La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

venerdì 22 agosto 2014


LA VITA DELLA MADONNA
 Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick

Capitolo x


127 – L’ultima Cena

Vidi la tavola a forma di ferro da cavallo, era stretta ed ab­bastanza alta, di fronte a Gesù nel centro del semicerchio era sta­to lasciato libero un posto per poter deporre le vivande. Per quanto mi posso ricordare, a capo della tavola stavano Giovanni, Giacomo il Maggiore e Giacomo il Minore, a destra di Gesù, Bartolomeo, Tommaso e Giuda l’Iscariota. 

A sinistra del Si­gnore invece vi erano Pietro, Andrea, Taddeo, al capo sinistro Simone, Matteo e Filippo. In mezzo alla tavola vidi un piatto con l’agnello pasquale, che aveva il capo ripiegato sopra alle zampe anteriori disposte in croce e le zampe posteriori distese: l’orlo del piatto era guarnito d’aglio. Vidi un piatto con dei legumi verdi ritti e serrati gli uni con­tro gli altri e un terzo piatto su cui erano dei fascetti di erbe amare simili ad erbe aromatiche; poi ancora davanti a Gesù vidi un piatto con altre erbe d’un verde giallastro e un altro con una salsa scu­ra. 

Vidi che i commensali avevano sulla tavola dei pani rotondi come piatti e si servivano di coltelli d’avorio. Dopo la preghiera il maggiordomo collocò davanti a Gesù sulla tavola il coltello, vi pose accanto una coppa di vino e riem­pì altre sei coppe posta ognuna fra due Apostoli (una coppa quindi doveva servire per due di loro).

Gesù prima benedisse il vino e lo bevve, poi tagliò l’agnello e lo suddivise tra gli Apostoli che mangiarono molto in fretta, staccando la carne dall’osso con i loro coltelli d’avorio; le ossa erano destinate a venir bruciate. Mangiarono anche aglio ed erbe verdi, che intingevano nella salsa. Fecero tutto questo stando in piedi e appoggiandosi solo leggermente allo schienale della loro seggiola. 

Gesù spezzò uno dei pani azzimi, ne ricoperse una parte e distribuì il resto. Infine venne portata un’altra coppa di vino, ma Gesù non ne bevve, e disse: “Prendete questo vino e dividetelo tra voi, perché io non ne berrò più finché non verrà il Regno di Dio.
Dopo aver bevuto, elevarono cantici solenni, poi Gesù pregò e diede altri insegnamenti. Si lavarono ancora le mani e infine si sedettero, perché come ho già detto, essi stavano in piedi. il Signore tagliò un altro agnello, che fu portato alle pie don­ne in uno dei fabbricati del cortile dove esse avevano preso posto per mangiare. 

Gli Apostoli mangiarono ancora legumi e lattuga con la salsa. Gesù era straordinariamente raccolto e sereno, così non l’ave­vo ancora mai visto; Egli esortò gli Apostoli a dimenticare tutte le loro preoccupazioni. Allora vidi la Vergine Santissima, a tavola con le donne, anche Lei profondamente serena; e quando le altre don­ne le si avvicinarono e le tiravano il velo per parlarle, Ella si vol­geva con una semplicità rara che mi commuoveva profondamen­te. 

All’inizio del banchetto Gesù s’intrattenne molto affettuosamente con i suoi Apostoli; poi si fece serio e malinconico e dopo essere stato silenzioso per alcuni minuti pronunciò queste parole: “Uno di voi mi tradirà; uno di voi, colui che ha la sua mano con la mia, nello stesso piatto”. 

Le sue parole significavano: “Uno di quelli con il quale condivido il pane”. Non designò più chiaramente chi fosse il traditore, perché “mettere la mano nello stesso piatto” era l’espressione che indica­va le relazioni più intime e amichevoli, ma intendeva anche dare un avvertimento a Giuda che in quello stesso momento metteva realmente la mano nello stesso piatto per distribuire la lattuga. Gesù disse ancora: “Il Figlio dell’uomo se ne va, come di Lui sta scritto: guai però a colui che tradirà il Figlio dell’uomo; sareb­be meglio per lui che non fosse mai nato”. Gli Apostoli erano tutti turbati e gli chiedevano l’uno dopo l’altro: “Signore, sono forse io?”.

128 – Gesù incontra la Santa Madre nel vestibolo del Cenacolo

Vidi Gesù istruire gli Apostoli sul modo in cui dovevano con­servare fino alla fine del mondo il mistero del Santo Sacramento in sua memoria. Egli insegnò quali fossero le forme essenziali per farne uso e in qual modo dovessero, per gradi, insegnare e ren­dere pubblico questo mistero; indicò loro quando e come dovevano mangiare il resto delle specie consacrate e quando distribuire il Santissimo Sacramento alla Santa Vergine. 

Parlò loro poi del sacerdozio, della sacra Unzione, della pre­parazione del Sacro Crisma e degli Oli Santi. C’erano là tre scatole, delle quali due contenevano una miscela d’olio e di balsamo, e c’era anche del cotone accanto al calice. 

Insegnò loro parecchi misteri su quest’argomento: disse come si doveva preparare il sacro Crisma, a quali parti del corpo si dove­va applicarlo, e in quali occasioni. Mi rammento, fra l’altro, che il Signore parlò delle diverse unzioni, particolarmente di quella dei re, anche di quelli ingiusti; disse che quando costoro erano consa­crati ricevevano una forza interiore e misteriosa che non è concessa agli altri mortali. 

Mise unguento e olio nella scatola vuota e ne fece una miscela: non so se fu in quel momento o se fu alla consacrazione del pane che benedì l’olio. 

Vidi Gesù ungere Pietro e Giovanni. Poi impose loro le mani, prima sulle spalle e poi sulla testa. Essi si inginocchiarono e Gesù unse loro il pollice e l’indice di tutte e due le mani, e segnò sul capo di ciascuno una croce col Crisma, dicendo che quel segno sa­rebbe rimasto “fino alla fine del mondo”. 

Anche Giacomo il Minore, Andrea, Giacomo Maggiore e Bartolomeo furono consacrati. 

Vidi ancora che Gesù dispose sul petto di Pietro una specie di stola disposta in forma di croce, agli altri invece la stola fu messa sulla spalla destra. 

Durante l’Unzione notai che il Redentore comunicava agli Apostoli uno speciale potere, che non so precisare. Disse loro in­fatti che dopo la venuta dello Spirito Santo avrebbero potuto 
consa­crare il pane e il vino; oltre a ciò, avrebbero potuto anche dar l’Unzione agli altri. Il modo differente con cui il Salvatore aveva imposto la stola agli Apostoli, sembrava indicasse diversi gradi di consacrazione. Gesù confidò a Pietro e a Giovanni diversi segreti, che essi dove­vano poi manifestare agli altri Apostoli che a loro volta dovevano trasmetterli ai discepoli e alle pie donne. Mi fu mostrato che, nel giorno della Pentecoste, prima del grande battesimo, Pietro e Gio­vanni imposero le mani agli altri Apostoli e otto giorni più tardi le imposero anche a parecchi discepoli.

Giovanni, dopo la Risur­rezione di Cristo, somministrò per la prima volta il Santissimo 
Sa­cramento alla Madonna, circostanza che fu celebrata per sempre dagli Apostoli. Vidi quindi Gesù tenere una particolare conversazione con l’Apostolo prediletto: gli predisse che sarebbe vissuto più a lungo degli altri; gli parlò anche di sette chiese, di corone, di Angeli e gli fece conoscere alcune figure di significato profondo e misterio­so le quali designavano, come suppongo, determinate epoche. 

Alluse anche al traditore, e precisò quanto Giuda andava facendo. Pietro e Giovanni deposero il Santissimo Sacramento nell’an­golo più remoto del Cenacolo, che fu inoltre separato dal resto della sala mediante una cortina: fu così sistemato il santuario di cui Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo ebbero sempre cura durante l’assenza degli Apostoli. Sotto il vestibolo del Cenacolo, Gesù incontrò la sua diletta Madre con Maria, figlia di Cleofa, e Maddalena. Le pie donne Lo pregarono di non andare all’Orto degli Ulivi poiché si vociferava che Lo volessero arrestare, ma il Salvatore dopo averle consolate si diresse con gli Apostoli proprio verso il monte degli Ulivi.
(continua)