LA VITA DELLA MADONNA
Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick
La vita di Maria, dalle sue nozze fino alla nascita del bambino Gesù.
Parte Seconda
61– La Sacra Famiglia si stabilisce nella grotta
Il sole calava già all’orizzonte quando Maria e Giuseppe giunsero alla grotta; vi trovarono l’asinella che saltellava lietamente davanti all’ingresso. Maria allora disse al suo sposo:
“Ecco, certamente è il volere del Signore che noi alloggiamo qui”. Ma Giuseppe era sconsolato ed afflitto perché era stato molto deluso dalla cattiva accoglienza che aveva trovato a Betlemme.
Dopo aver sistemato l’asino sotto la tettoia dinanzi all’entrata della caverna, Giuseppe preparò un sedile provvisorio per la sua diletta consorte. L’ingresso era assai angusto, quasi occupato
da ramoscelli e da paglia al di sopra dei quali pendevano stuoie di colore scuro, così anche all’interno impedimenti di vario genere erano d’ostacolo ed impedivano un minimo di vita
in quel luogo. Allora Giuseppe incominciò a ripulire la grotta nel modo migliore; prima però appese la lanterna alla parete per diradare l’intensità delle tenebre.
Quindi fece stendere la sua diletta sposa sul letto di ramoscelli, foglie e coperte, appena preparato nella parte di mezzogiorno.
Il sant’uomo si sentiva profondamente umiliato e si scusava ancora per il cattivo alloggio. Maria, al contrario, era intimamente lieta e piena di speranza.
Mentre la Vergine Santa riposava, Giuseppe prese un otre di cuoio e si recò dietro la collina, ad un ruscelletto che attraversava il prato. Dopo aver riempito l’otre sul fondo del ruscello ritornò alla grotta. Quindi andò in città a fare acquisti. Si avvicinava la solennità del sabato, in città le vie formicolavano di forestieri e, per meglio soddisfare il bisogno di tante persone, agli angoli delle strade erano stati collocati dei tavoli carichi di alimenti.
Vidi Giuseppe sulla strada del ritorno, tra gli acquisti che egli aveva fatto notai una cassetta metallica chiusa da inferriate che portava appesa ad un bastone; conteneva carboni ardenti. Appena entrato, accese con questi un piccolo fuoco nella parte settentrionale della grotta. Preparò quindi una specie di pasta e cucinò un grande frutto che conteneva molti granellini; mangiarono anche dei pani. Più tardi si dedicarono a lunghe preghiere.
Vidi Giuseppe mentre cercava di sistemare in modo migliore il giaciglio della Santa Vergine: sopra una strato di ramoscelli stese una di quelle coperte fatte nella casa di Anna; poi sotto il capo le pose un tappeto arrotolato.
Infine portò l’asino nella grotta e lo legò, poi chiuse l’ingresso con un telo di vimini; quindi il sant’uomo preparò il suo giaciglio vicino all’entrata.
Il sabato era incominciato e la santa Coppia aveva ripreso a pregare; in modo edificante presero un po’ di cibo.
Vidi Maria avvilupparsi nel suo mantello e pregare in ginocchio, mentre Giuseppe si assentava dalla grotta. Dopo la preghiera, Maria si stese sul letto girandosi sopra un fianco con la testa appoggiata al braccio. Giuseppe non ritornò che tardi, a notte fonda. Pregò umilmente e si coricò sul suo giaciglio, mi parve che piangesse.
Sabato 24 novembre.
La Santa Vergine trascorse il sabato nella caverna, assorta in uno stato contemplativo di preghiera. Giuseppe, invece, uscì alcune volte, probabilmente per recarsi alla sinagoga di Betlemme. Li vidi mangiare una parte del cibo preparato il giorno precedente, poi ricominciarono a pregare.
62 – Maria Santissima trascorre le ultime ore del sabato nella caverna di “Maraha”
Sabato 24 novembre.
La Santa Vergine trascorse il sabato nella caverna, assorta in uno stato contemplativo di preghiera. Giuseppe, invece, uscì alcune volte, probabilmente per recarsi alla sinagoga di Betlemme. Li vidi mangiare una parte del cibo preparato il giorno precedente, poi ricominciarono a pregare.
Dopo il pranzo, l’ora cioè del sabato che i Giudei usano consacrare alla passeggiata, Giuseppe condusse la Vergine nella valle situata dietro la Caverna del Presepio, dove si trova la grotta di Maraha. Si fermarono così in questa grotta che è più spaziosa di quella del presepio; qui Giuseppe preparò una specie di sedia alla sua sposa.
Il restante del tempo lo impiegarono nella preghiera e nella meditazione sotto l’albero sacro. Quando calò la sera Giuseppe e Maria ritornarono alla loro abitazione. Allora la Santa Vergine annunciò al suo sposo che a mezzanotte si sarebbero compiuti i nove mesi dal momento in cui fu concepito il Santo Figlio e l’Angelo l’aveva salutata Madre di Dio.
Ciò detto, Maria pregò Giuseppe di fare da parte sua tutto quanto fosse possibile affinché il Fanciullo promesso da Dio e concepito in modo soprannaturale venisse ricevuto con tutto l’onore possibile. Inoltre lo esortò ad unirsi a Lei nelle preghiere ardenti per intercedere la misericordia di Dio verso quei duri di cuore che le avevano negato l’ospitalità.
La Santa Consorte respinse l’offerta di Giuseppe di chiamare in aiuto due pie donne di Betlemme rifiutò dicendo che non aveva bisogno di aiuto umano. Giuseppe si recò in città per fare altri acquisti, nonché uno sgabello, frutta secca, pani e dell’uva appassita, poi ritornò alla Grotta del Presepio dove trovò la Santa Vergine distesa sul suo giaciglio. Giuseppe cucinò, e così pregarono e mangiarono in comunione. Siccome il momento del prodigioso evento si avvicinava, il sant’uomo separò la propria cella dal resto della grotta; questo lo fece con alcuni pali ai quali appese delle stuoie. Poi diede da mangiare all’asino che aveva legato vicino alla porta.
La Santa Vergine gli disse che il momento era ormai prossimo e che desiderava rimanere sola, perciò lo pregò di rinchiudersi nella propria cella. Prima di ritirarsi Giuseppe accese altre lampade per tenere illuminato l’ambiente; intese allora un rumore fuori della grotta e si affrettò a vedere cosa fosse: vide che era ritornata l’asinella la quale saltellava gioiosa come se annunciasse l’Evento.
Giuseppe, sorridendo, la legò sotto la tettoia e le diede da mangiare. Appena rientrato, il sant’uomo fu avvolto da una luce celeste soprannaturale. Allora vide la Madonna genuflessa e aureolata di raggi luminosi; pregava in ginocchio sul suo giaciglio col viso rivolto ad oriente e la schiena verso l’ingresso. La caverna era interamente illuminata da questa luce intensa. Giuseppe contemplò la scena come una volta Mosè aveva fatto con il roveto ardente; poi, entrato con santo timore nella cella, si gettò proteso sul terreno e si immerse nella preghiera più devota.
63 – La Nascita di Cristo
Lo splendore che irradiava la Santa Vergine diveniva sempre più fulgido, tanto da annullare il chiarore delle lampade accese da Giuseppe. La Madonna, inginocchiata sulla sua stuoia, teneva il viso rivolto ad oriente. Un’ampia tunica candida priva di ogni legame cadeva in larghe pieghe intorno al suo corpo. Alla dodicesima ora fu rapita dall’estasi della preghiera, teneva le mani incrociate sul petto. Vidi allora il suo corpo elevarsi dal suolo. Frattanto la grotta si illuminava sempre più, fino a che la Beata Vergine fu avvolta tutta, con tutte le cose, in uno splendore d’infinita magnificenza.
Questa scena irradiava tanta Grazia Divina che non sono in grado di descriverla. Vidi Maria Santissima assorta nel rapimento per qualche tempo, poi la vidi ricoprire attentamente con un panno una piccola figura uscita dallo splendore radioso, senza toccarla, né sollevarla. Dopo un certo tempo vidi il Bambinello muoversi e lo udii piangere.
Mi sembrò che allora Maria Santissima, sempre Vergine, ritornando in se stessa, sollevasse il Bambino e l’avvolgesse nel panno di cui l’aveva ricoperto. Alzatolo dalla stuoia, lo strinse al petto. Sedutasi, la Madonna si avvolse col Fanciullo nel velo e col suo santo latte nutrì il Redentore.
Vidi una fitta schiera di figure Angeliche nelle spoglie umane genuflettersi al suolo e adorare il Neonato divino; erano sei Cori angelici entro un alone di fulgida luce abbagliante.
Un’ora circa dopo il parto, Maria chiamò Giuseppe, che se ne stava ancora assorto nella preghiera. Lo vidi avvicinarsi e protendersi umilmente, mentre guardava in modo gioioso e devoto il Bambino Divino. Solo quando la santa Consorte gli ripetè di stringere al cuore con piena riconoscenza il dono dell’Altissimo, egli prese il Bambino tra le braccia e lodò il Signore con lacrime di gioia.
La Vergine allora avvolse il Bambinello nei pannolini, vidi che lo ricoprì dapprima con un panno rosso, poi lo avvolse in uno bianco fino alle ascelle, mentre avvolse la testolina in un altro ancora. La Madonna aveva con sé solo quattro pannolini. Vidi allora Maria e Giuseppe seduti al suolo; non parlavano ma parevano assorti nella meditazione. Bello e raggiante vidi il Santo Neonato tutto fasciato disteso sulla stuoia, mentre Maria lo contemplava.
A quella vista esclamai: “Questo Corpicino è la salvezza dell’universo intero”. Poco dopo la santa Coppia pose il divino Neonato nella mangiatoia, che era stata riempita di ramoscelli e di fini erbette, e Gli adagiarono una coperta sul corpicino.
Deposto il Bambino in questa culla, che si trovava più in basso del posto dove era stato partorito, la santa Coppia pianse di gioia e cantò le lodi del Signore. Giuseppe dispose il giaciglio e la seggiola della Santa Vergine vicino al presepe. Vidi Maria Santissima, prima e dopo il parto, sempre velata e biancovestita; nei primi giorni, subito dopo l’Evento, stava seduta o inginocchiata, dormiva su un fianco e mai la vidi ammalata o affaticata. Quando qualcuno veniva a visitarla si velava ancor più accuratamente e se ne stava diritta sul posto dove era avvenuta la santa Nascita.
(continua)