La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

mercoledì 16 luglio 2014


Semplice strumento nelle mani di Dio, scuoteva per amore: presso di lui vi erano soltanto anime da salvare e "non dava il dolce a chi aveva bisogno del purgante", come diceva con una sua colorita espressione.

Ma è riconosciuto anche l'umorismo e il buonumore di padre Pio, conversatore vivace e brillante, sorriso leale, aperto e cordiale. Sapeva amare genuinamente e semplicemente come ama e si comporta un "uomo naturale"; trattava familiarmente con tutti e familiarmente risolveva i problemi, anche quelli vasti e complicati.

Insomma chi si era formato l'idea del "fraticello", si trova davanti un frate "robusto, forte nella persona e nei modi", vede venirsi incontro "un antico guerriero dalla tonaca scura aperta sul collo, pieno di energia e vigore".

SAN PIO DA PIETRALCINA


Le vessazioni e tentazioni del Maligno

Per tutto il corso della sua vita, ma in special modo fino ai 30 anni, Padre Pio fu duramente provato e tentato dal demonio che ha una rilevanza fondamentale nella vita del “frate stigmatizzato”. Satana non potendo affliggerlo con l'ossessione ne’ con la possessione, non gli ha risparmiato ogni sorta di tentazioni attaccando insistentemente la sua anima per allontanarlo da quella fede devota e strapparlo a Dio. Padre Pio fu tentato da Satana in tutti i modi, tuttavia non ha mai ceduto alle fosche trame e alle lusinghiere ed allettanti promesse che gli prospettava il maligno. I dubbi, la svogliatezza, i sentimenti di indifferenza e di sgomento furono frequentissimi, essi arrivavano a colpire nell'intimo il povero fraticello e le argomentazioni più frequenti che si instauravano con i suoi direttori spirituali vertevano quasi esclusivamente su tutte quelle amare e pesanti tribolazioni che a causa del demonio la sua anima era costretta a patire. Le vessazioni diaboliche furono dirette proprio ad impedire che avesse contatti anche solo epistolari con i suoi direttori spirituali.

Come scrive Padre Tarcisio da Cervinara desumendolo da brani tratti dall'Epistolario: "Il diavolo mette tutto il suo diabolico artificio per impedire che riveda Padre Agostino, come pure cerca di ostacolarlo ogni volta che vorrebbe scrivergli, vorrebbe privarlo anche della sua direzione spirituale, vera tavola di salvezza; e Padre Pio deve farsi sempre tanta forza ogni volta che deve comunicare a Padre Agostino le sue cose, specialmente quando si tratta di rivelare al padre spirituale le infernali insidie”. "I cosacci" poi pretendono dal Padre che, nel ricevere una lettera dal suo direttore spirituale, egli la strappi prima di aprirla o che la getti nel fuoco, dicendogli che: "se ciò facevo si sarebbero ritirati per sempre e non mi avrebbero più molestato". In una lettera di Padre Agostino- scrive ancora Padre Tarcisio da Cervinara, ricavando i testi delle lettere dall'Epistolario del frate stigmatizzato - il foglietto arrivò in bianco; ed in un'altra lettera il foglietto fu trovato tutto imbrattato di inchiostro. Padre Pio annota a questo punto: " Le lettere scritte ci sembrano in principio illeggibili, ma dietro che vi ponemmo sopra il crocifisso si fece un po' di luce tanto da potersi leggere sebbene a stento". Il Padre pensa che in questi casi vi sia una vendetta di Barbablu'. (Il diavolo nella vita di Padre Pio Padre Tarcisio Da Cervinara pagg.38-39 Ed. Padre Pio da Pietrelcina). Padre Pio era convinto però che tutto ciò rientrasse nei disegni di Dio e pertanto accettava con umile rassegnazione qualunque circostanza dettata dal volere del Cielo.

"Le tentazioni", - dice il suo direttore spirituale - "sono come il fuoco che purificano. Esse sono come colpi di martello e di scalpello con cui il divino Artefice, prepara le pietre, cioè le anime elette, che dovranno far parte dell'edificio eterno" - ed ancora - " Sembra a prima vista che le tentazioni macchino anzichè purificare lo spirito. Ma non è così. Le tentazioni sono come il sapone, il quale diffuso sui panni sembra imbrattarli ed in verità li purifica. L'essere tentato, è segno evidente che l'anima è ben accetta da Dio. Le tentazioni quindi non sono un castigo, ma prove di amore, e bisogna gioire per questo. Sono segno di predilezione divina, sono la prova dell'anima che Dio vuole sperimentare quando la vede in forze necessarie a sostenere il combattimento ed intessersi il serto della gloria".(Il Diavolo nella vita di Padre Pio - pag.53 - Padre Tarcisio Da Cervinara).