La disumanità dell'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni.

Martin Luther King

Se vedi la carità, vedi la Trinità.

( Sant'Agostino )

venerdì 30 maggio 2014



LA VITA DELLA MADONNA

 Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA

Anna Caterina Emmerick


PARTE PRIMA

Capitolo I

VISIONI SUGLI ANTENATI DELLA MADONNA

I – In generale sui progenitori della Madonna e di Sant’Anna. 2 – I Progenitori di Sant’Anna: gli Esseni – Abiti sacerdotali presso gli Esseni -Le scuole del tempio – I fiorellini di San Luca – Notizie intorno agli Esseni. 3 – La nonna di Anna si consulta con il Proftta del monte Oreb – L’ap­prossimarsi della nascita della Santa Vergine Maria. 4 – Gioacchino, di­sprezzato nel tempio, ritorna al suo gregge. 5 – Anna accoglie l’annuncio della fecondità e si reca al tempio – L’Angelo del Signore scrive il nome “Maria”. 6 – Gioacchino consolato dall’Angelo si reca ancora una volta al tempio con nuove offerte sacrzficali. 7 – Gioacchino riceve la benedizione dell ‘Alleanza. 8 – Gioacchino ed Anna si incontrano sotto la “porta d’oro” - Nota esplicativa sulla Concezione della Santissima Vergine Maria. 9 -La rigenerazione dell’umanità mostrata da Dio agli Angeli. 10 – Un’im­magine simbolica di Maria Santissima in Egitto prima di Elia. il – Elia ha una visione della Santa Vergine e apprende i misteri relativi alla sua venuta. 12 – Chiarimenti intorno alla visione di Elia. 13 – L’immagine della Santa Vergine in Egitto. 14 – Maria Santissima annunciata az m~­stici pagani. 15 – Apparizione della Santa Madre Anna e della Madonna alla Veggente.



8 – Gioacchino ed Anna si incontrano sotto la “porta d’oro” 

Quando l’Angelo scomparve, Gioacchino, guidato da un’intui­zione Divina, si diresse verso un vestibolo sotterraneo santificato che si trova sotto il pavimento del tempio e la “porta d’oro”. 

Ho avuto visioni sul significato e l’esistenza di questo vestibolo sotter­raneo del tempio e anche sulla sua funzione: seppi che era santificato per la benedizione degli infecondi. 
In questo luogo si usava praticare, dietro determinate con­dizioni, la purificazione e la propiziazione del Cielo, l’assoluzione dai peccati e così via. Così la devota coppia si ricongiunse e fu riempita di luce. 
Maria Santissima stava per essere concepita senza peccato. Questo vestibolo, dove Gioacchino era entrato per una picco­la porta, era meraviglioso: all’inizio la sala era in discesa e stretta poi si allargava sempre più; le pareti irradiavano una luce dorata con venature verdine, come se fossero state coperte d’oro. 
Dall’alto appariva una luce vermiglia. 
Dappertutto c’erano magnifiche colon­ne. Gioacchino percorse più della metà della grande sala e, giun­to ad una colonna che raffigurava un albero di palma con foglie ricurve e frutti, incontrò Anna. Essi si abbracciarono colmi di san­ta letizia manifestandosi reciprocamente la felicità interiore che li pervadeva. Li vidi avvolti come da una nuvola luminosa. Vidi su questa nuvola una schiera di Angeli, la quale porta­va una torre alta e piena di luce che si librava su Anna e Gioac­chino. 
Questa torre d’avorio era simile a quella di David delle Litanie lauretane. 
Infine, quando la torre scomparve, i due rima­sero circondati da un’aureola raggiante di strali lucenti. Vidi allo­ra, in seguito alla benedizione ricevuta, svilupparsi la Concezione di Maria pura e pulita dal peccato originale. 
Ebbi una visione indicibile: su di loro si aprì il Cielo magni­fico e si manifestò la gioia della Santa Trinità, degli Angeli e di tutte le Sante Anime partecipanti alla benedizione segreta dei genitori di Maria. 
Lodando Dio, Anna e Gioacchino si diressero in alto verso la “porta d’oro”. 
Giunsero sotto un arco bellissimo e alto come una specie di cappella illuminata da candelieri e dal fuoco di numerose torce. Qui vennero accolti dai sacerdoti che li guidarono all’uscita del tempio. 

Passarono per la sala del Sinedrio, sita giusto sopra la sala sotterranea dell’incontro. Così Gioacchino ed Anna si trovarono presto fuori dal tem­pio, al più esterno margine della montagna, verso la valle di Gio­safat dove non si può andare avanti ma bisogna voltare a destra oppure a sinistra. 

Dopo aver fatto visita ad una dimora di sacerdo­ti, la coppia si incamminò sulla via del ritorno. 
Giunti a Nazareth, Gioacchino tenne un allegro banchetto dove sfamò molti poveri e distribuì loro elemosine. 

Spesso questa pia coppia dedicò sinceramente a Dio copiose lacrime di gratitudine. 
Il profondo sentimento religioso di Anna e Gioacchino agi for­temente sui figli facendo lievitare in loro la sincera devozione per Dio; 
la Santa Vergine crebbe quindi in un clima di lucente purez­za e massimo rispetto verso le leggi divine. Vidi come tutte le asti­nenze e le moderatezze di questa coppia, particolarmente dopo il Concepimento di Maria Santissima, allontanarono dal frutto i nu­merosi germogli dei peccati. Con queste visioni ebbi occasione di capire sempre più come fosse smisurata la radice dei peccati e la loro deformità negli esseri umani.


Nota esplicativa alle visioni sulla Concezione della Santissima Vergine Maria


Le visioni che seguono furono raccontate dalla venerabile Suor Emmerick nell’ottava delle celebrazioni della Concezione di Maria. 

Le visioni gettano una luce magnifica sul mistero dell’elezione, del­la preparazione e della venerazione del Vaso della grazia. 
La Veggente le raccontò in modo frammentario al poeta Brentano perché era afflitta da molteplici sofferenze. 
Lo scrittore cercò di dare loro una forma discorsiva e unitaria.


9 – La rigenerazione dell’umanità mostrata da Dio agli Angeli


Ebbi una meravigliosa visione di Dio, il quale dopo la caduta dell’uomo mostrava agli Angeli in che modo intendeva rigenerare l’umanità. A prima vista io non compresi quella visione ma poco dopo essa mi apparve chiarissima. Vidi il trono di Dio e la Trinità Santissima, e contempora­neamente le Tre Persone che La compongono; i nove Cori degli Angeli e l’indicibile giubilo che ricevettero quando il Signore an­nunciò loro il modo in cui voleva fosse rigenerata l’umanità avvi­lita. 

Le intenzioni benefiche del Signore per l’uomo mi si apriro­no allo sguardo interiore con un molteplice simbolismo. Vidi que­sti simboli manifestarsi dinanzi ai nove Cori degli Angeli forman­do una specie di storia generale del destino dell’umanità.

Gli Angeli si erano predisposti all’accoglienza di quelle imma­gini con la contemplazione più profonda. Non mi è possibile ricordare l’ordine in cui si svolsero que­ste visioni, ma mi affiderò a Dio nella narrazione. Comparve dinanzi al trono del Signore un monte di pietre preziose con dei gradini; lo vidi crescere finché assunse la forma definitiva di una torre contenente tutti i tesori spirituali e tutti i doni della Grazia Celeste. 

La torre era circondata dai nove Cori angelici. Allora vidi apparire in cielo una figura simile ad una Vergine che si posò prima sulla torre e poi scomparve in essa. La torre era molto larga ed aveva alla sommità una piattafor­ma aperta dalla parte posteriore, per la quale mi parve fosse en­trata la Vergine. Non era la Santa Vergine Maria nel tempo mate­riale, bensì nell’eternità Celeste e in Dio. La sua figura si trasformava a poco a poco, dinanzi alla San­tissima Trinità, in una piccola nube che usciva dall’alito di Dio. 

A questo punto della visione scorsi tra i Cori degli Angeli un Vaso della Santissima Trinità che si ricoprì a poco a poco di nu­merosi simboli dal significato più diverso; ai lati stavano due fi­gure che si tendevano la mano. Il Vaso si ingrandiva divenendo sempre più splendido e magnifico.

 Allora la piccola nuvoletta luccicante fu inviata dall’alito di Dio in quel Vaso, dove ivi giunta disparve dentro. 

La nuvoletta, leggerissima, che aveva attraversato i nove Cori degli Angeli, era la benedizione pura che recava la Grazia Divi­na alla sacra discendenza affinché potesse procreare spiritualmente senza peccato. 

Vidi poi una schiera di figure simboliche sinistre, rappre­sentanti gli spiriti del peccato e dell’errore, emergere dalle più basse profondità della terra per bloccare il piano universale salvifico deciso dall’Onnipotente. 

Ma gli Angeli combatterono contro di esse e le ricacciarono. Vidi ancora sorgere dal basso una chiesa falsa perché non aveva il campanile. Infatti gli Angeli la respin­sero e vidi che, crollando, si rovesciava su di un solo lato. 
Gli Angeli prepararono un calice che aveva una forma simile a quello della santa Cena e lo inviarono dalla Santa Vergine. 
Vidi altresì comparire una casa o torre mozza dalle molte porte. Grandi masse di gente vi entravano, e nella folla mi parve di riconoscere le figure di Abramo e dei figli d’Israele. 

Credo che si alludesse alla loro schiavitù, e la torre, rotonda e fatta a gra­dini, simbolizzava l’Egitto. 
Fu respinta pure dagli Angeli e crollò da un lato. Poi vidi erigere un tempio egiziano alla cui estremità scorsi degli idoli e l’immagine di una vergine velata. 
Vidi il messo di Elia descrivere ai sacerdoti il simbolo della nascita della Santa Vergine che il profeta aveva visto sul monte Carmelo, di cui parlerò più avanti. Questo tempio venne pure allontanato dagli Angeli e fu messo in posizione obliqua come gli altri. 

Vidi infine fiorire fra i Cori degli Angeli, alla destra della san­ta torre, un ramo che si trasformò in un vero albero genealogico con molte piccole figure d’uomo e di donna che si porgevano la mano.

L’albero terminava con una piccola mangiatoia dove giaceva un bambino. Infine comparve un tempio grande e magnifico. Tutte queste immagini erano legate tra loro da una meraviglio­sa armonia e da un legame misterioso. La descrizione dei simboli sembra quasi impossibile. Credo che le apparizioni malvagie e di cattivo significato, come la torre rotonda e la falsa chiesa, respinte dagli Angeli, dovevano servire alla purificazione del mondo terre­no. 

Erano tutti simboli relativi alla salvezza e all’approssimarsi della venuta della Santa Vergine sulla terra.

10 – Un’immagine simbolica di Maria Santissima in Egitto prima di Elia

Molto tempo prima di Elia, in una parte remota dell’antico Egitto piuttosto lontana dalla Terra Promessa, vidi un avvenimento simbolico legato alla venuta della Santa Vergine: un idolo assai strano era stato consacrato a un tempio pagano, un’immagine sacrificale e crudele con la testa che non aveva né la forma di un uomo e neppure di un bue e mostrava tre cornadelle quali una sporgeva in mezzo alla fronte.

L’idolo era cavo internamente per bruciarvi dentro le vittime. I piedi avevano la forma di zanne. In una mano teneva una pian­ta che sorge dall’acqua, simile ad un giglio che si apre e si chiu­de sempre rivolto al sole, mentre nell’altra teneva una spiga di gra­no. 

Vidi poi vicino all’idolo un’orribile ed oscura apparizione; ma fui però immediatamente illuminata dalla visione di un grande Angelo simile a quello che comparve a Giovanni l’Evangelista. 

L’Angelo battè col bastone il dorso della figura oscura e que­sta, che era il diavolo in persona, dovette inchinarsi e parlare dal­l’idolo dicendo al popolo che doveva consacrare il tempio non a lui ma ad una Vergine che sarebbe apparsa sulla terra; disse inol­tre che bisognava crederle perché si doveva a Lei ogni vittoria sugli spiriti del male. 

Allora quel popolo si convinse ed eresse un nuovo tempio, consacrandolo all’immagine di una vergine alata che fu posta sul­la parete. L’immagine raffigurava una vergine che si librava su una navi­cella in cui giaceva un bambino in fasce. 

La navicella si posava su una piccola colonna.
Due figure indistinte ponevano alcune cose in una bilancia che pendeva da una delle due braccia che la vergine teneva aperte. La navicella, nella quale riposava il fanciullo, era simile a quella in cui era stato posto Mosè sul Nilo, con la sola differenza che era tutta aperta nella parte superiore mentre quella di Mosè, meno una piccola apertura, era interamente chiusa.
(continua)