LA VITA DELLA MADONNA
Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick
La vita di Maria, dalle sue nozze fino alla nascita del bambino Gesù.
Parte Seconda
64 – Gli Angeli annunciano la Nascita del Signore ai pastori - Movimento ed emozione negli uomini e nella natura
- La torre dei pastori
Sopra Betlemme il cielo era triste e di color rossiccio, ma sopra la Grotta del Presepio, la caverna di Maraha e la valle dei pastori, si stendeva una nebbia luminosa. Nella valle dei pastori, ad un’ora e mezzo di cammino dalla grotta, cominciavano i colli vitiferi che si estendevano fino a Gaza. Sui medesimi si trovavano le abitazioni di tre capi dei pastori, come i tre Magi erano capi di tre tribù. Ad una certa lontananza dalla Grotta del Presepio vi era la torre dei pastori: in mezzo al fogliame delle alte piante, si alzava un’impalcatura gigantesca di travi combinate in forma piramidale.
La torre era il punto di congiungimento per tutti i pastori della regione; aveva una scala e delle gallerie. Era fornita di piccole vedette simili alle torrette delle guardie, e molte stuoie ne coprivano
i lati. Questa torre aveva alcune similitudini con quella dei tre Magi su cui si usava di notte contemplare gli astri; vista da lontano la torre di vedetta dei pastori sembrava quasi una nave alta, munita di molti alberi con le relative vele.
Dalla torre si godeva il panorama generale dei dintorni, si vedevano Gerusalemme ed il monte della tentazione, presso Gerico. I pastori vi tenevano delle vedette per poter controllare gli armenti, e poterli ritirare prontamente al suono del corno quando vi era il pericolo dell’assalto dei predoni o di qualche popolazione nemica.
Le singole famiglie dei pastori abitavano non lontano dalla torre; le loro case erano circondate da campi e da giardini. Lungo il colle erano state erette delle capanne, in una molto più grande delle altre e suddivisa con vari tramezzi, abitavano le consorti dei guardiani, che preparavano le vivande.
Stanotte ho visto vicino alla torre le greggi sparse qua e là sotto il cielo aperto, mentre sul colle dei pastori gli armenti erano al coperto sotto una capanna. La notte santa era particolarmente immersa nel silenzio stellato; vidi una nube luminosa calare su tre pastori mentre osservavano ammirati la bellezza del cielo.
Contemporaneamente udii levarsi nelle immensità del silenzio notturno un canto dolce e tranquillo. Sul principio i pastori si spaventarono di fronte a quelle manifestazioni, ma ben presto un Angelo apparve loro e così li tranquillizzò: “Non temete! Io vi reco una lieta novella che rallegrerà tutto il popolo, poiché oggi è nato il vostro Salvatore nella città di Davide, il Cristo, il Signore. Voi lo riconoscerete nel Bambino che avvolto in miseri panni giace in un presepio. Mentre l’Angelo così parlava, lo splendore circostante cresceva sempre più, ed allora scorsi sei o sette graziose figure di Angeli luminosi apparire ai pastori.
Tenevano nella mano una specie di lungo nastro o pergamena, sulla quale in lettere grandi, quasi tutte come un palmo della mano, stavano scritte alcune parole. Si levò poi un canto magnifico e così udii: “Sia gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Poco dopo anche i pastori di guardia alla torre ebbero la stessa apparizione, e così pure altri, i quali stavano raccolti intorno ad una fontana distante tre ore da Betlemme. I tre pastori, dopo la visione degli Angeli, non si avviarono immediatamente al
presepio da cui erano lontani circa mezz’ora, né vi andarono quelli della torre, i quali avevano da percorrere un doppio cammino; ma tutti preferirono raccogliersi in consiglio e discutere quali doni dovessero portare al Neonato. Quando decisero di comune accordo che doni portare al prodigioso Bambino, allora si affaccendarono per procurarli con ogni sollecitudine. I pastori giunsero al presepe il mattino presto.
65 – La Nascita di Cristo viene annunciata nel mondo antico: a Gerusalemme,
a Roma e in Egitto
Il fanciullo Giovanni fu subito commosso e invaso da profonda gioia. Tutti ebbero una visione in cui videro Maria, ma nessuno sapeva dove si era compiuto l’Evento meraviglioso.
Solo Anna sapeva che Betlemme era il luogo della salvezza. Vidi che tutti gli scritti dei sadducei, uscendo dalle custodie, si spargevano al suolo.
I sadducei, spaventati, attribuirono l’avvenimento alla stregoneria e pagarono affinché il fatto rimanesse segreto.
Durante la notte ebbi delle visioni su alcuni avvenimenti a Roma collegati con la nascita del Signore. Nello stesso momento in cui nacque Gesù, in un quartiere della città dove abitavano molti Giudei, improvvisamente zampillò una fonte di olio nero; tutti ne rimasero fortemente impressionati.
Contemporaneamente un idolo magnifico di Giove si frantumò sotto il crollo del tetto di un tempio romano. I sacerdoti, spaventati da questo nefasto avvenimento, offrirono molte vittime agli dei del tempio. Poi interrogarono un altro idolo
(credo fosse la statua di Venere) chiedendogli perché fosse avvenuto questo prodigio, la statua rispose loro: “Tutto questo avviene a Roma perché una Vergine ha generato un figlio concepito senza opera d’uomo”.
I sacerdoti atterriti da questa notizia, andarono a consultare i loro libri e ricordarono che
settant’anni prima quell’idolo, adorno d’oro e di pietre preziose, era stato messo nel tempio; gli furono offerte vittime con grande solennità.
In quel tempo viveva a Roma una profetessa assai religiosa, Serena o Cyrena, credo fosse una Giudea. Aveva delle visioni e prediceva il futuro, sapeva spiegare il motivo della sterilità di diverse donne, e godeva di buona considerazione.
Aveva dichiarato pubblicamente che non era giusto tributare all’idolo onori così dispendiosi perché un giorno si sarebbe frantumato in mille pezzi.
I sacerdoti la fecero rinchiudere in una prigione dove la torturarono perché non aveva saputo dire loro quando sarebbe avvenuto il triste evento.
La veggente allora pregò Dio affinché le suggerisse la risposta, seppe così che l’idolo si sarebbe frantumato quando una Vergine immacolata avrebbe generato un figlio per volere divino.
A tale rivelazione, i sacerdoti tacciarono per pazza Serena e la allontanarono. Quando il tetto del tempio crollò, spaccando la statua in mille pezzi,
i sacerdoti si resero conto tristemente che la donna aveva detto il vero.
Vidi l’imperatore Augusto sulla cima di una collina a Roma, circondato da altre persone. Al suo lato scorsi il tempio crollato. Vidi pure alcune scale che conducevano alla vetta di un monte dove si trovava una porta d’oro. Era quello il luogo dove si decidevano gli affari più importanti dello stato.
Mentre l’imperatore scendeva dal monte,
ammirò in cielo alla sua destra un’apparizione. Vide una Vergine seduta su un arcobaleno che stringeva al petto un Bambinello. Credo che il simbolo fosse veduto dal solo Augusto.
Consultato un oracolo per conoscere il significato di tale apparizione, l’imperatore apprese che era nato un Fanciullo divino dinanzi al quale tutti dovevano cedere. Subito Augusto fece innalzare un altare sul luogo dove gli era apparso il simbolo, e con molta pompa si dedicarono numerosi sacrifici sull’ara del “Primogenito di Dio”.
Anche in Egitto si verificò un avvenimento testimoniante la nascita di Cristo: un idolo immenso, non lontano da Maratea e Menfi, era ammutolito e non dava più oracoli. Allora il sovrano dell’Egitto comandò che in tutto il paese fossero elevati grandi sacrifici affinché l’idolo spiegasse la causa del cambiamento.
Così il feticcio fu costretto da Dio a dire che si era piegato alla potenza del Figlio nato da una Santa Vergine. Inoltre egli aggiunse che in quel luogo si sarebbe dovuto erigere un tempio dedicato al Figlio del vero Dio. Il re osservò la volontà dell’idolo e fece costruire il tempio. Infine vidi che il feticcio venne abolito dal loro culto e si tributò il culto devozionale alla Vergine col Bambino; però nel senso pagano.
Quando Gesù bambino, vestito della santa Luce di Dio, fu accolto dalla Vergine Maria, i Re Magi colsero il simbolo di questa Nascita ed ebbero la sua meravigliosa visione mentre scrutavano i segreti del cielo. I Magi erano astronomi e avevano sulla cima di un monte una torre piramidale di legno per studiare i movimenti stellari. Uno di essi era di vedetta fissa sulla sommità di questa torre per osservare le stelle insieme con i sacerdoti. Ho visto spesso due Re scrutare il cielo e comunicarsi vicendevolmente le varie osservazioni; l’altro abitava in un paese lontano, posto a mezzogiorno del Mar Caspio. I Magi contemplavano in particolare un astro, dalle cui relative alterazioni
o cambiamenti, sviluppavano la teologia del firmamento stellato. Questa notte ho visto il simbolo da loro tanto atteso, il quale era costituito di vari movimenti degli astri. Non si trattava di una sola stella, bensì di una costellazione.
Vidi un bell’arcobaleno dove stava assisa la Vergine; posava il piede sulla mezzaluna, alla sua destra apparve un ceppo di vite e alla sinistra un fascio di spighe. Dinanzi alla Vergine emerse un calice simile a quello dell’ultima Cena.
Dal suo interno vidi sporgere un Bambino
aureolato di raggi luminosi come quelli del Santo Sacramento; questi raggi si diramavano in tutte le direzioni. Vidi i due Magi venire a conoscenza della santa Nascita avvenuta in Giudea.
Il terzo, che abitava nel paese lontano, ebbe
anch’egli la visione del santo Evento. Allora i Re, mossi dall’indicibile gioia, radunarono i tesori e una quantità di doni ed intrapresero il viaggio per rendere omaggio al Redentore dell’umanità.
Dopo pochi giorni il terzo Re raggiunse gli altri due e così continuarono il viaggio insieme.
La lunga attesa del Messia era finalmente terminata; spesso li avevo visti sulla torre ad osservare le stelle e a contemplarne i simboli.
(continua)