Mentre il Diario sta
per chiudersi, Christophe annota: «Sì, continuo a sceglierti, Maria, come madre
e come compagna di viaggio, insieme a Giuseppe, nella comunione dei santi.
Accanto a te io sono offerto». Maria lo ha accompagnato nel cammino di tutta la
sua esistenza. Una consacrazione a lei, durata vent’anni, in cui egli ha potuto
crescere come figlio e come fratello, imparando da lei quell’offerta di sé
senza riserve, quel canto del Magnificat che fa della propria vita una lode
continua a colui che solo è grande.
Anche Giuseppe è
immagine eloquente per la vita del monaco: uomo di fede che ha saputo
accogliere accanto a Maria il mistero di un Dio che si fa uomo; uomo della
casa, che si è preso cura della sua famiglia; uomo fedele alla parola di Dio,
lampada che ha illuminato la sua vita anche nei momenti più difficili; uomo silenzioso,
taciturno, senza lamentele, che ha conservato ogni cosa nel suo cuore. Uomo
lavoratore e “lavorato”: non è Giuseppe a essere il falegname che pialla,
lavora, forgia il legno. Il falegname è Dio e Giuseppe è il legno che viene
lavorato, raddrizzato, piallato, levigato e ben fissato al suo posto,
all’interno dell’opera di Dio. Anche Christophe si sente “lavorato” così,
chiamato a diventare «sentinella della Parola fatta carne» e ad accoglierla
senza sconti nella propria storia, continuando a cantare il suo Magnificat.