La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

venerdì 1 agosto 2014


LA VITA DELLA MADONNA
 Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick


89 – Misure delle autorità di Betlemme contro i Magi. Zaccaria di Juta visita la Sacra Famiglia.


Visioni di martedì 25 dicembre

Quando scattò l’ordine di cattura da parte degli erodiani, i Magi erano già a Engaddi. L’Angelo aveva ammonito i Re veramente in tempo. Nella stessa notte della loro partenza le autorità di Betlemme avevano inviato le guardie a prelevare i Magi nel sonno per rinchiuderli nei sotterranei della sinagoga, con l’accusa di perturbare l’ordine del paese. 


Ma quando le guardie erano giunte nella valle in cui i Santi Re avevano tenuto l’accampamento, meno qualche palo servito a sostenere le tende e l’erba calpestata, non trovarono che la quiete più silenziosa. 

Al mattino, quando si apprese che i Magi erano 
fug­giti nella notte, tra la popolazione di Betlemme Iniziò a serpeggiare una grande agitazione: presero a circolare le opinioni più confuse e diverse, in tutta la città e nei dintorni. Molti si erano pentiti di non aver voluto alloggiare Giuseppe; altri si perdevano in chiacchiere inutili, descrivendo i Re quali fanatici avventurieri. 

Vidi la piazza centrale di Betlemme ricolma di popolo. Da uno scalone del palazzo del governo, vicino alla sinagoga dov’era una grande fontana ombreggiata da piante, un uomo circondato da al­tri leggeva un proclama. 

Tutti erano assorti nell’ascolto. 

Nel pro­clama si vietava ai cittadini di Betlemme 
e dintorni di frequentare la grotta della collina 
perché era origine di dicerie 
e falsità che compromettevano l’ordine pubblico. 

Vidi poi il popolo ritornare alle proprie abitazioni, mentre San Giuseppe, scortato da due persone, veniva condotto in quello stesso palazzo per essere interrogato da funzionari del governo erodiano. 

Lo vidi poi far ritorno alla grotta e recarsi una seconda volta da questi vecchi Giudei. Aveva un sacco sulle spalle che depositò su un banco alla loro presenza; scaricò da questo una buona par­te dell’oro che aveva avuto in dono dai Re. 

Allora i vecchi giudi­ci lo rimisero subito in libertà.

Mi sembrò che quel processo fosse stato intentato a soli fini speculativi. 

La Santa Famiglia adesso era sospettata e isolata dalla popo­lazione dei dintorni. 

Giuseppe frattanto aveva provveduto a nascondere 
i doni e il resto dell’oro dei Magi nella caverna di Maraha ed in un’altra grot­ta della collina. Questa sera ho visto arrivare Zaccaria da Hebron per fare una visita alla Sacra Famiglia. Egli, pieno di commozione e di gioia, ha abbracciato il Santo Bambino elevando al Cielo un cantico di lode. Avevo già udito cantare dal vecchio sacerdote un inno simile in occasione della circoncisione di Giovanni.
90 – La Sacra Famiglia si nasconde. 

 Visioni di mercoledì 26 dicembre

Oggi Zaccaria è ripartito, mentre Anna, la figlia maggiore, il secondo marito e l’ancella hanno fatto ritorno alla grotta. La figlia di Anna mi sembrava più vecchia di sua madre.
Il secondo marito di Anna, Eliud, era molto più anziano e di costituzione fisica più robusta di Gioacchino. La Santa Madre aveva avuto da lui una figlia che si chiamava pure Maria; quando nac­que Gesù questa aveva all’incirca sette anni. 

Alla morte di Eliud, Anna, seguendo la volontà divina, prese un terzo marito da cui ebbe ancora un figlio; questi fu chiamato “il fratello di Cristo” dalla voce del popolo. Vedevo che Maria Santissima, piena di grazia e irrorata di gioia, affidava spesso il Bambino nelle braccia di Anna. 

Le due sante donne Gli strofinavano la testolina e poi la coprivano con un panno. La Santa Famiglia trattava sempre il Bambino Divino con un rispetto devoto e profondo, ma ogni atto era semplice ed ingenuo come dovrebbe essere ogni azione dell’uomo che vive nella grazia dello Spirito Santo. 

Il Bambino Divino mostrava un amore eccezio­nale per sua madre. Quando Maria raccontò ad Anna tutti i parti­colari della visita dei Magi, ella si commosse al pensiero che Dio avesse chiamato gente così lontana ad adorare il Figlio della 
Pro­messa. 

Poi la Madonna mostrò alla madre i doni portati dai Santi Re, nascosti in un vano della parete. Le sante donne li contemplarono commosse, come testimonian­za sincera della devozione dei Magi per il loro Prediletto. Anna aiutò Maria a distribuire i doni e a disporre le faccende domestiche. 

Intorno alla grotta regnava la quiete più profonda; le autorità avevano fatto sbarrare tutte le strade di accesso. Per evi­tare ogni contatto pubblico, Giuseppe non andava più a Betlem­me per gli acquisti; i pastori dei dintorni provvedevano a tutto. 

Essendo il luogo divenuto insicuro e molto osservato dalle guardie erodiane, la Santa Famiglia aveva pensato di mettere in salvo tutti i propri averi. Ho visto quindi Eliud e l’ancella di Anna partire con un asino pieno di bagagli. 

Anche l’ancella portava due involti, l’uno sul dorso e l’altro appeso al collo. I bagagli contenevano tutto il restante delle offerte dei Santi Re, come le stoffe e i vasi d’oro che più tardi furono adoperati nelle cerimonie religiose cristiane. 

Pare che i due domestici aves­sero il compito di portare quei beni solo fino ad un certo punto, 
dove altri servi di fiducia di Anna avrebbero proseguito il cam­mino fino a Nazareth. 

Alcune volte ebbi la visione di Anna e Maria Santissima che, nella caverna laterale, ricamavano o tessevano un tappeto assai grande. Vedo la Grotta del Presepio vuota, solo l’asino si trova dietro la parete di vimini. 

Oggi sono venuti di nuovo alcuni ufficiali di Erode e li ho visti cercare il Neonato dappertutto. La permanenza in questo luo­go diventa sempre più pericolosa. Una ricca ebrea che aveva appena dato alla luce un figlio fu sottoposta a numerose angherie e maltrattamenti; Erode era inva­so sempre più dal timore di perdere il trono. Infatti due vecchi pastori avvertirono Giuseppe di essere più prudente di fronte all’incombente pericolo erodiano. Allora i no­stri si rifugiarono definitivamente nella caverna di Maraha. Li vidi attraversare la valle nella notte seguendo la debole luce di una lan­terna. 


A questo punto ebbi una magnifica visione: vidi il Santo Bambino, mentre riposava tra le braccia di Anna, circondato da un’aureola formata da sette figure di Angeli intrecciati insieme. 
Numerose altre figure indistinte, ma luminosissime, conduceva­no per il braccio Anna, Giuseppe e Maria.


91 – De lacte Sanctissimae Virginis Mariae (il miracolo del latte di Maria)


Visioni di giovedì 27 dicembre

Vidi due pastori correre nella caverna di Maraha per avverti­re la Santa Vergine di un pericolo incombente: di nuovo guardie erodiane venivano alla ricerca del suo Figliolo. Maria allora, inva­sa dal timore, consegnò il Bambino a Giuseppe, che lo avvolse subito nel suo mantello e lo portò via. Maria rimase sola e angosciata per oltre mezza giornata. Giun­ta l’ora in cui soleva allattare il Bambino, fece come tutte le buo­ne madri in queste situazioni: premette dal suo seno addolorato il latte, che fluì in un’incavatura bianca scavata nella spelonca. Maria narrò questo fatto ad vecchio pastore, venuto per con­durla dal Bambino, allora l’uomo subito tolse il latte verginale che era ancor tiepido dall’incavatura e lo portò a sua moglie che non poteva allattare il figlioletto; fece questo con la più ingenua sponaneità e profonda fede.
La buona consorte bevve il nutrimento con viva fiducia e su­bito, ricompensata per la sua fede, fu in grado di allattare il pro­prio bambino. 

Da quando avvenne questo fatto, anche la semplice pietra bianca della spelonca, su cui Maria aveva lasciato scorrere il suo latte, possedette tale facoltà. Ancor attualmente gli infedeli maomet­tani la considerano come un rimedio salutare per le madri che non possono dare latte. 

Il suolo della “Grotta del santo latte” fu sempre tenuto in grande venerazione da chi visitò i luoghi santi. I devoti pellegrini hanno l’usanza di mettere la terra di questo suolo in piccoli astucci su cui vi scrivono esteriormente: De lacte Sanctissimae Virginis Ma­riae, poi li spediscono come reliquie e santi ricordi nei paesi della Cristianità.
(continua)