SANTA TERESA DI GESU'
INNO
Cammino interminabile,
lungo e crudele esilio,
terra in cui debbo vivere,
soggiorno di perìglio!
Signore amabilissimo
concedimi d'uscire,
che ansiosa in Te d'immergermi,
desidero morire.
Questo terreno vivere
è un'iterata guerra:
la vera vita vivesi
oltre la grama terra.
Schiudi, Signor, l'empireo,
fammi con Te venire,
che ansiosa in Te d'immergermi,
desidero morire.
Chi porrà mai dolèrsene
se questo fral perisce,
quando in tal modo acquistasi
il Ben che mai svanisce
Amarti, amarti, o Amabile;
amarti e mai finire.
Ansiosa in Te d'immergermi,
desidero morire.
Invano, o Dio, ti supplico;
invan ti cerco e bramo:
ognora a me invisibile,
non senti che ti chiamo:
onde infiammata spasimo
mai stanca di ridire
che ansiosa in Te d'immergermi,
desidero morire.
Cessi, Gesù dolcissimo,
quest' aspra pena mia!
Appagasi quest'anima
che Te, Signor, desia!
Fugate alfin le tenebre,
possa pur io gioire,
che ansiosa in Te d'immergermi,
desidero morire.
1 Dall'Autobiografia di santa Teresa d'Avila.
Vida de Santa Teresa de Jesus, XXIL3.5‑11.14. Obras,Burgos,1922, 159‑166.
Quando cominciai ad avere un po' d'orazione soprannaturale,
vale a dire di quiete, procurai di allontanarmi da ogni cosa corporea; tuttavia,
non osai elevare l'anima, perché mi sembrava una temerarietà a causa della mia
grande miseria.
Intanto ‑ ed era vero ‑ mi pareva di sentire la presenza di
Dio e cercavo di starmene raccolta in lui. Se il Signore aiuta, questa orazione
fa gustare molte delizie.
Perciò, sentendone diletto e profitto, non solo non trovavo
chi mi riconducesse alla conside-razione dell'umanità di Cristo, ma in verità
la reputavo anch'io un ostacolo.
O Signore dell'anima mia, mio Bene, Cristo Gesù crocifisso!
Non ricordo mai questa illusione che avevo allora, senza sentirne gran dolore;
mi sembra infatti che fu un grave tradimento, anche se per ignoranza.
2 Voler far a meno dell'umanità di nostro Signore rivela
un difetto nell'umiltà cosi nascosto e dissimulato che uno nemmeno se ne
accorge. Ma chi può essere come me, cosi superbo e miserabile, da non stimarsi
molto ricco e ben ripagato se in ricompensa della sua vita, sia pur condotta
tra ogni genere di fatiche, orazioni, penitenze e persecuzioni, il Signore gli
permette di stare ai piedi della croce con san Giovanni? Non so a chi può mai
sorgere il pensiero di non esserne contento se non a me; appunto per questo
ebbi a perdere dove invece avrei potuto guadagnare.
A volte la sensibilità o la malattia non permettono di
pensare alla passione del Signore, perché è troppo penosa. Ma nessuno vieta di
far compagnia a Gesù risorto, giacché l'abbiamo tanto vicino nel santissimo
Sacramento, in cui si trova glorificato.
3 Non ho mai avuta una prova che non abbia sopportato
bene, purché ti contempli, Signore, quando stavi davanti ai giudici. Chi ha
come amico Cristo Gesù e segue un capitano cosi magnanimo come lui, può certo
sopportare ogni cosa. Gesù infatti aiuta e da forza, non viene mai meno: è un
vero amico.
Ho sempre riconosciuto e tuttora vedo chiaramente che non
possiamo piacere a Dio e da lui ricevere grandi grazie, se non per le mani
della sacratissima umanità di Cristo, nella quale egli ha detto di compiacersi.
Ne ho fatto molte volte l'esperienza, e me l'ha detto il
Signore stesso. Ho visto nettamente che dobbiamo passare per questa porta, se
desideriamo che la somma Maestà ci mostri i suoi grandi segreti.
Non bisogna cercare altra strada, anche se si è raggiunto il
vertice della contemplazione, perché per questa via si è sicuri.
4 Da nostro Signore ci vengono tutti i beni. Lui
ci istruirà e meditando la sua vita non si troverà modello più perfetto. Che
cosa possiamo desiderare di più, quando abbiamo al fianco un cosi buon amico
che non ci abbandona mai nelle tribolazioni e nelle sventure, come fanno gli
amici del mondo? Beato colui che lo ama per davvero e lo ha sempre con se!
Guardiamo il glorioso apostolo Paolo che non poteva far a meno di avere sempre
sulla bocca il nome di Gesù, perché l'aveva ben fisso nel cuore.
Conosciuta questa verità, ho considerato e ho appreso che
alcuni santi molto contemplativi non hanno seguito altro cammino. Ce ne da
prova san Francesco con le stimmate e sant'Antonio con il Bambino. San Bernardo
trovava le sue delizie nell'umanità di Cristo, cosi come santa Caterina da
Siena e molti altri che conoscete meglio di me.
Rigettare ogni immagine corporea sarà certo ben fatto se
l'insegnano persone tanto spirituali; ma io credo che ciò non debba farsi se
non quando l'anima sia già molto avanzata, perché prima d'allora si deve sempre
cercare il Creatore attraverso le creature.
5 Quando Dio vuol sospendere tutte le potenze dell'anima
in certi modi d'orazione, è chiaro che la presenza della sacratissima umanità
di Cristo ci è tolta dinanzi, anche se non vogliamo. Se è cosi, tanto meglio,
perché una tale perdita ci fa meglio godere quello che ci sembrava di aver
perduto. Allora l’anima si dedica totalmente ad amare colui che l'intelletto
faticava a conoscere.
L'anima può cosi amare colui che non riusciva a comprendere e
godere il bene che non avrebbe mai potuto cosi godere se non col perdere se
stessa per meglio guadagnare.
Ma che noi mettiamo ogni cura e ogni abilità per evitare di
aver sempre innanzi la sacratissima umanità di Gesù, (e piacesse a Dio che
l'avessimo sempre per davvero!), ecco ciò che non mi pare ben fatto.
Anzi, come suol dirsi, è camminare per aria, perché allora
l'anima sembra andare senza appoggio, nonostante che si creda piena di Dio. E'
invece importantissimo per noi uomini, finché siamo quaggiù,
rappresentarci il Signore in figura di uomo.
6 Noi non siamo angeli, ma abbiamo un corpo. Voler fare
gli angeli, mentre siamo sulla terra, è una vera pazzia, soprattutto quando si
è cosi miseri come ero io. Il pensiero solita-mente ha bisogno di appoggio,
benché talvolta l'anima esca cosi fuori di se e sia talmente piena di Dio da
non aver bisogno, per raccogliersi, di alcuna cosa creata. Ma ciò non è
abituale.Quando perciò sopraggiungono affari, travagli, persecuzioni, quando
non si può avere tanta quiete o si passa per un periodo di aridità, Cristo è
sempre un buonissimo amico. Lo vediamo uomo come noi, soggetto alle nostre
medesime debolezze e sofferenze, e ci diventa di grande compagnia.
Una volta fatta l'abitudine, sapremo rappresentarcelo
facilmente, nonostante che ci saranno giorni in cui non saper trovare Dio ne
senza immagini, ne attraverso l'umanità di Cristo.
Perciò è bene, come ho detto, di non abituarci a cercare
consolazioni spirituali.
Capiti ciò che vuole, sarà già gran cosa rimanere abbracciati
alla croce.
7 Nostro Signore rimase senza consolazione, solo, sotto
il peso dei suoi dolori. Non abban-doniamolo, ed egli ci darà la mano per
salire, più che non potrà fare la nostra solerzia.
Poi magari si assenterà, quando lo vedrà opportuno e vorrà
spingere l'anima a uscire da sé stessa.
Dio si compiace molto nel vedere un'anima prendere umilmente
suo Figlio per mediatore, amarlo tanto e riconoscersi indegna, dicendo con san
Pietro: Signore, allontanati da me che sono un peccatore , (Lc 5,8 ) anche se
lui la eleva alla più alta contemplazione.
L'ho provato io stessa, perché il Signore mi ha condotta per
questa via. Altri potranno prendere una strada più breve, ma io ho visto che
l'edificio dell'orazione deve fondarsi sull'umiltà: quanto più un'anima si
abbassa nell'orazione, tanto più Iddio la innalza.
8 Concluderò cosi: ogni volta che pensiamo a Cristo,
ricordiamoci dell'amore che lo ha spinto a concederci tante grazie e
dell'accesa carità che il Padre ci ha mostrato dandoci in lui un pegno della
tenerezza con cui ci segue.
Amore chiama amore. Nonostante che siamo agli inizi e la
nostra miseria sia grande, sforziamoci di aver sempre questo presente e di
essere vigili nell'amare. Se Dio ci facesse la grazia, una volta, di imprimerci
nel cuore questo amore, tutto ci diverrebbe facile e faremmo molto, in breve e
senza fatica.
Sua Maestà ci doni questa fiamma, lui che sa bene quanto ci
convenga. Lo supplico in nome dell'amore che ci ha portato e in nome dei suo
glorioso Figlio che tanto patì per testimoniarcelo. Amen.