La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

martedì 8 luglio 2014


 LA VITA DELLA MADONNA
 Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick 

La vita di Maria, dalle sue nozze fino alla nascita del bambino Gesù.

51 – La nascita di Giovanni – Maria ritorna a Nazareth e Giuseppe è consolato dall’Angelo.


La Vergine dunque ritornò a Nazareth e Giuseppe fece la metà del cammino per incontrarla. Durante la strada che portava da Juta a Nazareth, San Giu­seppe notò per la prima volta che Maria era gravida. Egli fu turbato da molti sospetti, poiché nulla sapeva dell’An­nunciazione fatta dall’Angelo alla Santa Vergine. Piena di umiltà, Maria aveva conservato in sé il segreto di Dio. Molto inquieto, Giuseppe combattè dentro se stesso l’angoscia del sospetto che lo pervadeva. 

La Vergine, che aveva previsto il turbamento di Giuseppe, divenne pensierosa e sempre più severa nel suo contegno; questo aumentò l’inquietudine del pover’uomo. Arrivati a Nazareth, si fermarono per due giorni presso alcu­ni parenti, che genereranno Parmena, il quale nacque all’epoca di Gesù e fu uno dei sette diaconi nella prima comunità cristiana riunita a Gerusalemme. 

Mentre alloggiavano presso questa famiglia, l’inquietudine di Giuseppe era giunta a tal punto che pensò di lasciare Maria e fuggirsene segretamente per non condannarla in pubblico.

Stava appunto meditando quest’idea quando gli apparve un Angelo che lo consolò.
Capitolo IV


LA NASCITA DI GESÙ CRISTO


Visioni sull’Avvento e la Nascita del bambino Gesù. I Magi.
52 – Preparativi per il parto. 53 – Giuseppe è invitato dall ‘Angelo a mettersi in viaggio con Maria per recarsi a Betlemme. 
54 – Giuseppe co­munica d Maria l’invito dell’Angelo: partenza della Sacra Famiglia. 55 -Il viaggio: come la Sacra Famiglia si lascia guidare dall’asinella – L’albero di terebinto della sacra tradizione. 56 – La Vergine istruisce i figli dell’oste – Il viaggio continua. 
57 – Il viaggio si avvicina alla fine – Ingresso nella grande casa del pastore. 58 – L’ultimo tratto di cammino – L’arrivo a Bet­lemme. 
59 – La Grotta del Presepio. 60 – La “Grotta del Latte o dei 
lat­tanti”. 61 – La Sacra Famiglia si stabilisce nella grotta. 
62 – Maria San­tissima trascorre le ultime ore del sabato nella caverna di “Maraha”. 63 -La Nascita di Cristo. 64 – Gli Angeli annunciano la Nascita del Signore ai pastori – Movimento ed emozione negli uomini e nella natura – La torre dei pastori. 
65 – La Nascita di Cristo viene annunciata nel mondo antico: a Gerusalemme, a Roma e in Egitto.

52 – Preparativi per il parto

Domenica, 11 novembre 1821


Maria ricevette grande sostegno dalla madre finché questa vis­se. La casa di Anna era sita nella valle di Zabulon, distante circa un’ora di cammino da Nazareth. 

Durante l’assenza di Maria, Anna aveva provveduto alle necessità di Giuseppe inviandogli la sua ancella ogni giorno. Vidi che la Santa Vergine si preparava al parto già da due settimane, cuciva e ricamava tappeti, bende e pannolini di ogni specie. 

Tutto era stato disposto nei minimi particolari. Il nuovo marito di Anna si occupava nel tempio alla cura del bestiame per i sacrifici. Gioacchino era ormai morto da molto tempo. Ogni giorno Anna inviava a suo marito pesci e pani mentre egli pascolava il gregge. Il cibo veniva portato in una tasca di pelle divisa internamente in vari scompartimenti. 

Vidi anche una giovinetta che aiutava Maria nelle faccende domestiche e veniva istruita da Lei. 

Credo che fosse figlia di Maria di Cleofa. Il suo nome era pure Maria. In questo periodo Giu­seppe si era recato a Gerusalemme ad offrire il bestiame per il sacrificio. Vidi la Santa Vergine circondata da molte altre donne nella sua stanza. 

Lo stato della sua gravidanza mi parve molto avanzato. Le donne stavano preparando vestiti ed altre cose che dovevano servire al parto di Maria. In particolare le vidi intente a rifinire ed avvolgere un grande tappeto finemente cucito. 

Eseguivano ricami d’oro e d’argento. 
Esse sedevano intorno ad una cassa e avvolgevano un filo di vari colori per mezzo di due piccole aste di le­gno. La Vergine si preparava in modo adeguato ad accogliere il nascituro e ad organizzare nel modo più conveniente l’ospitalità alle parenti 
e alle compagne che si sarebbero recate ad aiutarla.

La magnificenza di quest’ospitalità avrebbe sancito la nascita del Fanciullo promesso. Quindi furono pure preparati un gran nu­mero di tappeti eleganti e coperture di ogni specie. Avevo già visto uno di quei tappeti in casa di Elisabetta quan­do era nato Giovanni: era ornato da una quantità di immagini e di sacre sentenze e nel mezzo si vedeva assicurato una specie di mantello chiuso e comodo, entro il quale si avvolgeva la partorien­te, ma già ne avevo parlato a suo tempo. Anna era affaccendata per prendere la lana e per organizzare i vari lavori domestici.






53 – Giuseppe è invitato dall’Angelo a mettersi in viaggio con Maria Santissima per recarsi a Betlemme

Visioni ricevute dalla Veggente lunedì 12 novembre.
Dopo aver lasciato l’offerta sacrificale in una stalla vicino a Ge­rusalemme, Giuseppe si mise in cammino verso Betlemme per osservare la legge, la quale ordinava che ciascuno dovesse pren­dere istruzioni nel luogo di nascita circa le nuove disposizioni sul censimento e le imposte. 

Giunto a Betlemme, Giuseppe pensò di stabilirsi qui con Ma­ria, dopo che Lei avesse compiuto il rito di purificazione al tem­pio di Gerusalemme. 

Non saprei dire perché Giuseppe non dimorasse volentieri a Nazareth. A Betlemme egli infatti si informò sul materiale occorrente per fabbricarvi la sua abitazione. Quando ebbe ottenuto tutte le informazioni necessarie, se ne tornò all’albergo vicino a Gerusalemme; prese gli animali dalla stalla e li condusse al tempio, poi si affrettò a ritornarsene a casa. Era forse mezzanotte, la notte era assai fonda quando egli si trovò ad attraversare il campo Chimki, a sei ore circa di distanza da Nazareth.

Improvvisamente il cammino gli venne interrotto da una luce radiosa, allora Giuseppe vide un Angelo che lo esortò a prendere Maria e a ripartire subito alla volta di Betlemme, dove Lei avrebbe dato alla luce il Bambino. Poi l’Angelo lo istruì perfi­no sugli arnesi e sulle cose che avrebbe dovuto portare. Gli raccomandò di condurre con sé, oltre all’asino su cui si sa­rebbe seduta Maria, anche un’asinella di un anno che non avesse ancora generato. L’asinella avrebbe fatto loro da guida segnando il cammino, perciò doveva essere libera da ogni cavezza o fune. Anna aspettava a Nazareth l’arrivo di Giuseppe ignara di tut­to; era convinta che il Pargoletto avrebbe visto la luce nella casa di Nazareth, infatti si era affaccendata con Maria per organizzare la casa in funzione di questo evento, ma i disegni del Signore era­no altri. Alla sera giunse Giuseppe.


54 – Giuseppe comunica a Maria l’invito dell’Angelo: partenza della Sacra Famiglia

Visioni di martedì 13 novembre


Appena giunse nella casa di Nazareth, Giuseppe raccontò ciò che nella notte gli era stato comunicato dall’Angelo. Andarono quindi all’abitazione di Anna e fecero i preparativi per la parten­za. Anna si mostrava assai afflitta; Maria invece sapeva già che il parto sarebbe avvenuto a Betlemme e aveva taciuto solo per un sentimento di umiltà. La Vergine infatti era stata istruita dalle profezie sulla nascita del Messia. Questi scritti le erano stati forniti dalle maestre del tempio con alcune rivelazioni orali. 

Spesso Maria li rileggeva e poi pregava Iddio ringraziandolo della prossima nascita del Redentore dell’umanità. La Madonna si affrettava quindi a compiere il vole­re divino senza curarsi dell’asprezza della stagione, senza temere il freddo delle valli che si accingeva ad attraversare. 

Quella stessa sera Giuseppe e Maria partirono, accompagnati da Anna, Maria di Cleofa e alcuni servi. Vidi Maria seduta sulla sella dell’asino condotto per mano da Giuseppe; il somaro era carico anche dei bagagli. Frattanto il marito di Anna era sul pa­scolo ad accudire il gregge.



55 – Il viaggio: come la Sacra Famiglia si lascia guidare dall’asinella. L’albero di terebinto della sacra tradizione

Visioni di mercoledì 14, nonché del 15 e 16 novembre.

Stamattina ho veduto i santi Viaggiatori giungere al campo di Ginim, quello situato a sei ore da Nazareth, il luogo dove appar­ve l’Angelo a Giuseppe. I servi di Anna avevano procurato loro un’asinella di un anno che avrebbe dovuto guidare la santa Coppia sulla strada giusta. 

Commovente fu l’addio che Anna e Maria di Cleofa fecero ai viaggiatori prima di tornarsene all’abitazione con i servi. Il viaggio continuò diretto verso i monti di Gilboa. Quindi lasciarono da parte le città e continuarono per le vie solitarie che indicava l’asinella con il suo trotto. 

Li vidi alloggiare in un pode­re di Lazzaro nella direzione della Samaria. L’amministratore del podere li accolse amichevolmente perché aveva avuto l’occasione di conoscerli già durante gli altri viaggi. Questo podere era ricco di bei frutteti e viali; la posizione era così elevata che dal terrazzo si godeva una magnifica ed estesa prospet­tiva.

Lazzaro aveva ereditato questo podere da suo padre. Gesù nei suoi pellegrinaggi si fermò più volte a predicare in questi dintor­ni. I padroni di casa si intrattennero amichevolmente con la Santa Vergine, si meravigliarono però che nelle sue condizioni avesse osato intraprendere un viaggio così lungo. 

Vidi poi l’asinella saltellare in modo strano intorno a loro. L’animale guidava Giuseppe e Maria con dei simbolismi molto chiari: se bisognava proseguire diritti, senza voltare a destra o a sinistra, essa andava avanti o li seguiva saltellando; invece se bi­sognava voltare a un bivio li precedeva indicando con i suoi pas­si il retto sentiero. 

Quando la santa Coppia faceva sosta, l’asinella rimaneva tranquilla a breve distanza. Dopo alcune ore di cammino, la Sacra Famiglia attraversò una fredda valle che portava verso un colle. 

Era notte e sembrava che fosse scesa molta brina. La Vergine aveva molto freddo ed era stanchissima, chiese allora a Giuseppe di fare una sosta. Appena espresse questa richiesta l’asinella si fermò sotto un grande albero antico di terebinto, vicino al quale c’era un pozzo. Giuseppe stese sotto l’albero alcuni tappeti e preparò il gia­ciglio alla Vergine; poi prese una lampada dalla sua bisaccia e l’ap­pese 
ad uno dei rami inferiori dell’albero, come usavano i vian­danti che viaggiavano di notte. 

La Vergine pregò ardentemente Id­dio che non la facesse soffrire troppo per il rigore della stagione. Mentre pregava in questo modo si senti pervadere nelle profondi­tà del cuore da un’ondata di calore; allora porse le mani a Giu­seppe per trovare conforto. Fecero un breve pasto con piccoli pani e frutta e bevvero acqua mista al balsamo, che Giuseppe aveva portato in un fiaschetto per confortare Maria. 

Il sant’uomo soffriva molto nel vedere la Vergine 
in quelle condizioni e cercava perciò di consolarla in ogni modo. Quando Maria si lamentava per il freddo, egli le parlava del buon alloggio che sperava di trovare a Betlemme. 

Le disse di co­noscere una famiglia presso la quale, con un modico compenso, avrebbero ricevuto una buona sistemazione. Giuseppe espresse l’opinione che è sempre meglio pagare qualche piccola somma piuttosto che ricevere un alloggio gratuito; egli si attendeva molto da Betlemme. 

Le sue erano speranze umane. Non credo che aves­sero trascorso tutta la notte sotto quell’albero. L’albero di terebinto della sacra tradizione. Il luogo in cui la Sacra Famiglia fece questa tappa appartiene alla sacra tradizione ebraica dell’Antico Testamento. Il terebinto è considera­to un albero sacro ed antico che si trova nella pianura di Moreh, presso Sichem. In questo stesso luogo, sotto quest’albero, vidi Abramo mentre riceveva dal Signore la promessa del Paese per i suoi successori; Abra­mo vi innalzò un altare. 

Inoltre Giacobbe vi sotterrò gli strani idoli di Labano, ed i gioielli della sua famiglia, quando si recò a sacrificare in Bethel. Sotto quest’al­bero poi Giosuè edificò la capanna in cui pose l’Arca dell’Alleanza, in­nanzi alla quale il popolo radunato promise di abbandonare il culto de­gli idoli. 
In questo luogo Abimelech, figlio di Gedeone, fu salutato re dei sichemiti…

Vidi la Santa Famiglia giungere ad un cascinale sito a circa due ore di strada a sud dell’albero sacro. 
La padrona della locanda era assente ed il marito li cacciò via bruscamente, rifiutando loro l’ospitalità. La Sacra Famiglia allora fu costretta a continuare il viaggio finché l’asinella si fermò dinanzi ad una capanna. Maria e Giuseppe vi entrarono e videro alcuni pa­stori affaccendati, costoro li accolsero bene e diedero loro della paglia per riposare. 

Essi ebbero particolare riguardo per Maria. 
Più tardi questi pastori si recarono al cascinale e raccontarono alla padrona quanto brava e pia fosse la Coppia che loro ospita­vano. Dissero inoltre che Maria, donna bella e dall’aspetto di una santa, aveva bisogno di un pasto caldo perché gravida e stanca. Allora la padrona commossa, dopo aver rimproverato aspramente il marito per aver negato l’ospitalità a gente così brava, si recò con due fanciulli e delle provviste a far visita alla Coppia. 

Ella sentì il bisogno di scusarsi sinceramente per il malfatto del marito. In un primo momento non osò entrare nella capanna perché si sentiva in colpa, ma poi si fece coraggio, entrò ed offrì le vivande. Chiese quindi perdono per la scortesia del suo consorte. La donna li consigliò di continuare il viaggio e superare il colle, poiché dall’altra parte avrebbero trovato una buona locanda per ri­posare. 

Il luogo dove essi adesso si trovavano era fra Samaria e Thebez, a nord di un’alta collina. 
A mezzogiorno di questo luogo, al di là del Giordano, si trova Succoth, e più lontano ancora Ai-non. Seguendo il consiglio della locandiera, i santi Coniugi si rimi­sero in cammino verso mezzogiorno e dopo circa due ore giunse­ro alla locanda descritta dalla donna. 

Il luogo era composto di alcuni edifici circondati da giardini. Erano ricoveri per il pernotta­mento. 
Vi si scorgevano anche alte masse d’arboscelli di erbe terapeu­tiche nel lato sud della foresteria. 

La Vergine discese dall’asino, che era condotto per la cavezza da Giuseppe, e si avvicinarono alla casa. Ma l’oste si scusò dicen­do che la casa era già tutta occupata. Allora la Vergine si avvi­cinò alla moglie di costui e la pregò umilmente per il ricovero. 

La donna profondamente intenerita da quel contatto profondamente umano pregò il marito di aiutare quella Coppia in qualche modo. Vidi infine il padrone della locanda assegnare loro una comoda stanza in una capanna vicina. Quando costui condusse l’asino nella stalla non vidi più l’asinella, infatti durante le soste non la vede­vo mai. 

Nella stanza, Giuseppe iniziò a pregare fervorosamente insie­me alla Santa Vergine per celebrare il sabato. Il loro sentimento devozionale mi commosse nella profondità del cuore. Dopo esser­si ristorati, si riposarono sulle stuoie.

(continua)