La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

lunedì 29 settembre 2014


LA VITA DELLA MADONNA
 Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick

 
Capitolo X

144 – La deposizione dalla Croce e la sepoltura del Santo Corpo di Cristo


La Santa Vergine si sedette al suolo sopra una coperta, col ginocchio destro un po’ rialzato ed il dorso appoggiato al­cuni mantelli arrotolati assieme. 

Il sacro Capo di Gesù era ap­poggiato sul ginocchio di Maria e il Corpo era steso sopra un lenzuolo.

Ella teneva per l’ultima volta tra le sue braccia il Corpo del Figlio amatissimo al quale, durante il lungo martirio, non aveva potuto dare alcuna testimonianza d’amore. Adesso Ella constatava da vicino l’orribile modo con cui questo Corpo era stato sfigura­to, ne contemplava da vicino le ferite, copriva di baci le gote in­sanguinate, mentre Maddalena posava il suo volto sui piedi di Gesù. 

Gli uomini intanto si erano ritirati in una piccola insenatura a nord-ovest del Calvario per prepararvi gli oggetti necessari all’imbalsamazione. 

Cassio, con qualche soldato convertito, stava a rispettosa distanza. 

Tutti i malintenzionati erano ritornati in città ed i soldati presenti garantivano soltanto una sicurezza per impe­dire che non venissero turbati gli estremi onori prodigati a Gesù. Vidi alcuni di loro prestare addirittura umile e rispettoso aiuto quando veniva richiesto. Le pie donne porgevano i vasi, le spugne, i lini, gli unguenti e gli aromi, e tutto quanto era necessario e poi stavano attente a poca distanza.

C’erano fra loro Maria di Cleofa, Salomè e 
Veroni­ca. Maddalena stava sempre accanto a Gesù; Maria Heli, stava seduta e guardava. Giovanni aiutava continuamente la Madonna, serviva da messaggero fra gli uomini e le donne e prestava a tut­ti assistenza. Si era pensato a tutto: le donne avevano accanto a sé delle otri e un vaso pieno d’acqua collocato sopra un fuoco a carbone. Usavano spugne e dei piumini. 

La Santa Vergine dimo­strava nel suo inesprimibile dolore un coraggio ammirabile. Ella fu conscia di non poter lasciare il Corpo di suo Figlio in quello stato, perciò incominciò a lavarlo e cercò di cancellare le tracce delle offese che aveva subito. 
Tolse la corona di spine con la più grande delicatezza, aprendola dal lato posteriore del capo e senza rimuoverle, tagliò ad una, ad una le spine infisse per non allargarne le piaghe; infine posò la corona a terra accanto ai chio­di. 
Allora l’Addolorata, con una specie di tenaglia arrotondata, tolse le spine che erano rimaste nelle ferite e le mostrò tristemente ai fedeli discepoli e alle pie donne. Anche queste spine 
vennero ri­poste accanto alla corona; 
qualcuna fu conservata a parte. 

Vidi la Santa Vergine lavare il capo insanguinato ed il volto di Gesù, infine passò la spugna bagnata sulla capigliatura per to­glierne il sangue raggrumato. Via, via che Ella detergeva quel corpo, si mostravano nei particolari le orribili crudeltà esercitate su Gesù; da una ferita all’altra aumentavano la compassione e la te­nerezza per tante crudeli sofferenze. La Santa Vergine lavò le pia­ghe del capo, il sangue che riempiva gli occhi, le narici e gli orec­chi con una spugna e un piccolo lino steso sulle dita della mano destra, allo steso modo pulì la bocca semiaperta, la lingua, i denti e le labbra. Ella suddivise la capigliatura di suo Figlio in tre parti, una parte per ogni tempia e l’altra dietro il capo e, quand’ebbe sgrovigliati i capelli davanti e li ebbe resi lucidi e lisci, li fece pas­sare dietro agli orecchi. 

Quando infine il capo fu ripulito lo velò, dopo aver baciato il Figlio sulle guance. Si occupò infine del collo, delle spalle, del petto, del dorso, delle braccia e delle sue mani straziate. Maria Santissima lavò e ripulì quindi tutte le numerose e tre­mende Piaghe, ad una, ad una. 

Al lato sinistro del petto si trova­va una piccola Piaga, da cui era uscita la punta della lancia di Cassio, e al lato destro si apriva la larga ferita dov’era entrata la lancia che aveva attraversato il cuore da parte a parte. Maddalena in ginocchio, aiutava la Madonna come poteva, ma senza lasciare i piedi di Gesù che ella bagnava per l’ultima volta di lacrime abbondanti ed asciugava con la sua capigliatura. Il capo, il petto ed i piedi del Salvatore erano stati lavati, il Santissimo Corpo, che aveva assunto un color bianco bluastro, come dissanguato al suo interno, riposava sulle ginocchia di Ma­ria, la quale copri con un velo tutte le parti lavate e si occupò di passare di nuovo il balsamo su tutte le ferite. 

Le sante donne, in ginocchio davanti a Lei, le presentavano di volta in volta una scatola da cui Ella prendeva fra il pollice e l’in­dice un balsamo prezioso con cui ungeva le ferite di Gesù. Maria unse con questo balsamo anche la capigliatura, poi prese nella sua mano sinistra le mani di Gesù e le baciò con rispetto; riempì con questo unguento i larghi buchi prodotti dai chiodi, come riempì gli orecchi, le narici e la piaga del costato. 

Maddalena asciugava ed imbalsamava i piedi di Gesù e poi li bagnava anco­ra col pianto e vi appoggiava sopra, spesso, il volto. L’acqua che aveva usato la Vergine per pulire le Sante Spo­glie di suo Figlio non veniva gettata via, ma raccolta in otri di cuoio dove venivano spremute anche le spugne. Quando la Santa Vergine imbalsamò tutte le ferite, avvolse il sacro Capo nei lini, ma non copri ancora il volto; chiuse gli occhi semiaperti di Gesù e vi lasciò riposare sopra per qualche tempo la sua mano, poi chiuse anche la bocca e baciò il Santo Corpo del Figlio, lasciando cadere il suo viso su quello di Gesù. Maddalena, per sommo rispetto, non toccò col suo volto il viso di Gesù, ma si contentò di appoggiarlo sui piedi del Salvatore.

Giuseppe e Nicodemo intanto aspettavano già da qualche tem­po; allora Giovanni si avvicinò alla Vergine per pregarla di sepa­rarsi dalle Sante Spoglie di suo Figlio per poter finire di 
imbalsa­marlo, perché il sabato era prossimo. 

Vidi Maria abbracciare an­cora una volta quel Santo Corpo e staccarsene con profonda commozione. Allora gli uomini lo tolsero dal grembo di sua 
ma­dre, sul sudano dove era stato deposto, per portarlo a qualche distanza. 

Maria, col capo velato immersa nel dolore, cadde fra le braccia delle pie donne.

Maddalena, come se si fosse voluto deru­barla del suo amato, si precipitò qualche passo avanti a braccia tese, poi ritornò verso la Vergine Santissima. Il Santo Corpo venne portato in un punto più basso della cima del Golgota, luogo in cui i fedeli avevano disposto ogni cosa per l’imbalsamazione. Vidi anzitutto un lino lavorato a maglia, mi rammentò la grande tenda ricamata che vien sospesa tra il coro e la navata in tem­po di Quaresima. 

Quando nella mia infanzia vedevo questa ten­da sospesa, immaginavo sempre che fosse il lino che avevo visto utilizzare per la sepoltura di Gesù. Questo lino era lavorato in modo da lasciar colare l’acqua. Il Corpo del Salvatore venne quindi collocato su questa stoffa e poi alcuni fedeli distesero l’altro sudano sopra di Lui. 

Vidi Nicodemo e Giuseppe inginocchiarsi vicino al Santo Cor­po e, al di sotto della coperta, togliere il lino col quale avevano cinto le reni di Gesù per la discesa dalla Croce, poi gli tolsero anche la cintura di Jonadah, che gli copriva il basso ventre. Passarono poi delle spugne sotto il lenzuolo e lavarono la parte inferiore del corpo così nascosta ai loro sguardi, dopo di che lo sollevarono con l’aiuto dei lini collocati di traverso sotto le reni e sotto le ginocchia, lasciandolo sempre coperto dello stesso len­zuolo. Continuarono a lavarlo così finché le spugne pressate non diedero che acqua limpida e chiara. Infine versarono acqua di mirra su tutto il Corpo e, maneggiandolo con rispetto, gli fecero riprendere tutta la sua lunghezza, perché era rimasto nella posizione in cui era morto sulla Croce, con le reni e le ginocchia cur­vate.

Collocarono poi sotto le sue anche un lino largo un braccio e lungo tre, lo riempirono di pacchetti d’erbe e cosparsero il tutto con una polvere che Nicodemo aveva portato con sé. Quindi avvilupparono la parte inferiore del Santo Corpo e assicurarono il lenzuolo che avevano steso sopra. Fatto questo, unsero le ferite delle anche e le cosparsero di erbe aromatiche, poi avvolsero per tutta la lunghezza anche le gambe con pacchi di queste erbe. Quando tutto fu finito, Giovan­ni ricondusse Maria e le altre pie donne accanto alla Santa Salma. 

Vidi la Madonna inginocchiarsi accanto al Santo Volto di Gesù e posarvi sopra un lino finissimo che aveva ricevuto dalla moglie di Pilato. Ella collocò, aiutata dalle pie donne, alle spalle e alle guance del Santo Corpo dei pacchetti di erbe, di aromi e di pol­vere odorosa, infine gli dispose strettamente questo lino intorno al capo e alle spalle, mentre Maddalena versò un flacone di balsamo nella piaga del costato; le pie donne disposero ancora delle erbe intorno alle mani e ai piedi di Gesù. 

Allora gli uomini colmarono ancora di balsamo gli incavi delle ascelle e del petto, e, dopo aver­gli incrociato sul petto le braccia irrigidite, strinsero il sudario tut­t’attorno al Corpo, come si fascia un bimbo. Poi, dopo aver fissa­to sotto l’ascella di un braccio una larga benda, la fecero girare intorno a tutto il Corpo di Gesù e al Capo. Infine la sacra Salma fu collocata nel grande sudario, lungo sei braccia, che aveva comprato Giuseppe d’Arimatea. 

Mentre tutti circondavano il Corpo di Gesù Cristo e si inginoc­chiavano per rendergli gli estremi omaggi, un commovente miraco­lo si manifestò dinanzi ai loro occhi: attraverso le bende in cui era avviluppato, apparve il Corpo sacratissimo di Gesù di colore ros­so-bruno con tutte le sue Piaghe. Come se il Salvatore avesse vo­luto ricompensare le loro cure e il loro amore lasciando ancora una volta la sua immagine. 
Vidi tutte queste persone baciare con estre­ma riverenza e rispetto la meravigliosa 
impronta del Santo Corpo. 
La loro meraviglia fu ancor più grande quando videro che an­che il lenzuolo superiore aveva ricevuto la miracolosa impressione. Inoltre la parte del lenzuolo sul quale il Santo Corpo era stato 
co­ricato aveva ricevuto l’impronta del dorso del Redentore. Non era l’impronta di ferite sanguinanti, poiché tutto il Corpo era stato av­volto e coperto in modo abbondante di aromi, ma era un ritratto soprannaturale, una testimonianza della divinità creatrice del Cor­po sacratissimo di Gesù Cristo. 

Gli uomini collocarono le sacre Spoglie sopra una barella di cuoio, che ricoprirono con una coperta bruna, e vi adattarono alle estremità due lunghi bastoni per trasportarla. Nicodemo e Giuseppe portarono sulle spalle le stanghe ante­riori, Abenadar e Giovanni quelle posteriori. Seguivano: la Santa Vergine, Maria Heli, Maddalena e Maria di Cleofa e poi le donne che erano state sedute a qualche distanza: Veronica, Giovanna Cusa, Maria madre di Marco, Salomè, Salomè di Gerusalemme, Susanna e Anna, e i nipoti di San Giuseppe. 
Cassio e i soldati chiudevano il triste corteo. 

Le altre donne, come Maroni di Naim, Dma la samaritana e Mara la sufanita, erano rimaste a Betania con Marta e Lazzaro. Due soldati romani con le fiaccole illuminavano il triste corteo per segnare la via del sepolcro. Procedettero così per circa sette minuti dirigendosi attraverso la valle, verso il giardino di Giuseppe d’Arimatea, cantando dei Salmi intonati ad un’aria dolce e malinconica. 

Sopra un’altura, dall’altra parte, vidi Giacomo il Minore che subito se ne ritornò per comunicare quanto aveva visto agli altri discepoli nascosti nelle caverne. Il giardino di Giuseppe d’Arimatea era di forma irregolare, la roccia dove si trovava il sepolcro era circondata da una siepe verdeggiante. Qualche palma si vedeva davanti all’ingresso del giardino e davanti alla tomba situata all’angolo destro. La maggior parte della vegetazione del giardino consisteva in cespugli, in fiori e in erbe aromatiche. Quando il corteo giunse davanti al sepolcro, levarono la coperta bruna dalla barella e ne tolsero la Santa Salma. Nicodemo e Giuseppe portarono le due estremità della tavola e Giovanni ed Abenadar quelle del lenzuolo. 

La grotta, scavata di recente, era stata ben pulita dai servi di Nicodemo che vi avevano poi bruciato profumi. L’interno era pu­lito e abbastanza presentabile, in alto, alla parete, vi era perfino scolpito un ornamento. Nel letto destinato a ricevere il Santo Cor­po vi era stata scavata rudimentalmente la forma di un cadavere avvolto nel sudario, formandovi una piccola elevazione alla testa e ai piedi. Le pie donne si sedettero di fronte all’ingresso della grotta. I quattro uomini vi portarono dentro il Corpo del Signore, colmaro­no ancora di erbe aromatiche il letto e vi stesero sopra un lino che, ai due lati, oltrepassava il letto, infine vi distesero il Santo Corpo. 

Con lacrime e baci gli attestarono per l’ultima volta il loro amore e uscirono dalla grotta. Subito dopo vi entrò la Santa Vergine e si sedette dal lato della testa chinandosi a piangere sul Corpo del Figlio. Appena Ella uscì dal Santo Sepolcro, vi si precipitò Maddale­na che gettò sopra il Corpo di Gesù fiori e fronde raccolti nel giar­dino, poi congiunse le mani e baciò in lacrime i piedi del Signo­re. 

Infine, siccome gli uomini dovevano chiudere la tomba, ritor­nò accanto alle altre donne. Tutto quello che si svolse all’interno della grotta avvenne alla luce delle fiaccole. Durante la sepoltura vidi, nei pressi del giardi­no e del Calvario, errare parecchi uomini dall’aria triste e spaven­tata. 
Credo fossero i discepoli di Gesù andati dispersi.
(continua)