La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

martedì 5 agosto 2014


LA VITA DELLA MADONNA
 Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick


96 – Notizie sul viaggio di ritorno dei Santi Magi e la morte di Simeone

Sulla riva di un fiume vidi i Santi Magi che celebravano una cerimonia religiosa. In quel luogo vi era una grande casa circon­data da altre più piccole. Il primo tratto del viaggio fu percorso rapidamente dalle carovane dei Magi, poi si mossero più lenta­mente. Mi parve di vedere alla guida delle carovane un fanciullo vestito di luce raggiante; parlava talvolta con i Magi. 

Li vedo lasciare a destra un paese che mi viene indicato con due lettere: “Ur”.

3 gennaio. La morte di Simeone

Simeone aveva tre figli, il maggiore aveva circa quarant’anni ed il minore venti. Ambedue servivano nel tempio e si mantenne­ro sempre amici sinceri di Gesù e dei suoi discepoli; furono suoi seguaci fin dopo l’Ascensione al cielo. 

Uno di essi preparò a Gesù ed ai discepoli l’agnello dell’ultima Pasqua. Quando Gesù fu chiamato al Cielo e scoppiò la prima persecu­zione contro i Cristiani, vidi i figli, oppure i nipoti di Simeone, impegnarsi in favore dei seguaci del Redentore. 

L’anziano sacerdote era unito da legami di parentela con il padre di Serapia (poi chiamata Veronica) e, per mezzo di quest’ultimo, era in parentela anche con Zaccaria. 

Quando San Simeone, dopo la profezia su Gesù, ritornò alla propria abitazione, si am­malò. Nonostante fosse afflitto dalla malattia si intrattenne a lun­go in gioia estatica a discorrere con la moglie ed i figli. Durante la notte, vidi le ultime ore della sua vita su questa terra. 
Dopo aver fatto le ultime raccomandazioni alla moglie ed ai figli, il vecchio sacerdote si mise a parlare del Santo Bambino, Sal­vatore d’Israele, e di tutto quello che l’Angelo gli aveva annun­ciato. 
Il suo aspetto irradiava splendore e grave allegrezza. 

Lo vidi morire tranquillo nelle braccia della sua famiglia che si rassegnava a tanto necessario dolore. 
Un’aureola di luce circondava il let­to di San Simeone nel momento del suo trapasso; numerosi sacer­doti ebrei che pregavano vicino al suo capezzale ne furono illu­minati. Quando spirò, il suo corpo venne trasportato in una stanza vicina e collocato su di un’asse traforata, lo si ricoprì di un pan­no, sotto il quale fu lavato con panni bagnati. In tal modo il corpo veniva lavato senza che mostrasse le sue nudità. L’acqua, scorrendo attraverso i fori dell’asse, finiva in un sottoposto bacino di rame. 

Finita tale operazione, ricoprirono il suo corpo di grandi fo­glie verdi e lo circondarono di fuscelli di erbe, poi l’avvolsero come un fanciullo in un lenzuolo che gli strinsero intorno al corpo con delle bende. 
Alla sera Simeone fu sepolto. 
Alcune persone munite di fiac­cole portavano la bara, un po’ diversa da quelle nostre. Vidi il cor­teo funebre muoversi in modo più spedito di come facciamo noi. Il sepolcro che doveva accogliere il corpo di San Simeone era posto non lontano dal tempio, consisteva in una nicchia scavata nel centro di un piccolo rialzo di terra in cui la porta era praticata trasversalmente. La parete interna era costruita in un modo parti­colare, e sebbene più rudimentale, aveva qualcosa di simile con le pareti ruvide che ho veduto nel primo chiostro di San Benedetto. Le pietre della parete erano di vario colore e simili a quelle della cella che Maria Santissima aveva abitato nel tempio. 
Il sepolcro era molto piccolo. In occasione di queste cerimonie funebri solitamente si offriva al corpo mortale alcune monete, pie­truzze ed anche cibi preparati.

97 – Arrivo della Santa Famiglia da Anna

La Santa Famiglia giunse di sera a casa di Anna nei pressi della valle di Zabulon. Si celebrò una piccola festa di famiglia. Sul tavolo ardeva una lampada. Vidi il marito di Anna che si occu­pava degli ospiti. Maria Heli era assente. Poiché Giuseppe e Ma­ria intendevano fermarsi per qualche tempo, tolsero il carico all’asi­no. Tutti furono felici di vedere il Santo Bambino, ma la loro gioia era silenziosa perché proveniente dalle profondità del cuore. 
Mai ho veduto questa gente abbandonarsi troppo all’impeto di un sentimento emozionale, qualunque esso fosse. Vidi poi un piccolo banchetto cui parteciparono anche alcuni sacerdoti. Fra le donne che mangiavano in una stanza separata riconosco Maria Heli e sua figlia Maria di Cleofa; poi vidi un’altra donna che abitava nel paese di Elisabetta e l’ancella di Maria, quella che era alla grotta di Betlemme. 

Oggi ho visto partire Giuseppe con Maria, il Santo Bambino e l’ancella alla volta della dimora di Nazareth, portavano con loro due asini carichi.


Il giardino di Sant’Anna; 
riflessioni personali della Veggente

Oggi, mentre pregavo, mi trovai assorta in uno stato di estasi profonda e mi vidi in spirito presso una giovane coppia afflitta da una grave malattia mortale; se fossero morti avrebbero lasciato sola la vecchia madre senza alcun sostegno. 
Conoscevo questa famiglia, da molto tempo non ne avevo più notizie. Siccome nei casi dolorosi invoco sempre l’aiuto di Sant’An­na, mi vidi nella sua casa e potei contemplare il giardino con gli alberi carichi di pere, di prugne e di altra frutta. 

Nonostante la stagione fosse rigidissima, colsi la frutta ab­bondante e meravigliosa e la portai ai due giovani sposi, i quali subito la gustarono e guarirono. Dopo diedi il resto di quella frutta a molte persone che conoscevo e ad altre che mi erano ancora sco­nosciute; tutti ne furono assai confortati. 
Probabilmente questo è il simbolo delle grazie che si ricevo­no attraverso l’intercessione di Sant’Anna. 

Forse fui condotta nel giardino della Santa Madre di Maria per cogliere la frutta delle sue grazie perché ella è la protettrice dei casi dolorosi. 

Nel suo giardino si coglie la frutta della salvezza e di ogni verità. Quando colgo la frutta nei giardini dei Santi comprendo che a queste grazie sono anche aggiunte le sofferenze.


98 – Sulla stagione in Palestina

Quando la Veggente fu interrogata dal “pellegrino” intorno alla sta­gione in Palestina, così rispose:
“Vedo spesso pioggia e nebbia, talvolta anche la neve, che presto si dilegua. Vedo pure alberi senza foglie carichi di frutta. Qui si miete già quando da noi è appena primavera. Durante l’inverno vedo gli uomini camminare avvolti in ampi mantelli che ricoprono anche la testa.”

6 gennaio

Maria si è recata in visita a sua madre verso mezzogiorno. Vedo Anna che ha tra le braccia il Santo Bambino. Verso sera la Santa Vergine si prepara per il ritorno a casa; la via che Maria si appresta a percorrere è assai amena e lunga circa mezz'ora di cammino attraverso una zona collinare e verdi prati. 

Frattanto Anna ha mandato alcuni domestici a Nazareth con altri viveri per Giuseppe e Maria. 

Oh! Com’è commovente tutto quello che avviene nella Santa Famiglia! Maria è una tenera madre per il Bambino Divino e una fedele ancella per Giuseppe, a sua volta quest’ultimo è il più 
affe­zionato amico e il più umile servo della Vergine. Con quanto affetto la Madonna stringe in grembo il Santo Pargoletto! A questa visione l’animo di molta gente mi pare duro e orribile.

99 – Preghiera e purificazione
 della Santa Vergine Maria

Il simbolismo della festa della purificazione di Maria Santissi­ma mi appare assai difficile da spiegare. Quando contemplo la Chiesa Cattolica la vedo come un gran­de tempio trasparente in cui si celebra una grande solennità. Il tempio ondeggia sulla terra come se fosse sul mare ed è pieno di Cori angelici che circondano festosi la Santissima Trinità. 
Mentre continuo a vedere il simbolo della Santa Trinità sento la presenza di Gesù che mi consola. 

Vedo l’Incarnazione del bam­bino Gesù tenuto unito al tempio trasparente da un raggio di luce. Al centro del tempio vedo apparire un altare che non è esattamente come quelli che abbiamo nelle nostre chiese. Su questo c’è un piccolo albero dalle larghe foglie, simile a quello del peccato originale nel paradiso terrestre. Quando la Vergine appare dinanzi all’altare con il Santo Bam­bino tra le braccia, l’albero dalle larghe foglie si china ed inaridisce. 

Vedo poi un Angelo d’alta statura, ornato di sacri ornamenti e con il capo circondato da una corona, il quale si avvicina a Maria Santissima e ricevendo Gesù tra le braccia lo depone subito sull’altare.
In questo stesso istante il Fanciullo
 dispare nella Santa Trinità. 

Allora l’Angelo porge alla divina Madre un globo rilucente su cui vi è l’immagine del Santo Bambino avvolto in fasce. Con il globo lucente tra le mani, Maria si dirige sull’altare librandosi nel­l’aria. 

Subito dopo vedo giungere da ogni parte poverelli che con­segnano alla Vergine dei ceri accesi. Ella, a sua volta, li passa al Bambino assiso sul globo lucente. I numerosi lumi diffondono un’aureola di luce magnifica e intensa intorno a Maria e al Santo Bambino. È una cerimonia solenne e ricca di splendore. La Vergine Santissima ha un ampio mantello che scende in larghe pieghe al suolo. 

Io credo che l’inaridirsi dell’albero della scienza di fronte all’apparizione di Maria, e la trasformazione del Santo Fanciullo of­ferto sull’altare della Santissima Trinità, simbolizzino la pace e la nuova Alleanza fra l’uomo e Dio. 
L’offerta dei ceri da parte dei poveri alla Madre divina, e da Lei consegnati a Gesù affinché illumini il mondo, simbolizzano la consacrazione dei poveri all’illuminazione del mondo e l’interces­sione della Vergine presso suo Figlio. Vedo infine le fiammelle divenire una sola fiamma che ri­schiara l’universo.
(continua)