La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

martedì 7 ottobre 2014




LA VITA DELLA MADONNA
 Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick

 
Capitolo X

145 – La Santa Vergine bussa alla porta del Cenacolo Intervento Divino a favore di Giuseppe d’Arimatea


Il sabato stava per incominciare, Nicodemo e Giuseppe rientra­rono a Gerusalemme attraverso una porticina vicina al giardino del Cenacolo praticata nel muro della città. Essi dissero alla Vergine, a Maddalena, a Giovanni e a qualcuna delle pie donne che ritorna­vano al Calvario per pregare, che questa porta sarebbe stata loro aperta, come quella del Cenacolo, ogni qualvolta vi avessero bussa­to. Maria Heli ritornò in città con Maria madre di Marco e con altre pie donne. I servi di Nicodemo e di Giuseppe si recarono al Calvario per raccogliervi gli oggetti che vi avevano lasciato. 


Vidi poi la Madonna e le sue compagne che ritornavano dal Calvario, dove avevano pianto e pregato: esse scorsero alcuni sol­dati con delle torce e subito si ritirarono ai due lati della via, fin­ché questi furono passati. Quegli uomini andavano verso il Calva­rio, probabilmente per togliere le croci e nasconderle prima del sabato. Quando furono passati, le pie donne continuarono il loro cammino verso la porticina del giardino. 

Giuseppe e Nicodemo avevano incontrato in città Pietro, Gia­como Maggiore e Giacomo Minore. Tutti piangevano e soprattutto Pietro era in preda al violento dolore della colpa; li abbracciò, si accusò di non essere stato presente alla morte del Salvatore e li ringraziò per la sepoltura. Fu convenuto che quando avessero bussato, sarebbe stata loro aperta la porta del Cenacolo e se ne andarono a cercare altri di­scepoli dispersi in altri luoghi. 

Vidi la Santissima Vergine, accompagnata dalle pie donne, visi­tare con religioso rispetto il tempio. Maria indicò loro il luogo della sua presentazione, quello dov’era stata istruita, dove aveva sposa­to San Giuseppe e dove aveva presentato Gesù, quando Anna e Simeone avevano profetizzato. 

A quest’ultimo ricordo Ella pianse amaramente perché la profezia si era compiuta e la spada aveva proprio attraversato la sua anima. Ella mostrò ancora il luogo dove aveva trovato Gesù fanciul­lo, insegnante nel tempio, e baciò rispettosamente il pulpito. Si soffermarono ancora vicino alla bussola dove la vedova aveva get­tato il suo denaro e sul luogo dove Gesù aveva perdonato al­l’adultera. Quando ebbero così reso l’omaggio dei loro ricordi in tutti i luoghi santificati dalla presenza di Gesù, versando lacrime ed elevando preghiere, ritornarono a Sion. 


Vidi Maria Santissima, separarsi dal tempio desolato e solita­rio con profonda tristezza, si ricordò che Gesù aveva pianto in quel tempio e aveva detto: “Abbattete questo tempio, e io lo ricostruirò in tre giorni”. Ella pensò che i nemici di suo Figlio avevano distrutto il tem­pio del suo Santo Corpo e rimase in ansiosa attesa del terzo gior­no in cui la parola della Verità eterna àvrebbe trovato compimento. Ritornate al Cenacolo, vidi la Santa Vergine e le sue compa­gne bussare ed entrarvi; anche Abenadar vi fu introdotto, e a poco a poco, la maggior parte degli Apostoli e dei discepoli vi si trovò riunita. Le pie donne si ritirarono nel lato dove si trovava la Vergi­ne. Tutti presero un po’ di cibo e si intrattennero ancora pochi minuti a raccontare qualcosa, poi furono intenti a celebrare il sa­bato. Tutti erano abbattuti e tristi. 

La più grande calma regnava nella casa; le porte erano chiuse. Nessuno poteva inquietarli per­ché questa casa apparteneva a Nicodemo che l’aveva presa in af­fitto per il banchetto pasquale. 

Vidi Maria Santissima pregare con le pie donne rimaste riunite nella gran sala illuminata da una sola lanterna, le porte erano chiuse e le finestre velate. pregavano in disparte, coprendo il capo con i veli da lutto e sedendosi sulla cenere in segno di dolore, alcune volte pregava­no col viso rivolto contro il muro. Le vidi poi riunite intorno alla Madonna in dolorosa contemplazione. 


Tutto continuò così fino a sera. Quando il mio pensiero si univa a quello della Madre di Dio, vedevo il santo Sepolcro e, attraverso le porte del medesimo, il Corpo del Signore e il modo in cui era stato deposto. Lo vidi cir­condato da un’aureola luminosa, e aveva accanto a Lui due An­geli in perenne adorazione. 

Quando calò la sera, vidi giungere da Betania Lazzaro, la ve­dova di Naim, la samaritana e Maria la sufanita, si narrò nuovamente l’accaduto e si pianse ancora. 


Sulla via del ritorno dal Cenacolo, nel quartiere di Sion a poca distanza dal tribunale, Giuseppe d’Arimatea venne arrestato im­provvisamente da soldati pagani. Caifa aveva progettato dì farlo morire di fame senza che nessuno ne sapesse nulla.

Vidi Giuseppe in prigione; mentre era assorto in preghiera, il carcere fu inondato di luce e una voce lo chiamò per nome, allo­ra il tetto si sollevò e attraverso l’apertura una forma luminosa la­sciò pendere un lenzuolo, simile al sudano in cui egli aveva se­polto Gesù. Giuseppe si arrampicò al lenzuolo miracoloso e si dile­guò verso il Cenacolo. L’apertura nel tetto si rinchiuse e la luce disparve. Non vidi se fu il Salvatore stesso a liberarlo oppure un Angelo.Quando Giuseppe entrò nel Cenacolo fu accolto da una gran­de folla, come quando più tardi San Pietro fu liberato dalla pri­gione. Giuseppe fu rifocillato e tutti ringraziarono Dio. Lasciò Gerusalemme nella notte stessa e fuggi nella sua patria, Arimatea. Ritornò in questa città solo quando cessò ogni pericolo. Frattanto vidi Caifa ed altri sacerdoti intrattenersi con Nico­demo parlandogli con finta benevolenza; quando quest’ultimo ri­mase fermo nella sua fede e difese costantemente l’innocenza di Gesù, essi si ritirarono.



146 – L’Apparizione della Signora vestita di luce nella casa di Jonadab Maria Santissima, Regina degli Angeli

Quando la Santissima Vergine, nella sua angoscia, aveva rivol­to a Dio l’ardente preghiera affinché risparmiasse a Gesù la ver­gogna di essere esposto nudo sulla croce, vidi quella preghiera subito esaudita dal nipote Jonadab. Spinto da un comando Divi­no, usci dal tempio e corse attraverso la città verso il Calvario per venire in aiuto a Gesù. La Vergine, profondamente grata per la compassione mostrata da Jonadab, implorò su di lui e sulla sua casa la benedizione di Dio; infatti la famiglia di Jonadab, che era ammalata, guarì miracolosamente grazie all’intervento divino per mezzo di una Signora maestosa vestita di luce e circondata dagli Angeli. Io stessa vidi quest’apparizione. Da allora Jonadab fu illuminato dalla fede in Cristo e si unì alla comunità cristiana. Per le anime contemplative e ben predisposte è naturale ve­dere la Regina del Cielo circondata dagli Angeli.


147 – Maria incontra suo Figlio la sera prima della Risurrezione

Quando il sabato si concluse, Giovanni andò nella sala delle pie donne e pianse con loro, poi le lasciò; anche Pietro e Giacomo il Minore sopraggiunsero, ma non rimasero molto con loro, se ne andarono dopo aver cercato di consolarle. 
Maria frattanto pregava solitaria, presa dal desiderio 
di vedere Gesù. 
Le comparve allora un Angelo e La invitò a recarsi alla porticina di Nicodemo per­ché il Signore era vicino. 

Col cuore palpitante di gioia, la Madre del Salvatore si avvolse nel suo mantello e uscì senza far parola con alcuno. Erano circa le ventuno, la Santa Vergine, prossima alla por­ticina, si fermò in un luogo solitario e guardò in alto sopra le mura della città: vide allora scendere dal cielo in un fascio luminoso, l’anima del Salvatore, era senza traccia alcuna di ferite e accom­pagnata da numerose anime dei Patriarchi. 

Gesù si volse ad esse indicando la Madonna, poi disse: “Ma­ria, Madre mia”. Mi parve che il Salvatore abbracciasse per un istante sua Madre, subito dopo il fascio luminoso scomparve con tutte le anime. Allora la Madre di Dio cadde in ginocchio e baciò la terra dove Egli era apparso.

Così Maria ritornò piena di consolazione dalle pie donne, che trovò occupate a preparare unguenti ed aromi; non disse quello che aveva visto. Le sue forze si erano rinnovate e potè consolare le altre fortificandole nella fede. Le pie donne stavano accanto ad una lunga tavola sulla qua­le erano disposti mucchi di erbe che esse disponevano e mescolava­no in diversi modi; vidi numerosi flaconi di balsamo e di nardo, fiori freschi e altro. Esse avvolgevano tutto in lini freschi, perché volevano servirsene il giorno seguente per coprire il Santo Corpo di Cristo.

148 – La notte della Risurrezione: Maria Santissima incontra Gesù al Calvario

Appena le pie donne finirono di preparare gli aromi, si ritira­rono nelle loro celle senza addormentarsi; volevano recarsi al Se­polcro prima dell’alba. Esse avevano ripetutamente manifestato il timore di essere assalite dai nemici di Gesù quando fossero usci­te, ma vennero rassicurate dalla Santissima Vergine che era stata a sua volta rafforzata ed ispirata dalla visione di Gesù.


Erano quasi le undici di notte quando la Madonna, spinta dall’amore e da un desiderio irresistibile, si alzò, si avvolse in un mantello grigio, e sola si allontanò dalla casa. Si diresse prima al palazzo di Caifa, poi a quello di Pilato. Per far questo dovette attraversare una gran parte della città, così si trovò a percorrere le vie deserte della Via Crucis, fermandosi ad ogni punto dove il Salvatore aveva sofferto qualcosa e sop­portato qualche oltraggio. 

L’accompagnai per tutto il cammino e feci tutto quello che Ella fece nella debole misura delle mie forze. La Santa Vergine venerava il Sangue sacratissimo del Salvatore, baciava ogni pietra del suo percorso doloroso, ne inondava di la­crime la terra da Lui calpestata. 
Giunse così lentamente al Calvario, mentre vi si avvicinava, vidi di fronte a Lei Gesù 
col suo Corpo sacratissimo.
Egli era ap­parso davanti alla Madre preceduto da un Angelo e fiancheggiato dagli Angeli del Sepolcro, seguito da numerose anime liberate. Non faceva alcun movimento e sembrava librarsi nella luce; la Madonna ne ascoltò la voce che le annunciò quanto aveva fatto nel limbo e le disse che stava per risuscitare e presentarsi a Lei col suo Corpo trasfigurato; volle che Lo attendesse sul Calvario, ac­canto alla pietra dove era caduta. Allora la Vergine, avvolta nel suo mantello, andò ad inginocchiarsi al posto indicatole. 

Quando si manifestarono questi avvenimenti era trascorsa la mezzanotte, poiché Maria Santissima aveva impiegato molto tem­po nella Via Crucis.

Vidi il Corpo del Signore risplendere nel suo sudano con i due Angeli in adorazione, alla testa ed ai piedi di Lui. Non posso andare oltre nella spiegazione, sono cose che la nostra ragione nelle condizioni ordinarie non può comprendere e tantomeno esprimere. Quello che è chiaro e intelligibile dentro di me, quando lo vedo, diventa poi completamente incomprensibile quando voglio descriverlo con le parole. Vidi poi Maddalena, Maria figlia di Cleofa, Giovanna Cusa e Salomè lasciare il Cenacolo avvolte nei loro mantelli, mentre il cielo incominciava ad imbiancarsi ad Oriente. Le pie donne portavano gli aromi raccolti in pacchi e una di esse portava una lampada accesa, ma nascosta sotto il mantello. 

Le vidi dirigersi timidamente verso la porticina di Nicodemo. Subito dopo che la terra aveva tremato e l’Angelo era entrato nella tomba, vidi il Salvatore risorto, meravigliosamente bello e sfolgorante di luce, apparire a sua Madre vicino al Calvario. La sua veste a foggia di mantello, fluttuava dietro a Lui e sembrava di un bianco turchino come il fumo visto alla luce del sole. Egli mostrò alla sua Santa Madre le Piaghe, siccome Lei si prostrava per baciarGli i piedi, la prese per mano, la rialzò e disparve. Le lampade brillavano da lontano accanto al Sepolcro, e l’orizzonte s’inargentava ad oriente sopra Gerusalemme.

(continua)