LA VITA DELLA MADONNA
Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick
Capitolo v
I SANTI RE MAGI
Secondo gli studiosi biblici incerto ancora sarebbe il numero dei Magi e leggendario il carattere regale. I nomi attribuiti loro dalla tradizione popolare compaiono solo verso il VI secolo e sono: Gaspare, Melchiorre e Baldassare. Il primo arabo, il secondo persiano e il terzo indiano. Storicamente i Magi sono i sacerdoti del mazdeismo; si pensa che essi ne furono addirittura gli stessi fondatori.
La condizione sacerdotale raggiunta mediante un rito sacrificale avrebbe conferito loro poteri supernormali. Il nome “Magi” deriva da “maga”, attribuito ai greci che, quando entrarono in contatto con i persiani, li definirono appunto come “magici” (da maghiskos).
Alcuni scrittori cristiani dell’antichità esprimono differenti pareri, collocando il paese d’origine dei Magi in Arabia, in Persia oppure in Caldea. Nel V secolo il papa San Leone presenterà i Magi come “le primizie della Gentilità” (Sermone XXXV,2).
Nel corso dei primi secoli cristiani le raffigurazioni pittoriche li presentano in generale vestiti con l’abito consueto dei Persiani. Si specifica spesso il significato simbolico dei loro doni: la mirra allude alla morte o al sacerdozio, l’oro alla regalità, l’incenso alla divinità.
Dalla loro comparsa ci vorranno otto secoli perché la leggenda fissi il loro numero, i loro nomi e le funzioni. In Oriente, dove lo studio in senso mitico delle stelle rimane tutt’ora molto più diffuso che in Occidente, il “Libro della Caverna dei tesori” (VI secolo) racconta che i Magi avevano visto una stella (costellazione) che raffigurava una fanciulla con un bambino che portava una corona.
Andarono a cercare oro, incenso e mirra, che Adamo ed Eva avevano posto in una caverna per il giorno in cui fosse sorta quella costellazione, e partirono per Betlemme.
I Magi sarebbero poi stati battezzati dall’apostolo Tommaso e lo aiutarono ad evangelizzare il loro paese. Un' altra leggenda, di provenienza armena, precisa che essi erano tre fratelli e rappresentavano tre popoli differenti.
I tre Santi Re sono invocati contro la grandine,
le tempeste e i pericoli dei viaggi, contro la stregoneria e i malefici. Proteggono anche dalla febbre, dal mal di testa, dall’epilessia e dalla morte improvvisa.
Secondo la Tradizione Cristiana le reliquie dei loro corpi sarebbero state conservate a Milano, poi con Federico Barbarossa sarebbero state traslate a Colonia. Nel 1903 alcune ossa dei Magi furono restituite a Milano.
Questi personaggi sono ricordati incisivamente nel Vangelo di Matteo (2,1-12) come visitatori e adoratori del bambino Gesù.
66 – Visioni di Suor Anna Caterina Emmerick degli antenati dei Santi Re, cinquecento anni prima di Cristo
Una volta ebbi la grazia di vedere quanta misericordia ebbe Dio con i pagani. Gli antenati dei tre Re Magi, cinquecento anni prima del Natale di Cristo, erano assai ricchi e potenti, avevano riunite sotto un solo scettro numerose province.
Essi abitavano in accampamenti di tende; invece l’altra tribù che viveva ad oriente del mar Caspio, aveva gli abitati di pietra perché le abitazioni erano esposte allo straripamento delle acque.
Questi popoli dediti all’astronomia, avevano usanze culturali molto crudeli: immolavano i vecchi, gli storpi e perfino i fanciulli. Il rito da loro in uso era veramente orrendo: avvolgevano i bambini in una veste bianca e li ponevano in una caldaia dove li facevano cuocere.
Nei tempi successivi, quando fu predetta a quei ciechi la nascita del Salvatore, tali riti tremendi furono finalmente aboliti. Tre figlie di re, dotate di spirito profetico, ebbero tutte contemporaneamente la certezza che nel futuro sarebbe sorta una stella da Giacobbe, e che una Vergine senza opera d’uomo avrebbe generato il Salvatore. Esse vestivano tuniche e lunghi mantelli, andavano predicando per quei paesi il miglioramento dei costumi ed annunciavano l’arrivo del Salvatore. Dissero inoltre che un giorno sarebbero giunti i servi del Signore ed avrebbero mostrato il vero culto da tributarsi a Dio.
Predissero molte altre cose fin dopo gli avvenimenti dei nostri tempi. Le profezie delle tre vergini accennavano ad una certa costellazione ed alle alterazioni che sarebbero conseguentemente venute. Ne provenne quella costante osservazione degli astri che veniva fatta dalla sommità del colle. Seguendo le indicazioni simboliche delle costellazioni, e i vari cambiamenti stellari,
i padri delle veggenti introducevano riforme e cambiamenti nel tempio, nel culto e negli addobbi.
Offrivano pure sacrifici alla futura Madre
del Salvatore, continuando però con il loro culto sanguinoso. Il tempio era costituito da una tenda che veniva cambiata continuamente con stoffe di diverso colore. Tra le riforme più importanti operate alla loro antica tradizione si annovera il passaggio della loro festa di riposo dal giovedì al sabato (questo fatto mi parve molto significativo). Conosco anche il nome pagano di questo giorno: tanna o tannada.
Gesù venne al mondo nell’anno 3997.
Visioni di domenica mattina, 25 novembre
Alle primi luci dell’alba, i tre capi dei pastori arrivarono alla grotta dov’era nato Gesù portando
67 – Adorazione dei pastori
Visioni di domenica mattina, 25 novembre
Alle primi luci dell’alba, i tre capi dei pastori arrivarono alla grotta dov’era nato Gesù portando
i doni che avevano raccolto e che consistevano in animaletti somiglianti a caprioli o forse capretti,
in ogni modo diversi da quelli che conosciamo noi.
Avevano il collo lungo, occhi piccoli e chiarissimi, pelle finissima e corporatura snella. I pastori li conducevano legati da lunghe e sottili cordicelle. inoltre portavano sulle spalle degli uccelli uccisi e legati insieme su lunghe aste.
Sotto al braccio ne portavano altri più grossi, ancor vivi. Vidi pure altri doni. San Giuseppe si affrettò ad accoglierli cordialmente: i pastori gli dissero che erano venuti ad adorare il Bambino della promessa messianica, rivelato loro dagli Angeli durante la notte. Quindi offrirono quello che avevano portato; Giuseppe accettò umilmente i doni e condusse i pastori dalla Vergine e dal bambino Gesù vicino alla mangiatoia.
Quei devoti, impugnando ancora i bastoni, si genuflessero in grande umiltà, contemplando in adorazione per lungo tempo il Santo Bambino; senza poter proferire parola dinanzi a tanta magnificenza e luce. Istintivamente intonarono l’inno che avevano udito quella notte dall’Angelo ed un salmo molto bello. Quando si congedarono la Vergine porse nelle loro braccia il Bambino, ed essi, dopo averlo contemplato, glielo restituirono piangendo di gioia.
Poi lasciarono la grotta commossi.
Domenica sera, 25 novembre
La Veggente trascorse la giornata in gravi sofferenze fisiche e spirituali, appena cadde in estasi disse di essere stata trasportata in Terrasanta e di aver visto Gesù tentato dal demonio nel deserto.
Quasi contemporaneamente disse di vederlo pure come neonato nel presepio venerato dai pastori della torre. Dopo aver pronunciato queste parole, l’estatica con rapidità sorprendente, si levò dal suo giaciglio e corse alla porta della sua stanza chiamando le persone che si trovavano nell’anticamera: “Venite presto! Venite ad adorare il Bambino; Egli è qui, vicino a me!”.
Parlando con un entusiasmo incredibile, ritornò subito a letto tutta raggiante e prese a cantare il Magnificat, il Gloria, e alcuni altri inni semplici ma dal significato commovente e profondamente mistico. Il giorno seguente con voce chiara e dai toni mielati, Suor Emmerick continuò a narrare.
I pastori con le loro famiglie avevano recato molti doni: uccelli, uova, miele, tessuti di vari colori, fascetti di piante con grandi foglie. Queste piante avevano delle spighe ripiene di grossi grani. Vidi ancora i pastori inginocchiati dinanzi al Bambino intonare Salmi assai graditi all’orecchio, il Gloria e alcuni cantici dai versi molto brevi. Io cantai con loro: “O fanciullino, tu sei del colore della rosa e ci appari quale piccolo araldo della Salvezza”.
I pastori con le loro famiglie avevano recato molti doni: uccelli, uova, miele, tessuti di vari colori, fascetti di piante con grandi foglie. Queste piante avevano delle spighe ripiene di grossi grani. Vidi ancora i pastori inginocchiati dinanzi al Bambino intonare Salmi assai graditi all’orecchio, il Gloria e alcuni cantici dai versi molto brevi. Io cantai con loro: “O fanciullino, tu sei del colore della rosa e ci appari quale piccolo araldo della Salvezza”.
Nel congedarsi si inchinarono in religioso silenzio come se avessero voluto baciare il Santo Bambino.
Lunedì 26 novembre
Oggi ho visto i tre pastori aiutare Giuseppe a migliorare le condizioni della Caverna del Presepio ed in quelle laterali. Anche presso la Santa Vergine vidi parecchie pie donne occupate nell’aiutarla. Erano donne essene che abitavano in una valle ad oriente della Grotta del Presepio, vivevano in piccolissime grotte scavate nella rupe dove il monte scendeva più scosceso; istruivano i fanciulli della loro comunità religiosa.
68 – I tre Pastori aiutano San Giuseppe mentre le donne essene servono la Santa Vergine
Lunedì 26 novembre
Oggi ho visto i tre pastori aiutare Giuseppe a migliorare le condizioni della Caverna del Presepio ed in quelle laterali. Anche presso la Santa Vergine vidi parecchie pie donne occupate nell’aiutarla. Erano donne essene che abitavano in una valle ad oriente della Grotta del Presepio, vivevano in piccolissime grotte scavate nella rupe dove il monte scendeva più scosceso; istruivano i fanciulli della loro comunità religiosa.
San Giuseppe, come sappiamo, le conosceva
fin dal tempo della sua giovinezza.
Le pie donne si alternavano nel cucinare, lavare i panni e servire come potevano la Santa Famiglia.
(continua)