero dal di fuori verso l’interno.

(continua)