LA VITA DELLA MADONNA
Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick
43 – L’Angelo annuncia a Zaccaria la nascita di Giovanni
A causa della sterilità di Elisabetta, Zaccaria era ricevuto con
freddezza al tempio.
I sacerdoti mantenevano quest’atteggiamento anche quando
lui era di servizio nel luogo sacro; ciò accadeva due volte all’anno.
L’abitazione di Zaccaria non era proprio ad Hebron, ma poco lontana da Juta.
Sembra, dai molti ruderi esistenti, che nell’antichità questi luoghi fossero
stati congiunti in una sola città, estesa come Gerusalemme.
In Hebron
abitavano i sacerdoti minori, gli altri avevano la loro residenza a Juta.
Zaccaria ed Elisabetta, in virtù della loro discendenza diretta da Aronne e per
la loro devozione, erano molto considerati ed onorati presso quella
popolazione; Zaccaria era considerato da molti come un sommo sacerdote.
Il
sant’uomo istruiva gli altri sacerdoti e pregava con loro, il che era una
specie di preparazione all’imminente servizio al tempio.
Infatti lo vidi, con
alcuni di questi primi, ritirarsi per un periodo in un piccolo podere di sua
proprietà a Juta. Gli stessi religiosi lo accompagnarono a Gerusalemme e là si
fermarono ancora per quattro giorni, prima che Zaccaria venisse chiamato per
officiare al tempio.
Egli trascorse quel periodo in assoluta preghiera e
meditazione per prepararsi all’ufficio liturgico. Lo vidi entrare nel Sancta
Sanctorum e porsi dinanzi all’ara d’oro del sacrificio che ardeva
all’entrata del santuario. Essendo stato tolto il soffitto che stava al di
sopra dell’ara, si poteva scorgere liberamente il cielo sereno.
Mentre
Zaccaria entrava, un sacerdote gli disse qualcosa e se ne andò. Rimasto solo,
Zaccaria entrò in una stanza oscura attraverso una tenda e vi prese qualcosa
che bruciò sull’ara.
Allora una figura luminosa scese su di lui e lo avvolse
di splendore; lo vidi cadere a destra dell’altare rapito in estasi.
Un Angelo
lo rialzò e parlò con lui per molto tempo, vidi Zaccaria rispondergli.
Un altro
Angelo luminoso discese dal cielo e gli tolse qualcosa dal corpo, mentre il
primo, dopo aver accolto la risposta di Zaccaria, gli immise una specie di
corpicino luminoso nel fianco.
Quest’apparizione fu simile a quella che ebbe
Gioacchino, quando gli fu promesso dall’Angelo
che sarebbe stata concepita la
Santa Vergine.
Vidi frattanto il popolo orante attendere inquieto, perché era
consuetudine che il sacerdote subito dopo aver acceso il fuoco sull’ara del
sacrificio uscisse dal luogo santo.
Zaccaria era diventato muto, perciò prima
di uscire scrisse su una tavoletta alcune parole.
Il popolo si affollò intorno
appena lo vide, ma egli continuava a mostrare a tutti la tavoletta.
Poi mandò
la medesima ad Elisabetta affinché fosse subito istruita delle promesse misericordiose
del Signore. Egli scrisse alla sua sposa come era divenuto muto e che presto
avrebbe fatto ritorno a casa. Anche Elisabetta ebbe una visione ma non saprei
dire quale…
A causa delle atroci sofferenze che la tormentavano, la pia Suora
interruppe la narrazione, noi continuiamo con i passi del Vangelo:
“Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare
dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma
l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e
tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed
esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande
davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito
Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore
loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per
ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti
e preparare al Signore un popolo ben disposto»” (Lc 1,11 55.).
La preghiera di Zaccaria di avere un figlio, da quanto lui stesso
dirà subito dopo, non era molto recente. Giovanni, che significa
“Dio è
misericordioso”, ricevette il nome da Dio stesso. Non solo, ma venne santIficato da Dio
fin nel grembo materno.
Le sue rinunce ne fecero quasi un
nazireo, consacrato con voto speciale a Dio (cfr. Nm 6,1>.
La sua missione
era ben delineata: sarebbe divenuto il precursore, colui che avrebbe spianato
la strada al Messia, disponendo il popolo alla sua venuta. Egli era l’Elia,
predetto da Malachia: “Ecco, io invierò il profeta Elia prima che
giunga il giorno grande e terribile del Signore, perché converta il cuore dei
padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri; così che io venendo non
colpisca il paese con lo sterminio”.
Elia aveva valore simbolico, Giovanni era
dotato dello spirito profetico e della forza di convinzione dell’antico profeta.
Ma non era Elia ridisceso sulla terra. Quando gli venne chiesto se fosse Elia,
Giovanni aveva risposto: “Non lo sono” (Gv 1,21).
Tuttavia la sua assimilazione
sarà
confermata da Gesù: “Orbene, io vi dico che Elia è già venuto” (Mc 9,13).
“Zaccaria disse all’angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia
moglie è avanzata negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto
al cospetto di Dio e sono stato mandato
a parlarti e a portarti questo lieto
annunzio.
ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino
al giorno in cui queste
cose avverranno,
perché non hai creduto alle mie parole,
le quali si
adempiranno a loro tempo»” (Lc 1,18-20.).
Zaccaria aveva chiesto un segno,
perché la cosa gli sembrava incredibile, nonostante i precedenti biblici delle
nascite di Isacco, Sansone e Samuele.
Certo aveva mostrato poca fede: solo
l’apparizione dell’Angelo avrebbe dovuto convincerlo E il segno l’avrebbe
avuto
in se stesso: sarebbe rimasto muto fino alla nascita del bambino. E,
come vedremo, anche sordo.
“Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria,
e si
meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva
parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione.
Faceva loro dei
cenni e restava muto” (Lc 1,21-22).
Forse il popolo attendeva anche la
benedizione, che Zaccaria non potè pronunciare. Fece dei cenni per far capire
che non poteva parlare.
“Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.
Dopo
quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi
e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è
degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini»” (Lc 1,23-25.).
Elisabetta
si servì delle parole di Rachele
(cfr. Gen 30,6) per ricordare la grande
grazia
di Dio. Per la donna ebrea era una grande
vergogna non avere dei figli.
Poi, forse anche per non dar luogo a strani commenti, l’anziana signora
preferì restare appartata per cinque mesi. Dal nascondimento la trarrà la
visita di Maria Santissima nel sesto mese.
(continua)